La legge morale cristiana riguarda tutti gli uomini? Sì perché la legge morale è la legge naturale della natura umana (Questione 6.13)

Un aiuto per capire la fede: la vita cristiana

Questione 6.13


La legge morale cristiana riguarda tutti gli uomini?

Sì, perché la legge morale è in fondo la nostra legge naturale, è cioè inscritta nella nostra stessa natura umana. E quando Dio me la rivela, in fonda svela me a me stesso, svela l’uomo all’uomo, spiega a noi chi siamo.
Nel suo rivelarci la legge morale – ovviamente in modo infallibile, perché è Dio ed è il nostro Creatore – Dio non aggiunge quindi qualche obbligo dall’esterno (come potrebbe avvenire per qualche legge umana), destinato per i “credenti”, ma ciò che appunto è già inscritto nella nostra stessa natura, e che nella Rivelazione e nel Magistero della Chiesa si esplicita pienamente. 
Non è per questo legge per qualcuno, ma di tutti e per tutti, anche se non ci credessero o non se ne rendessero conto. Per questo ogni uomo, anche se non ne fosse cosciente, ha questa legge morale in sé ed è tenuto ad osservarla. 
La morale cristiana non è dunque una legge morale particolare (che non avrei se decidessi di non essere cristiano), ma è per tutti gli uomini, poiché tutti gli uomini sono già creati per questo e sono già stati strutturati così nella loro natura. Dunque non devo seguire questa legge se sono cristiano – e potrei non interessarmene se decidessi di non essere cristiano – ma in quanto uomo. Alla fine della vita, infatti, ogni uomo – e non solo il cristiano – sarà giudicato in base a questa legge e non in base alle sue convinzioni soggettive.
Questo obbligo morale che si estende a tutti gli uomini non significa che debba allora essere imposto per legge a tutti (questo sì che sarebbe “fondamentalismo”) – tranne quelle leggi o valori  che sono talmente fondamentali da essere imprescindibili anche per un’autentica società, riconoscibili anche con la sola ragione, e quindi difendibili anche attraverso leggi civili e penali (come la vita, la famiglia, la libertà di coscienza); v. la Dottrina sociale della Chiesa – ma che la libertà di ognuno è chiamata a declinarsi moralmente secondo questa modalità, condizione perché l’uomo sia veramente se stesso, diventi ciò che è chiamato a diventare ed essere, si salvi per la vita eterna.
Questo punto è molto importante per sfuggire ad una possibile tentazione, visto che non è sempre facile vivere secondo l’autentica legge morale: se infatti comprendessi ancora i comandamenti di Dio come un’optional, un accessorio facoltativo, una norma particolare come quella di un club, allora basterebbe stare fuori dalla Chiesa o abbandonare la fede cristiana per sentirsi “liberati” da questo obbligo (come quando certi amici ti dicono che tu cristiano non puoi fare certe cose, mentre loro sono liberi di farle). E in certi momenti tale tentazione può rinascere forte. Ma se invece ho capito come si pongono i termini della questione morale, allora capisco che tutti hanno questa legge  morale e saranno giudicati in base ad essa; ed io cristiano ho l’immenso dono di aver incontrato Gesù che non solo me l’ha rivelata, mi ha illuminato il cammino, ma con Lui ho anche la forza di percorrerlo; ed inoltre, se qualche volta cado, ho l’immenso dono di essere sempre rialzato dalla Sua infinita misericordia. Chi invece non è cristiano si priva di tutto questo; e quello che chiamano libertà in realtà è spesso schiavitù, autodistruzione. Il giudizio finale lo dimostrerà pienamente; ma non passano molti anni che lo dimostra anche la nostra stessa vita e la storia stessa dell’umanità.