Come facciamo a sapere che Dio c’è? Con la nostra ragione risalendo dalle cose che vediamo alla loro Causa prima (Questione 2.1)

Un aiuto per capire la fede: Dio

Questione 2.1


Se Dio non si vede, come facciamo a sapere che c’è?

Come abbiamo già osservato, se è vero che la nostra ragione – se non vogliamo fantasticare con l’immaginazione e inventare cose che non ci sono – deve muoversi da ciò che i sensi colgono (esperienza sensibile, empirica), è altrettanto vero che l’intelligenza non rimane solo a questo primo livello di conoscenza, ma alla luce della prima evidenza dell’essere (per cui il nulla è nulla e non fa nulla e quindi c’è la necessità di una causa proporzionata per tutte le cose) risale necessariamente dagli effetti alla causa. Questo procedimento, che sta alla base anche di ogni scienza (ogni fenomeno ha una causa, e fare scienza significa proprio cercare quale sia tale causa, sapendo appunto con certezza assoluta che una causa adeguata ci debba essere, altrimenti non ci sarebbe l’effetto), deve necessariamente andare anche oltre il livello scientifico, poiché anche le leggi scientifiche (causa seconde) rimandano a loro volta necessariamente ad una Causa prima (incausata, cioè che non rimanda più ad

altro), che è Dio.

Con la nostra ragione possiamo dunque sapere che Dio c’è, dovendo necessariamente risalire dalle cose che vediamo alla loro Causa prima.

Questo dover risalire a Dio non dipende dall’ignoranza (passata, attuale o futura) delle leggi scientifiche, come se pian piano il progresso scientifico dovesse rendere sempre più inutile il dover andare oltre l’universo per trovare una spiegazione adeguata. Anzi, proprio il progresso scientifico, scoprendo sempre più la complessità e l’ordine dell’universo, rende sempre più necessaria, come vedremo, l’idea di una Intelligenza suprema creatrice.