Un aiuto per capire la fede: la Chiesa Cattolica
Questione 5.5
Allora la costituzione essenziale della Chiesa è voluta da Gesù stesso? Non si potrà mai cambiare? Ma il mondo è in continua trasformazione; questo non lascia la Chiesa indietro, con il rischio di non essere più seguita?
Gesù stesso istituisce la Chiesa e la costituisce sulla “roccia” che è Pietro (cfr. Mt 16,18). Gesù fa cioè degli uomini che credono in Lui e sono abitati e mossi dallo Spirito Santo una comunità, con diversi compiti (servizi) e carismi (cioè doni particolari dello Spirito, per l’edificazione della Chiesa – cfr. 1Cor 12; Ef 2,19-22). Essa è il nuovo Israele, il nuovo popolo di Dio, in cui possono e devono entrare tutti i popoli, come esprime già l’evento della Pentecoste (At 2,1-12).
Non è però semplicemente un’espressione orizzontale, sociologica, umana, ma una realtà ontologica, cioè che riguarda l’essere stesso delle persone, e soprannaturale. Al di sotto cioè della realtà visibile, la Chiesa ha una realtà profonda ed invisibile, che la costituisce come “mistero”: S. Paolo usa ad esempio l’immagine del “corpo” per indicare che la Chiesa è il “corpo mistico” di Cristo (cfr. 1Cor 12,12-27).
In quanto istituita da Cristo stesso, essendo cioè di origine divina, nel suo essere e nella sua struttura essenziale essa non è sottomessa ai cambiamenti dovuti al tempo ed ai luoghi in cui vive lungo la storia. Nessuno potrà mai cambiare ciò che Cristo stesso ha voluto (e lo Spirito Santo ha fatto e fa comprendere) per la salvezza degli uomini di ogni tempo e luogo. Questo non significa che sia una realtà statica, ma anzi è un corpo vivo; e come tale può e deve crescere senza diventare un altro. Lo Spirito Santo la conduce per comprendere sempre meglio la volontà di Dio; ma non può evidentemente mai contraddirsi.
Ed è straordinario notare infatti come l’insegnamento ufficiale della Chiesa (documenti del Magistero) non si è mai contraddetto in duemila anni, cosa che sarebbe peraltro impossibile se fosse solo una struttura umana (vediamo invece quante contraddizioni ci sono nelle strutture e ideologie umane solo nell’arco di un secolo).
Ci sono invece questioni più contingenti, che non riguardano la fede o la morale cristiana, né l’essenza della liturgia, che possono senz’altro variare secondo i tempi, i luoghi, le culture, le sensibilità particolari. In questo notiamo invece una fantasia infinita di Dio nel manifestare il “mistero della salvezza”: si pensi alle diverse spiritualità e alla differenza stessa tra un santo ed un altro; c’è piena unità e solida permanenza nell’autentica dottrina (fede e morale), e ci sono insieme nuovi modi di comprenderla o di tradurla nell’esistenza. Anche in questo caso, come ogni santo si è ben preoccupato di fare, l’autenticità del carisma è ancora affidato al giudizio del Magistero (e del Papa in particolare). Per questo l’obbedienza al Magistero della Chiesa, in speciale modo al Papa, è sempre garanzia di autenticità ed obbliga moralmente.
Questo permanere, pur nello sviluppo, della stessa dottrina, dello stesso insegnamento, può inizialmente lasciare sconcertati, specialmente in una cultura come quella oggi dominante, in cui tutto è all’insegna del provvisorio e del gusto del momento. In realtà anche la natura umana, l’uomo cioè nella sua essenza, rimane lo stesso, al di sotto di tutti i mutamenti. L’uomo è stato creato ed esiste per Cristo e per la vita che Lui ci dona; questo è il suo più profondo bisogno, anche se fosse inconscio.
La Chiesa è dunque quella realtà umana e soprannaturale scelta da Cristo stesso come strumento ordinario di salvezza per tutti gli uomini di ogni tempo. Essa dunque non può e non deve “adattarsi” al mondo, scendendo a compromessi con le mentalità del tempo e dei luoghi. Solo rimanendo fedele a Dio è se stessa e come tale può salvare gli uomini (cfr. Gal 1,10; 1Ts 2,3-6; 1Cor 3,1-11). In questo senso, come Cristo stesso, la Chiesa non cerca il consenso e non teme di perderlo (cfr. Gv 6,59-69; 1Cor 4,1-4). Questo non significa che non debba entrare in dialogo col mondo, valorizzando e purificando anche tutto ciò che di buono, di bello e di vero c’è già in ogni cultura ed esperienza umana e religiosa (cfr. 1Ts 5,19-22; Fil 4,8); così come è giusto che cerchi di volta in volta anche i modi ed i mezzi più consoni per far risuonare in modo efficace la Parola che salva.
Se guardiamo peraltro con sincerità nella storia dell’umanità (ma anche dentro noi stessi), possiamo spesso scorgere che la Chiesa può anche essere impopolare e spesso perseguitata per la verità che annuncia, ma in realtà è profetica: arriva il tempo in cui ci si accorge che abbiamo davvero bisogno proprio di quello che essa annuncia e dona.