Un aiuto per capire la fede: l’Aldilà

Questione 7.2


Domanda:

Possiamo sapere con certezza come stanno le cose? Gesù ce ne ha parlato?

Risposta:

Il fatto che con Gesù non siamo appunto di fronte ad un filosofo e neppure ad un fondatore di una religione, ma a Dio stesso fatto uomo, ci offre l’assoluta certezza di come stiano le cose; anzi, la questione del senso vero della nostra esistenza e del nostro destino eterno sono il centro del cristianesimo e in fondo il motivo per cui Dio stesso si è incarnato in Cristo.

Dio ci rivela pienamente che siamo stati creati per poterLo conoscere, servire, amare e per godere pienamente di Lui per tutta l’eternità; per questo siamo stati creati a Sua immagine e somiglianza. La vita terrena era già un paradiso (terrestre), nell’amicizia di Dio, senza dolori e fatiche, dopo di che, senza traumi (come un bruco che diventa farfalla), si sarebbe entrati nella vita eterna.

Questo disegno originario si è rovinato subito con il “peccato originale”, cioè con la pretesa autonomia da Dio che l’uomo, istigato dal diavolo, ha compiuto.

Dio aveva creato anche gli angeli, puri spiriti (intelligenti e liberi più di noi), la cui gioia infinita è di essere con Dio ed al Suo servizio. Anche tra essi però un grande numero (un terzo? – cfr. Ap 12,4) si è ribellato a Dio volendo essere come Dio e contro Dio e per questo sono decaduti e divenuti diavoli. La loro decisione è irrevocabile, come sono le decisioni al di fuori della vita terrena, per cui rimangono nell’odio a Dio per tutta l’eternità (inferno). Conoscendo la nostra chiamata alla comunione con Dio e alla felicità eterna, i diavoli cercano di opporvisi in ogni modo, volendo trascinare il maggior numero possibile di persone nel loro stato di dannazione. Essendo superiori a noi il loro inganno e la loro forza sarebbero per noi invincibili, se Dio non ci assistesse con la Sua grazia. Essi non possono invece nulla contro Dio e neppure contro l’aiuto della Madonna. Se Dio permette loro di tentarci è perché in questo modo noi possiamo con il Suo aiuto combattere e vincere, aumentando così la grazia e la felicità eterna.

Il destino eterno di tutti gli uomini (anche di quelli buoni), se non fosse venuto Gesù Cristo, sarebbe stato inesorabilmente l’inferno, perché il peccato originale ha creato questa frattura con Dio che l’uomo da solo non può risanare; inoltre anche solo un singolo nostro peccato mortale (che non a caso si chiama così) ci procurerebbe la morte dello spirito e cioè la perdita della grazia di Dio e l’inferno.

L’uomo, finito e indebolito dal peccato, non ha la forza di riconciliarsi con Dio, se Dio non si abbassa a riprenderlo e riconciliarlo con Sé.

Gesù, vero Dio e vero uomo, nella sua stessa persona ha di nuovo unito la natura umana e quella divina. Morendo in Croce ha preso su di Sé i nostri peccati (originale e personali) ed ha pagato Lui – Agnello di Dio – il nostro debito infinito, riconciliandoci col Padre. Risorgendo ci ha resi partecipi della Sua vittoria sul demonio, sulla morte e sull’inferno. Donandoci lo Spirito Santo ci chiama a partecipare alla comunione divina della Santissima Trinità.

Con Gesù si è aperta la Via della Vita, che è Egli stesso, così che possiamo, uniti a Lui, entrare in Dio, nostra eterna felicità. Questo è il paradiso: Dio stesso, Amore infinito, Verità infinita, Bellezza infinita, felicità infinita. E la Via per arrivarci è Cristo stesso.

Poiché è una chiamata d’amore, non può essere obbligata, forzata, ma deve essere una risposta d’amore, e cioè frutto di un libero assenso. Per questo possiamo talmente abusare della nostra libertà, dataci per acquisire dei meriti, da trasformarla in disobbedienza alla Sua legge, in ribellione, in colpa, perfino in odio a Lui. Se moriamo in questo stato di peccato, rimaniamo per tutta l’eternità in questo vuoto d’amore, in questo vuoto di Dio. Questo è l’inferno: è la totale assenza d’amore, ribellione eterna a Dio, ma è anche sofferenza infinita e senza speranza (perché nell’aldilà non si può cambiare) perché nella profondità del nostro essere rimaniamo come Dio ci aveva fatti, cioè con una sete infinita d’Amore, di Bellezza, di Vita, di Verità, cioè con il desiderio di Dio.

Come si può evincere dal Vangelo (cfr. le numerose citazioni sopra riportate) e poi da tutto il Nuovo Testamento, Gesù è venuto proprio per liberarci dal potere del demonio (cfr. At 10,38; 1Gv 3,8), che infatti si evidenzia più che mai e si scatena proprio alla Sua venuta, e riconciliarci con Dio, così da sottrarci dalla dannazione eterna (ancora possibile, col nostro rifiuto di Lui) e renderci partecipi per sempre della Sua vita (beatitudine eterna, paradiso).

Gesù è per questo il nostro Salvatore, ma alla fine del mondo ritornerà come Giudice universale (tutti lo vedranno e tutti saranno giudicati da Lui) e separerà i beati dai dannati. Gesù ce lo ha detto innumerevoli volte.

Dunque, abbiamo una sola vita terrena e in base ad essa e a come siamo trovati al suo termine saremo poi beati o dannati per sempre. Ma per entrare nella comunione eterna di Dio (paradiso) non basta essere “brave persone” (non fare del male a nessuno) (v. Introduzione alla morale, n. 24), ma occorre che già in questa vita entriamo nella comunione divina, attraverso Cristo (per questo Gesù dice che dobbiamo essere battezzati, che dobbiamo nutrirci del Suo Corpo, che dobbiamo essere perdonati dei peccati e riconciliati con Dio) (v. Questione 5.4 e 6).

Gesù ci ha detto che non si torna indietro, che c’è una vita sola (non posso dire “la prossima volta farò meglio”!) e che non si passa dall’inferno al paradiso e viceversa (cfr. Lc 16,26).

Gesù non ci ha detto invece quando avverrà la fine del mondo (cfr. Mc 13,32), così come non sappiamo quando la nostra vita singola finirà, ma ci ha richiamato continuamente ad essere vigilanti, pronti, cioè ad essere trovati nella Sua grazia, nella Sua comunione.

Sullo stato dei nostri corpi nell’aldilà non ci ha detto molto: solo che non avremo più bisogni materiali (alimentari, sessuali) ma saremo come angeli (cfr. Mt 22,30), cioè in una dimensione in cui anche il corpo sarà spiritualizzato e uscito dai limiti spazio-temporali.