Un aiuto per capire la fede: Gesù Cristo
Questione 4.2
Domanda:
Anzitutto: siamo di fronte ad un fatto storico, realmente accaduto? Gesù è realmente esistito? Come possiamo conoscerlo?
Risposta:
E’ importante capire che qui siamo di fronte ad un fatto storico e non ad un libro o ad una dottrina (filosofica o religiosa). Perché di fronte ad una dottrina devo cercarne razionalmente la verità ma posso condividerla come no oppure parzialmente. Invece di fronte alla notizia di un fatto (“Vangelo” vuol dire infatti “la straordinaria notizia”) la domanda ragionevole non è se sono d’accordo o no, se mi piace e fin quando mi piace, se “mi va” o no, ma anzitutto se è realmente accaduto o no. La questione si sposta anzitutto dal livello teoretico a quello storico.
Ora, o siamo stati presenti ad un fatto, per cui ne abbiamo una conoscenza diretta, oppure, se non eravamo presenti perché altrove o vissuti dopo, la questione per capire che un fatto è realmente accaduto diventa quella della credibilità delle testimonianze (o resoconti, documenti, reperti, indizi), specie dei testimoni oculari di esso.
Un dato impressionante è intanto che non solo la civiltà cristiana (quella prevalentemente occidentale ma che non a caso ha avuto la maggior incidenza mondiale) ma ormai il mondo intero conta gli anni prima o dopo quel fatto, cioè prima (avanti) o dopo Cristo; come se i secoli e millenni precedenti fossero un enorme conto alla rovescia in attesa di quell’Evento e quelli successivi dopo e perfino in conseguenza di quell’evento. Se siamo ora nel XXI secolo (dopo Cristo), nel III millennio, cosa è accaduto nell’anno “0”? Possibile che non sia storico il fatto che ha spaccato la storia (e il conteggio degli anni) in due?
Certo, la grande storiografia – quella che registra imperatori, re, formazioni di popoli, rivoluzioni, guerre e accordi internazionali – non si è accorta immediatamente di Gesù. Potremmo dire che Gesù ha attirato per tre anni molte persone ma soprattutto 12 apostoli e alcune donne; al di fuori della zona non ha fatto però notizia (cfr. At 25,19). Ma già dopo 30 anni fa invece notizia l’esorbitante e sempre crescente numero dei “credenti” in Lui (chiamati “cristiani” a partire da Antiochia, cfr. At 11,26), presenti praticamente in tutto il mondo allora conosciuto. Così, già nel I-II secondo (d.C.!) esistono anche importanti documenti non cristiani che, pur non comprendendo o perfino combattendo il cristianesimo, non possono però negare non solo la presenza ovunque delle comunità cristiane (la Chiesa) ma l’esistenza storica di Gesù; negano cioè che Gesù sia Dio ma non possono negare che sia esistito, cosa che se avessero potuto l’avrebbero fatto ben volentieri, tagliando così alla base la radice del cristianesimo.
Cfr. ad es. il Talmud babilonese, Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, 93 d.C.), Plinio il Giovane (Epistola a Traiano, 112 d.C.), Tacito (Annales, 115 d.C.), Svetonio (Vita Claudii, 120 d.C.), Celso (178 d.C.).
Le notizie riguardo a ciò che è Gesù, ciò che ha detto e fatto, ci vengono però dai testimoni oculari, specialmente dai 12 apostoli che Gesù stesso ha costituito, con a capo Pietro.
Gesù non scrive nulla, ma assicura che avrebbe inviato agli Apostoli lo Spirito Santo che avrebbe fatto loro ricordare e sempre più comprendere la Sua Parola (Verità). La Sua Parola è infatti non circoscrivibile ad un libro, ma è viva ed affidata ad una comunità viva. Il pericolo di progressivi travisamenti o erronee interpretazioni è sventato proprio dal dono dello Spirito, dato alla Chiesa, con un’assistenza speciale ai 12 sotto la guida di Pietro proprio per questo compito di insegnare (Magistero). Tale assistenza soprannaturale è trasmessa ai successori degli Apostoli (Vescovi) sotto la guida del successore di Pietro (vescovo di Roma, cioè il Papa).
La notizia (“il Vangelo”) è dunque fondamentalmente orale ed è trasmessa (tradere, da cui Tradizione) oralmente. Gesù l’affida alla Chiesa, che la conserva e trasmette fedelmente, e progressivamente ed infallibilmente la comprende.
In questo compito la Chiesa è infallibile: Gesù non ha garantito neanche a Pietro che non avrebbe peccato, ma gli ha garantito che non avrebbe sbagliato ad insegnare la Sua Parola. Questo perché Gesù ci ama e non permette che sia distorta quella parola che sola può salvarci.
Nella seconda metà del I secolo nascono anche i Vangeli scritti. La Chiesa primitiva ne riconosce autentici e ispirati da Dio solo 4 (Vangeli canonici): Marco, Matteo, Luca e Giovanni.
Matteo e Giovanni sono essi stessi Apostoli. Marco ascolta e trascrive quanto apprende dallo stesso Pietro. Luca, che segue molte volte Paolo nei suoi viaggi e scriverà anche “Atti degli Apostoli” (il libro ispirato da Dio che tratta dei primi passi della Chiesa e che si trova nel Nuovo Testamento subito dopo i Vangeli), ci confida di aver fatto un’accurata indagine, ma ascolta la predicazione degli Apostoli (specialmente di Paolo) e secondo la tradizione ha ascoltato anche i ricordi di Maria SS.ma, la Madre del Signore. Gli altri testi, non riconosciuti come autentici dagli Apostoli stessi o dalla Chiesa primitiva (oppure perché addirittura di secoli successivi), sono detti “apocrifi”.