Un aiuto per capire la fede: la Chiesa Cattolica
Questione 5.6
Domanda:
Il cristianesimo non comprende però solo la Chiesa cattolica, ma esiste anche la Chiesa ortodossa e le Chiese cosiddette protestanti (luterane, calviniste, ecc.) e anglicane. Queste “Confessioni” cristiane sono equivalenti o dobbiamo appartenere alla Chiesa cattolica?
Risposta:
Fede cristiana è quella di chi crede che Gesù sia Dio ed è stato battezzato nel nome della SS.ma Trinità (unico Dio).
Là dove invece, come ad esempio nei Testimoni di Geova, non si crede alla “divinità” di Gesù, non si può più parlare di religione cristiana.
Come abbiamo visto a riguardo delle diverse religioni, così anche per l’appartenenza ad una confessione cristiana incide ovviamente la tradizione culturale e religiosa del Paese in cui si è nati e cresciuti. Ed è ovvio che anche in questo caso ogni esperienza religiosa vada rispettata, tanto più che in questo caso si è discepoli dello stesso Signore Gesù, creduto come vero Dio e vero uomo.
Questo però non significa rendere tutto equivalente, o che non si possa dare un giudizio obiettivo, sia storico che teologico, per comprendere effettivamente quale Chiesa Gesù Cristo abbia davvero fondata e dove persistano in pienezza sia l’autentica Sua dottrina che il dono della Sua vita per tutti gli uomini.
Quando studiamo le divisioni che si sono prodotte nella storia della Chiesa, dobbiamo evidenziare anche i condizionamenti storici che le hanno determinate. Così non possiamo non notare come la separazione dalla Chiesa cattolica avvenne anche per motivi di influenza politica, come dimostra sia lo scisma della Chiesa ortodossa nel XI secolo (per le questioni relative all’Impero Romano d’Oriente) e quello delle Chiese protestanti nel XVI secolo (per il sorgere dei poteri nazionali spesso ostili a Roma).
Dobbiamo sempre ricordare che qua non siamo di fronte ad un’iniziativa umana, liberamente mutabile e su cui semplicemente si debba trovare un accordo, ma si tratta della salvezza operata da Dio in Cristo e da Lui trasmessa agli uomini di tutti i tempi attraverso la Chiesa da Lui voluta e fondata.
Ora, da quanto abbiamo già brevemente osservato, dobbiamo di fatto riconoscere che la Chiesa cattolica (e non quelle protestanti) risalga agli Apostoli, secondo la documentata “successione apostolica”, e quindi a Cristo stesso.
Si pensi al “simbolo” dei Concili di Nicea-Costantinopoli (325-381 d.C.) (il “credo” che ancora oggi professiamo), in cui si afferma: “Credo la Chiesa, una santa, cattolica e apostolica”.
Anche la Chiesa ortodossa risale agli apostoli (in particolare all’apostolo S. Andrea), per cui anche i loro sacramenti sono validi; ma la perdita del riferimento al successore di S. Pietro, quindi il misconoscere il “primato” di Pietro (dato invece come fondamento da Cristo stesso e subito riconosciuto dalla Chiesa primitiva), fa sì che non ci sia la piena comunione con la Chiesa e ultimamente quindi con Cristo stesso.
Per il resto, l’unica deformazione teologica ortodossa riguarda il “procedere” dello Spirito Santo dal Padre e non pure dal Figlio (la cosiddetta questione del “Filioque”, presente invece nel Credo sopra citato).
La Riforma protestante, da cui nacquero le molte Chiese protestanti (con differenze notevoli tra loro e che continuano a moltiplicarsi e dividersi, nascendone sempre di nuove), pone invece una questione più grave, in quanto qui non c’è solo la separazione e l’autonomia dal Vescovo di Roma, ma un cambiamento per alcuni aspetti anche radicale della dottrina e dei sacramenti, per cui esse non sono solo “scismatiche” ma anche “eretiche”.
Uno scisma è la separazione dall’autentica Chiesa di Cristo, fondata su Pietro e sui suoi successori, cioè un uscita dalla piena comunione cattolica (in questo senso dobbiamo comprendere anche la parola “scomunica”, nel senso letterale di essere di fatto fuori dalla comunione). Le eresie, che sono sempre sorte lungo la storia della Chiesa e che la Chiesa ha sempre combattuto – per il bene delle nostre anime – secondo il comando stesso di Cristo (cfr. Mt 7,15), sono un cambiamento radicale della verità cristiana su uno o più punti essenziali della fede. Esse sono particolarmente gravi, proprio perché solo perseverando nell’autentica dottrina c’è possibilità di salvezza (per cui un’eresia potrebbe trascinare nella dannazione intere popolazioni). Ricordiamo che Gesù stesso ha dato alla Chiesa, mediante il servizio del Magistero, la garanzia dell’autentica dottrina, proprio affinché tutti gli uomini possano essere salvi (cfr. ad es. Gal 1,6-12; 5,7-9; Ef 4,14; Fil 3,2; Col 2,6-8; 2Ts 3,6; 1Tm 3,4; 4,1-2; 6,3-5; 2Tm 4,1-5; Tt 1,10-14; Eb 12,14-15; 2Pt 2,1-3; 1Gv 2,18-26; 4,1-6; 2Gv 7-10; Ap 2, 14-16.20-21).
Un autentico cammino ecumenico, cioè verso la piena comunione, tenuta presente la natura divina della Chiesa e la verità indeformabile data da Cristo stesso, deve e dovrà distinguere ciò che è essenziale alla fede cristiana, e quindi alla stessa volontà di Dio (su cui nessuno può transigere, anche a costo del triste mantenimento delle divisioni), da ciò che può essere invece espressione di diverse sensibilità (di fede, liturgiche), che possono benissimo confluire nell’unità della fede e nell’autentica comunione.
L’appellativo cattolica è molto bello, perché significa “universale”; la Chiesa è infatti cattolica perché atta ad accogliere tutti gli uomini e tutti i popoli della terra.
Se dunque ci chiediamo perché dobbiamo essere cattolici, dobbiamo uscire dalla semplice impressione che ciò sia dovuto al fatto che siamo nati in un Paese di tradizione cattolica, ma accorgerci che nella Chiesa cattolica c’è la pienezza dei doni (non che non ce ne siano altrove) che Dio ha dato all’uomo in Cristo e nello Spirito, per essere salvo, cioè l’autentica dottrina cristiana e la pienezza di grazia divina offerta dai sette sacramenti.