Un aiuto per capire la fede: l’Aldilà
Questione 7.8
Com’è possibile che ci sia l’Inferno se Dio è amore e ci ama infinitamente?
Dio non ha creato nessuno per l’Inferno ma tutti sono creati per il Paradiso, per diventare santi, cioè partecipi della Sua vita, del Suo Amore. In Gesù, attraverso la Chiesa, ci sono dati tutti i doni (le grazie) necessari per andarci, cioè per essere salvi. Ma proprio perché deve essere una risposta d’amore all’Amore non può che essere una risposta libera. Se Dio ci togliesse la libertà che ci ha dato in fondo non ci amerebbe perfettamente. Per questo, possiamo dire che Dio soffre d’amore nel vedere il nostro rifiuto, nel vedere che noi ci autoescludiamo dal Suo amore, dalla gioia infinita del Paradiso.
La Sua misericordia, manifestatasi pienamente nella Croce di Cristo, è infinita. Sulla Croce Gesù paga per tutti i nostri peccati, prega e chiede al Padre di perdonare perfino i suoi uccisori, dona il paradiso all’ultimo momento anche al “buon ladrone” crocifisso con Lui e che lo implora umilmente di ricordarsi di Lui nel Suo Regno. Ma se c’è il rifiuto di Lui, del suo amore, dei suoi comandamenti, e perfino del suo perdono, non c’è alternativa: potrebbe salvarci solo togliendoci la libertà, ma non sarebbe più una risposta d’amore, non ne avremmo alcun merito, non sarebbe una risposta personale nostra.
L’uomo ha dunque la drammatica e tristissima possibilità di autoescludersi dal Paradiso, dalla vita di Dio, o con un rifiuto esplicito di Cristo o anche con un rifiuto indiretto – cioè vivere come se Dio non ci fosse, come se Gesù non fosse venuto, come se non ci avesse parlato – e soprattutto con il rifiuto anche della Sua infinita misericordia (morendo senza riconoscere e confessare i propri peccati mortali).