Per seguire la verità bastano le nostre forze? Occorre decisione, impegno della propria libertà e volontà ferma. (Questione 6.14)

Un aiuto per capire la fede: la vita cristiana

Questione 6.14


Perché occorre essere decisi ma non bastano le nostre forze?

Per seguire la verità, il bene, anche per seguire Gesù, occorre decisione, l’impegno della propria libertà ed una volontà ferma. Dio ci ha creati liberi e non forza la nostra libertà, non sarebbe una risposta d’amore, e l’amore non può essere obbligato (Mt 19,16-22; Lc 9,52-62; Ap 3,20).
Dobbiamo essere coscienti che questo impegno non è facile (cfr. Lc 14,25-33). Siamo anche consapevoli che le conseguenze del peccato originale si fanno sentire ancora sulla nostra natura umana indebolita, e pur essendo fatti per Dio siamo anche tentati dal male, dal peccato. Occorre anche sapere che certi ambienti o perfino amicizie possono condizionarci a tal punto da renderci quasi incapaci di reagire al male; per questo quando chiediamo perdono a Dio dei nostri peccati Gli proponiamo non solo di sfuggire i peccati ma intelligentemente anche quelle occasioni che possono indurci al peccato. Occorre inoltre essere consapevoli che anche il ripetersi di nostre azioni può condizionarci nel bene o nel male: infatti come il ripetere azioni buone ci rafforza nel bene (virtù) così il ripetere azioni non buone ci indebolisce sempre più (vizio).
Dobbiamo poi essere ben coscienti che il “diavolo” esiste ed è molto forte e astuto, e che non si rassegnerà fino alla fine della nostra vita a vederci ancora nella possibilità di salvarci (cosa a lui negata per sempre), per cui tenterà in ogni modo e con ogni astuzia di farci cadere nel peccato, poi di farci credere che in fondo non è così grave, quindi ci toglierà la voglia di essere risanati dal perdono di Dio, e infine vuole condurci alla impenitenza finale, cioè che moriamo fuori della grazia di Dio e non vogliamo neanche in quel decisivo momento la Sua misericordia (avendoci magari convinto che Dio non c’è e noi siamo solo come gli altri animali): a quel punto entriamo nella sua dimora infernale, siamo diventati davvero suoi schiavi per sempre. Queste non sono favole per bambini, ma è l’autentica verità, che ci ha rivelato pienamente Gesù: il Vangelo ci presenta il diavolo assai più dell’Antico Testamento e di ogni altro testo religioso, possiamo dire che Gesù lo scova, lo porta allo scoperto (cfr. ad esempio Mc 1,23-27 e Mt 8,28-32) – non a caso ha permesso a Satana di tentare perfino Lui stesso (cfr. Mt 4,1-11) – ma per sconfiggerlo definitivamente (cfr. At 10,38; 26,18; 1Gv 5,19); l’ultimo libro della Bibbia (Apocalisse, v. spec. 121320) ci annuncia e prepara alla grande battaglia finale tra lui e la Chiesa.
Questo ci deve mettere in guardia da due estremi opposti, che sono infatti anche due eresie (cioè deformazioni dell’autentica fede cristiana): una è quella di credere che possiamo salvarci con le nostre forze (eresia pelagiana, da Pelagio), mentre in realtà senza Gesù e la Sua grazia “non possiamo far nulla” (cfr. Gv 15,4-5). L’altra opposta eresia (di Lutero) è data da un tale pessimismo per cui noi non possiamo far altro che peccare e la grazia di Dio non ci risana ma ci avvolge come una coperta avvolgerebbe un corpo malato (per cui c’è la sola grazia di Dio e noi non dobbiamo far  niente – da cui anche l’idea aberrante che allora qualcuno nasce predestinato all’inferno e qualcuno al paradiso). In realtà serve tutto, Dio ci dona – in Gesù e per il dono dello Spirito – ogni grazia, ma non trascura nulla dell’umano che ci ha dato, per cui serve anche la nostra ragione e lo sforzo ella nostra libera volontà. Senza la preghiera frequente, senza la Confessione e Comunione frequenti, senza la luce della Parola di Dio, senza la forza dello Spirito Santo, senza l’aiuto della Madonna, (e perfino dell’arcangelo Michele, così come del nostro Angelo custode) noi saremmo senz’altro sconfitti. Invece, con queste armi spirituali che Dio ci dona continuamente, siamo senz’altro vittoriosi. Per questo possiamo dire che il primo sforzo della vita, perfino prima ancora che nel non fare peccati, deve essere quello di essere uniti a Gesù, di pregare molto, di vivere nella Sua grazia.