Un aiuto per capire la fede: Gesù Cristo
Questione 4.1
Domanda:
Perché quello di Gesù di Nazareth è un “caso” unico nella storia dell’umanità e anche delle religioni?
Risposta:
Un uomo di 2000 anni fa, vissuto in quella regione mediorientale chiamata Palestina (o Israele), che è vissuto circa 33 anni ma che solo negli ultimi 3 anni della sua vita si è manifestato pubblicamente, che non ha scritto nulla e non è mai uscito da quel territorio, e che è morto in croce, cioè con la più atroce delle condanne a morte da parte dell’impero romano, è anche statisticamente l’uomo di cui più si parla da 2000 anni, che più ha inciso nella storia della civiltà mondiale e che conta ancora oggi più di 2 miliardi e 370 milioni di seguaci (la più grande religione del mondo, seguita dall’Islam con 1 miliardo e 660 milioni di seguaci).
E’ Gesù di Nazareth.
Già questo dovrebbe farci porre enormi e decisive domande. Come è possibile?
Ma questo non è tutto e neppure la questione più decisiva.
Chiunque legge con attenzione il Vangelo, che ci parla di Lui, si accorge che siamo di fronte ad un uomo eccezionale, con un grado di perfezione morale e di bellezza inaudite, al di fuori di ogni schema, senza paragoni. Siamo talmente al di sopra di ogni possibile immaginazione, che, se fosse il frutto dell’immaginazione di qualcuno, sarebbe questo qualcuno il più grande genio della storia.
Perfino atei molto accaniti e rigorosi (come ad esempio Nietzsche) subiscono infatti il suo fascino.
Anche la sua predicazione morale è universalmente riconosciuta, perfino da chi non vuole seguirla, come il livello più alto e completo di valori che l’umanità possa darsi.
Ma questo non è ancora il nocciolo decisivo della questione. Anzi, se fosse tutto qui, non saremmo ancora qui a parlarne dopo 2000 anni; probabilmente non se ne sarebbe parlato neppure dopo un mese, e anche per quelle poche migliaia di persone che lo hanno conosciuto personalmente sarebbe rimasto un impressionante ricordo, condito però da una sostanziale delusione.
Quello che con Gesù di Nazareth c’è in gioco è una questione che coinvolge la vita di ogni uomo di ogni tempo, una questione in grado di scuotere anche il più distratto e superficiale degli uomini.
Dobbiamo capire bene questo punto, altrimenti non comprendiamo nulla di quanto è successo e del cristianesimo, e saremmo trascinati nel gorgo del relativismo, come se fossimo di fronte ad una opinione tra le tante o ad una convinzione religiosa paragonabile o perfino equivalente alle altre.
La questione decisiva, che fa del caso Gesù di Nazareth un fatto senza precedenti e senza paragoni nella storia dell’umanità e delle stesse religioni, è che quell’uomo si presenta come l’unico vero Dio e come unico salvatore dell’uomo!
Non si creda che questo sia un giudizio “di parte”, cioè cristiano. Certo, il cristiano è tale proprio perché crede questo (così si distingue infatti il cristiano dal non-cristiano: dal credere alla divinità di Gesù, chiamato per questo il Cristo). Ma nel paragone con tutte le altre religioni non esiste un altro caso in cui il fondatore di una religione si presenta egli stesso come Dio. Buddha si presenta come l’Illuminato (questo è il significato del nome); quindi Buddha non è Dio neppure per i buddisti. Maometto si presenta come Profeta (di Dio, chiamato in arabo Allah) e neppure per i suoi seguaci (musulmani) e per quella religione (Islam) Maometto è Dio, ma appunto solo il suo profeta. Così Confucio e tutti gli altri fondatori di religioni.
Potremmo dire che siamo di fronte ad una “pretesa” unica! Proprio tale pretesa fa sì che o è tutto vero (Dio non si sbaglia, essendo Essere perfetto, la Verità stessa; non esistono altri dèi, non essendoci più déi, come abbiamo osservato) o è tutto falso (Gesù è un folle e costituirebbe il più grande ingannatore della storia, visti i miliardi e miliardi di persone che hanno creduto e ancora credono in Lui nella storia, e perfino i milioni di martiri – 40 milioni solo nel XX secolo! – che hanno dato la vita e si sono atti uccidere pur di non abbandonare questa fede in Lui).
Siamo dunque di fronte alla più decisiva delle questioni, in cui c’è in gioco non una curiosità intellettuale – anche se certo sarebbe anche culturalmente grave non analizzarla, visto l’incidenza che ha avuto ed ha nella civiltà occidentale ma in fondo anche mondiale – ma il nostro stesso destino eterno, perché Gesù ci dice che solo credendo in Lui, cioè che è Dio mandato dal Padre con cui è una cosa sola, cioè seguendoLo e amandolo, anzi lasciandoci amare e guidare da Lui, possiamo sfuggire alla dannazione eterna ed entrare in paradiso, nell’eterna e felicissima comunione con Lui!
Anche per dare questo nostro assenso – la fede cristiana è assenso libero ma anche ragionevole a questo – possiamo (e allora anche dobbiamo) capire, cioè scoprire delle ragioni, dei motivi che ci permettono di dire che è proprio così, che Gesù è Dio, che il cristianesimo è vero, che possiamo essere salvi così.