Siamo liberi di dire che Dio non c’è? Se una verità ci si svela non siamo più liberi di avere opinioni contrarie che pretendano essere vere (Questione 2.11)

Un aiuto per capire la fede: Dio

Questione 2.11


Allora non siamo più liberi di dire che Dio non c’è?

Come ancora abbiamo visto nella Questione 1, possiamo avere opinioni personali e diverse solo quando la verità non è manifesta o non la vogliamo; ma quando una verità ci si ‘svela’, o per evidenza immediata o per evidenza mediata (cioè raggiunta per ragionamenti corretti), non siamo più liberi di avere in noi opinioni contrarie che pretendano essere vere. 

L’uomo che vive e ricerca con autenticità è colui che vuole la verità e non la propria opinione, che ama più la verità che il fascino di avere la propria libera opinione. Il contrario sarebbe infatti la perversione dell’intelligenza, un allontanamento dal suo scopo, che è appunto quello di cercare la verità effettiva, oggettiva. 

Dunque anche riguardo all’esistenza di Dio, che è la Verità più importante, l’intelligenza che ragiona correttamente è costretta a riconoscerne l’esistenza. In altre parole, se voglio dire la verità e non un’opinione personale, non sono razionalmente libero di dire che Dio non c’è. Rimango semmai libero – non nel senso che “moralmente” posso, ma nel senso che mi si offre anche questa tragica possibilità – di vivere come se Dio non ci fosse o addirittura di ribellarmi a Lui.

Il diavolo, infatti, che è assai intelligente in quanto comunque creatura angelica sia pur decaduta e dannata, non dice che Dio non c’è e nel Vangelo non dice che Gesù non è Dio, anzi lo sa prima e meglio degli altri, ma vuole ribellarsi a Lui e lo odia (è dunque una posizione pervertita della volontà e non una conoscenza dell’intelligenza); cerca inoltre in tutti i modi di portarci nella sua stess ribellione e dannazione.

Negare l’esistenza di Dio sarebbe cioè da stolti, vivere come se non ci fosse sarebbe invece da peccatori (anche se è pure da stolti).