Un aiuto per capire la fede: Dio
Questione 2.6
Domanda:
Oltre a sapere che Dio c’è, la ragione ci fa anche capire Chi sia?
Risposta:
Non è una domanda troppo azzardata, come potrebbe sembrare. La nostra intelligenza, pur essendo capace di scoprire verità anche elevatissime, non può certo comprendere (“com-prendere”, cioè capire totalmente) chi sia Dio. Dato però che, come abbiamo appena visto, possiamo e dobbiamo risalire dall’universo a Dio, cioè dagli effetti alla loro Causa prima, mentre scopriamo che questa Causa prima trascendente e intelligente c’è (Dio), possiamo anche scoprire alcune delle caratteristiche di Dio così come appunto si manifestano un poco almeno nella sua opera creatrice, nella realtà. Cioè, Dio deve essere così, perché altrimenti il mondo non sarebbe così com’è. Perciò, risalendo razionalmente dal mondo a Dio, possiamo non solo capire che Dio c’è, ma anche un po’ Chi è.
Abbiamo infatti visto sopra come Egli sia trascendente (al di là dell’universo), indiveniente (quindi eterno), l’Essere stesso perfetto, sussistente (non riceve essere ma è l’Essere). Particolarmente importante è che risalendo dall’ordine del mondo a Lui, sia risultato appunto sommamente intelligente, poiché questo attributo ci fa capire che non è solo una super-forza (onnipotente) che ha dato origine e sostiene tutto, ma si può dire che è un Essere sommamente pensante, intelligente e libero, cioè un Essere “personale”; e questo dovrebbe già farci capire che con una Persona possiamo anche entrare in contatto spirituale (può pensarci, ascoltarci, aiutarci).
Riflettendo poi razionalmente su questo Essere perfetto che è Dio, possiamo anche capire che ogni limite deve essere escluso dalla sua essenza: è dunque uno (non ci possono essere due déi, due Esseri perfetti e Causa di tutto), infinito (non-finito), onnipotente, eterno, spirituale (senza i limiti della materia e dello spazio-tempo), la cui essenza implica già necessariamente l’esistenza (non può non esistere perché non è contingente*).
*: Su questo si basa il cosiddetto “argomento ontologico” (già di S. Anselmo), secondo cui, mentre per ogni essenza (concetto) non è contraddittorio negarne l’esistenza (visto che nessun essere ha necessariamente l’essere), il concetto stesso di Dio implica necessariamente l’esistenza (se non avesse l’esistenza non sarebbe più il concetto Dio, perché non sarebbe più perfetto).
La ragione, prima ancora o al di là delle fede, può dunque capire non solo che Dio c’è, ma anche qualcosa di Dio.