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Emergenza educativa

Emergenza educativa


Emergenza ambientale, climatica, sanitaria? Ne sentiamo sempre parlare… in genere a sproposito.

No, la vera grande, silenziosa ma distruttiva emergenza è quella “educativa”!

Questa drammatica espressione (emergenza educativa) emerse già nel pontificato di Giovanni Paolo II e venne fortemente ripresa da Benedetto XVI, addirittura rivolta come richiamo urgente alla stessa Chiesa di Roma (vedi e vedi), che pur è il centro della cristianità.

Si tratta di quel drammatico vuoto di valori e soprattutto di fede che insidia le nuove generazioni, specie in Occidente e ormai appunto anche in Italia; con le tragiche conseguenze che ciò comporta per i singoli ragazzi e giovani, per la loro vita, per la loro anima e quindi per il loro stesso destino eterno; ma ciò compromette anche il futuro stesso della società e del mondo, oltre che della Chiesa.

È un’emergenza che chiama in causa soprattutto la carenza educativa della famiglia, ma anche della scuola, come del mondo della comunicazione, dello spettacolo, dello sport, e investe in fondo l’intera società.

Un’emergenza che coinvolge e persino chiama in causa la Chiesa stessa. Essa infatti, chiamata da Dio ad essere “Mater et Magistra” (madre e maestra), non può esimersi dal compiere un serio esame di coscienza, che interpella (di fronte a Dio stesso!) la responsabilità dei Pastori e degli educatori e dovrebbe condurre pure ad un serio ripensamento di ciò che in questi ultimi decenni non ha saputo far fronte se non addirittura ha contribuito a produrre tale spaventoso “vuoto” delle coscienze!

Oggi poi potremmo riscontrare, con sempre maggior dolore, come tale “emergenza”, denunciata appunto da decenni, nonostante ovviamente le lodevoli eccezioni, abbia ormai assunto i toni di una vera e propria “calamità”, tanto è grave, anche se in genere nascosta e silenziosa (tranne quei casi eclatanti di violenza o morte che fanno notizia sui media).

Per questo, mentre riportiamo alcune recenti notizie in merito, non possiamo esimerci dall’offrire pure qualche considerazione più ampia sul fondo di tale questione, che riguarda in primis queste cosiddette “agenzie educative” ma in fondo l’intera società, fino a minacciare di comprometterne il futuro!


Il retroterra storico-culturale

In pochi decenni il “nichilismo”, passato dal livello filosofico a quello esistenziale, ha sradicato totalmente le nuove generazioni dal passato, dalla stessa cultura e persino civiltà in cui sono nate, soprattutto dalla fede cristiana, così da renderle per così dire galleggianti sul “nulla”, senza storia e senza futuro, in una sorta di “carpe diem” che rende la vita vuota, senza una direzione vera ed un significato in grado di rispondere davvero alle domande più importanti dell’uomo. È come se le nuove generazioni non avessero alle spalle una storia, un passato, una civiltà, una cultura, una tradizione, come se tutto nascesse ogni volta nell’oggi; ma proprio per questo sembrano persino prive di prospettive, di speranza, di futuro.

Questo sradicamento dal passato e dalla bimillenaria civiltà cristiana era stato il grande progetto ideologico promosso, talora persino con inaudita violenza, già dall’Illuminismo, dalla Rivoluzione francese (vedi) e in Italia dal Risorgimento (vedi).

Poi pure l’Unione Europea ha voluto caparbiamente negare, perfino nella sua Costituzione, le proprie radici cristiane, per inventare ora nuovi pseudo-valori e diritti, peraltro diametralmente opposti alla legge di Dio, da imporre agli Stati-membro e da esportare al resto del continente e possibilmente del mondo.

Possiamo dire che ormai il nichilismo è penetrato nelle coscienze, specie delle nuove generazioni,  come un virus distruttivo e letale, anche se in genere silente. Fanno notizia solo quei casi eclatanti di cronaca che invece ne sono una conseguenza estrema (droga, violenze, stupri, persino suicidi ed omicidi).

Rimangono ovviamente delle eccezioni, come una sorta di biblico “piccolo resto”, che Dio sta preparando e a cui sarà forse poi affidata la “ricostruzione” (ammesso che questa umanità abbia ancora un futuro). Ne abbiamo parlato molte volte (vedi ad esempio in Francia o anche nell’ultima News vedi). Si tratta anche di alcuni giovani, sia provenienti da autentiche famiglie cristiane, che sono rimasti fedeli e perseveranti nella vera fede cattolica, sia che vi sono approdati o ritornati, anche dopo aver sperimentato, come il “figliol prodigo” della parabola evangelica (Lc 15,11-32), la desolazione di un mondo senza Dio, che ha fatto della libertà senza verità la propria bandiera, ma che lascia appunto terribilmente vuoti e smarriti. Significativo che in entrambi i casi si tratti spesso della scoperta della vera fede cattolica, senza sconti o compromessi, fedeli alla perenne tradizione (persino liturgica) della Chiesa, come appunto abbiamo sottolineato anche nei documenti sopra ricordati.

Lo stesso Nietzsche, che pure si faceva accusatore e nello stesso tempo promotore del nichilismo già allora emergente (“do una spinta a ciò che sta comunque per cadere!”, affermava), profetizzava già 150 anni fa che il tramonto del cristianesimo, inizialmente sostituito con certi valori umanitari e persino dalle nuove ideologie, avrebbe nell’arco di due secoli trascinato l’Europa in un vuoto spaventoso (appunto il nichilismo), nella consapevolezza dirompente dell’assenza di ogni fondamento ultimo (Dio), così da sprofondare l’uomo e la società totalmente nel nulla (appunto nel nichilismo) e pure in immani tragedie (vedi la News “Dio è morto!”).

La storia della prima metà del secolo scorso, con le sue ideologie atee, dittature e guerre mondiali, ne ha dato tragica conferma. Ma pure il “vuoto” esistenziale, religioso e morale, di questi ultimi 60 anni, che oggi specie in Europa occidentale ha raggiunto livelli appunto catastrofici, non rappresenta che la deriva ultima di quel “diabolico” processo iniziato con la Modernità (vedi), che ha voluto mettere l’uomo al posto di Dio (un vero e proprio progetto satanico!), lasciandolo però vuoto e alla mercé delle proprie anche più basse passioni e soprattutto dei nuovi poteri mondani.


Il quadro politico

Dentro questo allarmante quadro sostanzialmente “nichilista”, anche la politica, che pur pretende ancora di essere invasiva padrona della vita dei cittadini e non al loro servizio (anche se ad esempio si chiamano ancora “Ministri”, che significa “servitori”), negando il fondamentale “principio di sussidiarietà” (vedi), sembra sempre più annaspare nel vuoto.

In questo drammatico deserto culturale ed esistenziale, in questo nichilismo tradotto ormai per la maggior parte, specie dei giovani, in “vissuto” quotidiano, risulta persino anacronistico continuare a parlare di destra e sinistra; diventa infatti sempre più palese che, nonostante le differenze, al fondo non sono che due facce della stessa medaglia e al servizio dello stesso “padrone”. Sentire parlare, specie a sinistra, di fascismo e antifascismo (ancora!?), di intoccabili diritti (dell’uomo o delle classi più deboli? macché! quello dell’aborto e delle pratiche sessuali di ogni tipo! ideali che un tempo avrebbero definito “borghesi”) e delle nuove discriminazioni (ad esempio dei cristiani vedi? macché! del mondo Lgbtq+, una realtà peraltro ultra-minoritaria e mai stata così potente, corteggiata e finanziata come ora), di nuove emergenze (quella educativa? macché! quelle sanitarie o quelle climatiche, così da tenere la società sempre sotto scacco), per non parlare del vergognoso e ipocrita indignarsi a comando (o “telecomando”, in base cioè alla volontà dei padroni dell’informazione) per alcune situazioni nazionali o internazionali, soprassedendo invece tranquillamente su altre analoghe e persino più gravi tragedie in atto nel mondo! Tutto ciò lascia sgomenti, specie se poi ci si confronta appunto col terribile “vuoto” esistenziale in atto, se non addirittura col pericolo di una deflagrazione mondiale!

Al di là dell’apparente logorroico scontro tra “maggioranze” e “opposizioni” di volta in volta emergenti (a parte poi la menzogna dei cosiddetti “governi tecnici”, che non di rado abbiamo subìto anche in Italia, cioè di leader che nessuno conosceva o voleva e che improvvisamente sembrano magicamente uscire dal “cilindro” … delle banche?), ormai dovrebbe essere abbastanza evidente che sostanzialmente esse non sono appunto che due facce della stessa medaglia, variazioni sul tema, su cui persino ci si accapiglia, di un unico indiscutibile piano, poiché il “grande padrone” (che guida soprattutto l’Occidente) è sempre lo stesso e non è che uno solo!

Pare che i cittadini se ne stiano persino accorgendo: così che dapprima vince il partito che di volta in volta sembra ribellarsi a tale ordine di cose (mentre poi si prostra anch’esso al vero occulto padrone), poi alla fine, come abbiamo visto anche recentemente, il partito che raccoglie il maggiore consenso è paradossalmente quello di chi non va a votare (e non si tratta ormai tanto di un qualunquistico disinteresse per la politica e per le questioni della vita nazionale e internazionale, ma proprio di una silenziosa denuncia di chi sembra ormai aver capito il gioco delle parti)!

Però non è questo il problema più grave. Anzi, la politica dovrebbe persino smettere di considerarsi “illuministicamente” padrona della vita dei popoli e in grado di far fronte a tutti i problemi dell’uomo.

Il problema umano e sociale più grave è invece appunto quello dell’imperante nichilismo, di quell’angosciante “vuoto” di significato, che si fa sempre più fatica a nascondere e mascherare, lasciando specie le nuove generazioni in un orizzonte esistenziale desolato e desolante, anche laddove sembrasse provvisoriamente coperto da un certo “bengodi”, per chi può permetterselo, quale ad esempio quello propagandato dagli USA in tutto il mondo (persino attraverso i video di YouTube e tutti i social), un orizzonte esistenziale fatto solo di culto del corpo, di soldi, di auto invidiabili e soprattutto di sesso da vivere in ogni maniera possibile immaginabile e inimmaginabile!

[Sui fondamenti essenziali di una politica invece autenticamente al servizio dell’uomo, vedi nel sito l’ampio documento sulla “Dottrina sociale della Chiesa”]


Educare

Sarebbe necessario analizzare anzitutto cosa significhi “educare”, ma è ovviamente impossibile in questo spazio. La parola indica etimologicamente un “tirar fuori” e “condurre”. Tale compito – una vera e propria missione che Dio stesso affida, specie ovviamente ai genitori nei confronti dei figli, ma secondariamente anche ad ogni educatore nei confronti di chi gli è affidato per questo – una volta veniva giustamente considerato “l’arte delle arti”. È infatti il compito e la responsabilità più importante, estremamente decisiva per la formazione della persona da educare (in primis appunto i figli), ma anche nei confronti del futuro stesso della società (un filosofo cristiano contemporaneo, J. Maritain, sottolineava che una società e persino una democrazia si regge o crolla sulla capacità o meno di fornire alle nuove generazioni una vera educazione).

Non si tratta di “indottrinare” (tanto meno di imporre un progetto ideologico da parte dello Stato, specie attraverso le scuole, come invece purtroppo spesso è avvenuto e in modo più subdolo continua ad avvenire), di imporre cioè dei contenuti calati dall’alto, persino voluti dalla cultura o dal potere dominante e diventati indiscutibili. Ma non si tratta neppure di rinunciare a tale compito educativo per garantire una presunta quanto vuota “libertà”! Si tratta di una sorta di “paternità spirituale”, che peraltro anche un padre e una madre devono esercitare: perché i figli si mettono al mondo una volta ma ci vogliono quasi 20 anni per educarli, cioè per introdurli nel senso vero della vita! Non si tratta di fare del “paternalismo”, né tanto meno di essere “autoritari”; ma neppure di scadere in quella sorta di stucchevole “amicizia” dell’educatore che rinuncia a tale responsabilità educativa (come oggi molti genitori e insegnanti fanno). Si tratta di incarnare il compito di una vera “autorità”, di essere una presenza che si potrebbe definire “autorevole” (di Gesù stesso le folle dicevano stupite e ammirate che è uno che insegna con autorità e non come gli altri, cfr. Mt 7, 28-29), cioè una presenza che diventa un vero punto di riferimento, per la sua saggezza (è importante che sappia fornire “le ragioni” di ciò che insegna, anche per la fede) e per il suo esempio (deve cioè il più possibile porre in atto per primo quello che insegna; non si pensi però, come si sente sempre dire oggi, che basti il “buon esempio”, perché sono necessari anche gli insegnamenti e le spiegazioni, per introdurre nella ragionevolezza della Verità insegnata e testimoniata).

Agenzie educative

Riguardo appunto alla gravità di questa “emergenza educativa” in atto, diamo ora uno sguardo alle spesso drammatiche carenze o incapacità educative (talora può sembrare persino una “resa” nei confronti di un compito considerato ormai impossibile!) che riscontriamo nelle cosiddette “agenzie educative” (parola spesso usata ma forse impropria perché induce a pensare ad una sorta di aziende specializzate, quando invece l’educazione delle nuove generazioni è appunto uno dei compito più sublimi e una delle maggiori responsabilità, persino di fronte a Dio stesso). Parliamo anzitutto della famiglia (cioè della responsabilità educativa dei genitori), della scuola (che non deve limitarsi a fornire informazioni, né tanto meno diventare veicolo di vecchie o nuove ideologie, ma neppure ridursi ad una sorta di area di parcheggio dei figli), ma prima ancora della Chiesa (chiamata da Dio ad essere “Mater et Magistra”, cioè madre e maestra, di tutti, ma specialmente delle nuove generazioni), come pure del mondo stesso della comunicazione, dello spettacolo, dello sport e di tutto ciò che oggi più che mai ha tanta incidenza sulle menti e sulle coscienze dei ragazzi e dei giovani.

La Chiesa

Persino la Chiesa Cattolica, che in questi ultimi 60 anni sembra progressivamente aver smarrito la propria identità e di conseguenza la propria capacità di missione (secondo cioè il ‘mandato’ stesso di Cristo Signore) – così che già Giovanni Paolo II richiamò continuamente la necessità di una “nuova evangelizzazione”, come se cioè dovessimo quasi ricominciare da capo! – sembra quasi non accorgersi di tale “emergenza” (vedi); o, ancor peggio, pensa di risolverla inseguendo un mondo che invece su questa strada ha già abbondantemente sperimentato il proprio fallimento (vedi)!

Si moltiplicano fino all’inverosimile le iniziative pastorali, i programmi, gli incontri e i discorsi, con una verbosità ed un linguaggio tale da essere letti e compresi forse solo da chi li scrive e dagli addetti ai lavori, che lasciano il popolo e soprattutto i giovani, tanto acclamati e corteggiati, come su un altro pianeta e totalmente disinteressati, senza trovare una vera via d’uscita al vuoto esistenziale in atto e soprattutto senza poter davvero incontrare Chi (Gesù Cristo) può rispondere davvero alla loro magari inconscia domanda di significato e che la Chiesa dovrebbe annunciare e donare come unico e vero Salvatore! Capita così che si continui a parlare, in modo autoreferenziale, del “noi” (comunità, incontri, iniziative, sinodi, programmi pastorali) e sempre meno di Lui!

Assistiamo così al moltiplicarsi di innumerevoli incontri (per parlare di che cosa?) e iniziative (con quale scopo?), di liturgie spesso bizzarre e innovative (dove il soprannaturale pare evaporato, la “partecipazione attiva” viene intesa come un poter fare tutti qualcosa, dove insomma “il grande Assente” sembra proprio Dio!), con testi sacri rimasti ignoti e incomprensibili (nonostante la lingua italiana entrata già 60 anni fa e i sempre nuovi Messali e Lezionari) e le interminabili quanto vaghe omelie (talora persino contrarie all’autentica fede cattolica). Per non parlare poi di un catechismo ormai chiaramente risultato fallimentare, con testi che spesso si attardano in vaghi contenuti e persino di incerta fede e catechisti in genere impreparati e persino improvvisati, in un quadro di desolante incapacità educativa e persino di rinuncia all’annuncio della vera fede cristiana “cattolica”. Si continua a far finta che i Sacramenti (vedi le Prime Comunioni, ma anche i Battesimi, le Cresime e i sempre più rari Matrimoni) siano domandati per fede o almeno la suscitino e l’alimentino, mentre invece non sono in genere che vuoti rituali sociali, sempre più sulla via del tramonto; tramonto che avrebbero forse già conosciuto se non fossero sospinti da una vacua abitudine se non addirittura da certi indotti commerciali, per vendere regali, fiori, vestiti, bomboniere, ecc. e realizzare foto e riprese per sentirsi almeno per un giorno come i personaggi dello spettacolo.

Si è così giunti ad un drammatico “analfabetismo religioso”. Appunto anche a Roma, centro mondiale della cristianità, pur piena di chiese, conventi e case religiose, con numerosissime scuole cattoliche e addirittura università cattoliche e pontificie frequentate da tutto il mondo, una città cioè piena di preti, frati, suore, per non dire di monsignori, vescovi e cardinali! Persino in sedicenti gruppi cattolici e addirittura in scuole (e università!) cattoliche abbiamo ragazzi e giovani che non sanno neppure il Credo (tanto meno cosa significhino quelle imprescindibili espressioni del IV secolo che stanno a fondamento dell’autentica fede cattolica e pur ripetute ogni domenica a Messa), chi sia Gesù (è Dio stesso fatto uomo?), quali siano i 4 Vangeli, i 10 Comandamenti e i 7 Sacramenti, cioè i cardini elementari e fondamentali della fede cristiana!

Insomma, a ben vedere, si fa ormai sempre più fatica a nascondere l’apocalittica apostasia in corso, non solo in Occidente ma appunto persino al centro della Cristianità!

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Aggiungiamo quindi questa considerazione sull’attuale emergenza “educativa”.

Se 60 anni fa il principale antagonista del cristianesimo, specie nel mondo giovanile, era il marxismo – quel “sol dell’avvenire” che sarebbe stato il socialismo-comunismo, un sole mai arrivato o tramontato nel nulla prima ancora di sorgere, quel paradiso in terra che dove è stato realizzato è stato peggiore dell’inferno! – ora a costituire la vera sfida apocalittica è appunto il “nichilismo”. Ma combattere il Nulla è per certi versi ancor più difficile che controbattere alle false ideologie. Così come l’indifferenza è in ultima analisi assai peggiore della negazione. Sembra inattaccabile, sguscia via da ogni presa. Però non ha futuro e abbandona in un terribile vuoto, in una sorta di ignavia (che già Dante non riteneva degna né del paradiso e neppure dell’inferno stesso, relegata per così dire ai suoi bordi).

Capita così di sentire ragazzi e giovani che, nonostante le bestemmie e tutte le menzogne e calunnie imparate sulla Chiesa (anche a scuola), non sanno assolutamente più nulla del cristianesimo, cosa significhi la stessa parola “Dio” e di conseguenza chi sia Gesù Cristo. Non capiscono neppure perché sarebbe una questione di cui parlare; sarebbe per loro un’inutile perdita di tempo, una noia insopportabile! Contrariamente a ciò che ha avvertito l’uomo di ogni tempo e luogo, per la maggior parte di loro è inconcepibile persino che se ne senta il bisogno!

Non sarà che l’attuale stile di vita, l’impero del materialismo e dell’ateismo pratico, del consumismo che incensa l’ultimo prodotto commerciale da desiderare e ottenere ad ogni costo (pena non essere nemmeno più considerati persino dai cosiddetti amici), il celebrato trionfo delle passioni carnali di ogni tipo e da vivere comunque e senza più alcun freno, insieme all’ignoranza stessa della questione e dei fondamenti della fede, costituisca come una sorta di anestesia delle coscienze, che non si accorge della domanda e persino della malattia mortale di cui è affetta la propria anima, non perché esse non esistano, ma appunto solo perché narcotizzate, fino a condurre alla morte, come una sorta di morfina per un malato terminale?

Così ricorda ad esempio S. Paolo agli Efesini (Ef 4,17-19): “ Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile”.

Ecco perché abbiamo voluto introdurre le nostre catechesi con la domanda “Perché dovrei?” (vedi la catechesi introduttiva o ascolta la seguitissima audio-catechesi).

In realtà la coscienza umana non resiste a lungo nel vuoto. Persino la mente, come riconoscevano già gli antichi filosofi, avverte una sorta di “horror vacui”, un orrore del Nulla. È già un suicidio interiore! In questo stato può sembrare per un po’ di tempo di star bene e di non porsi troppi problemi; in realtà si cade in una sorta di noia mortale (ed è inutile cercare di volta in volta di coprirla con nuove effimere emozioni), persino nella depressione e si può essere tentati addirittura di suicidio! Non a caso depressioni e suicidi crescono in modo esponenziale proprio tra i giovani dei Paesi occidentali (e in Giappone) più sviluppati e benestanti e ormai persino tra i giovanissimi!

Notizia

Che ci sia una rapporto tra la perdita della fede e l’aumento esponenziale dei cosiddetti “decessi per disperazione” (suicidi, depressioni, overdose di droga, farmaci e alcolismo) del mondo giovanile specie occidentale è stato scientificamente rilevato nientemeno che da un recente autorevole studio: “Opiates of the Masses? Death of despair and the decline of american religion“, National Bureau of Economic Research, Cambridge.

In questo vuoto interiore, quasi sempre, persino senza accorgersene, si cercano dei surrogati di Dio.

Mentre nascono e vengono pubblicizzati sempre nuovi “idoli” (che hanno tutta l’apparenza di essere Dio e di rispondere al nostro bisogno di felicità, mentre invece sono vuoti e rendono come loro chi li segue – come recita splendidamente il Salmo 115, vedi i versetti 4-8), crescono inevitabilmente tutti i tentativi di fuga dalla realtà, di alienazione: può essere la fuga nell’alcool come in ogni tipo di droga, nella pornografia come in una sessualità “usa e getta”, o anche solo in un’ossessiva dipendenza dal telefonino, dai social, da internet (ne riparleremo dopo). Può essere anche la fuga o la ricerca del benessere (wellness), persino attraverso pseudo-forme di religiosità: si cerca rilassamento e un po’ di pace nei centri specializzati o nella pratiche di meditazione trascendentale, yoga, zen o in altre espressioni religiose provenienti dall’Oriente (buddismo e derivati), o nelle nuove forme di religiosità deviata provenienti invece dagli USA (New-Age, Next-Age, ecc.). Si tratta certo di sfuggire alla frenesia o al materialismo della vita moderna per ritrovare un po’ di interiorità, il proprio io; e questo potrebbe essere perfino un bene, un primo passo per emanciparsi da una vita quotidiana tutta fare e avere, appunto una continua frenetica corsa che alla fine dimentica proprio l’essere. Ma in realtà proprio l’io rimane fondamentalmente ancora solo e lasciato di fronte al Nulla. Manca ancora il vero Tu che ci ama infinitamente e fa consistere il nostro stesso io: manca appunto il vero Dio, così come s’è pienamente rivelato in Cristo Signore, vero Dio e vero uomo, unico salvatore e vita eterna dell’uomo; manca la Santissima Trinità, Dio-Amore! E quindi anche la possibilità della salvezza eterna!

Insieme a queste antiche o nuove forme di religiosità, dai tratti fondamentalmente ancora “panteisti” (Dio è la Natura, che oggi si torna infatti spudoratamente ad adorare!), cresce anche  il ricorso alle sette, da quelle che si dicono cristiane senza esserlo (come i “Testimoni di Geova”, che negano infatti la divinità di Cristo), a quelle avvincenti e assai pericolose, che, insieme al vero rilassamento (in genere anche morale e di forte libertinismo sessuale), promettono persino successo, potere, pure un contatto coi morti (anche le “sedute spiritiche”, assai pericolose perché spesso veicolo di Satana, sono sempre più in auge tra i ragazzi). Tali sette sono in genere veri e propri inganni, per creare dipendenza (da cui poi è difficile sfuggire) e persino per carpire molto denaro agli adepti. Altre volte si tratta di  pericolose forme di ricorso alla “magia” (bianca o nera non cambia), ai poteri occulti (presunti o reali), e sempre più spesso perfino alle sette sataniche.

Non sorprenda se affermiamo, peraltro con l’ausilio anche di importanti esorcisti (pensiamo al defunto padre Gabriele Amorth, importante anche per comprendere queste realtà – si trovano suoi interventi anche su YouTube), che anche il progressivo diffondersi della mania dei tatuaggi costituisca non solo un’ingenua moda o un gusto estetico (che tra l’altro assai spesso bello non è affatto, anzi), ma nasconda, consciamente o inconsapevolmente, riferimenti persino satanici (basti pensare a certe immagini di serpenti o di teschi, ecc.) e ne possono attirare perfino l’influsso malefico!

Notizia

A proposito dell’approdo di molti giovani ai riti magici e satanici, è di questi giorni la notizia di un giovane di Treviso, morto improvvisamente in occasione di incontri di questo tipo (leggi).

In questo vuoto esistenziale e religioso, l’Islam (sempre più prepotentemente presente in Europa occidentale, anche a causa dell’immigrazione spesso selvaggia), trova facile pretesto per accusare l’Occidente (spesso ancora confuso col cristianesimo) di essere il “regno di Satana”. Allo stesso modo pure la loro prolificità, a fronte della terribile denatalità dei Paesi dell’Europa occidentale, fa sì che l’Islam di fatto pian piano venga a sostituirsi al cristianesimo, ormai sulla via del tramonto, e di imporsi socialmente, talora persino con terribile violenza (senza ovviamente generalizzare; vedi ancora in Francia, ma in tutta l’Europa occidentale vedi e vedi).

A ciò si aggiunga l’incredibile e perfino ipocrita rinuncia alla propria “identità” e all’intera civiltà cristiana che follemente caratterizza il nostro Continente, in nome della “inclusività” e della “non discriminazione” dei musulmani. Un’inclusione appunto così ipocrita da non includere assolutamente il cristianesimo, ma di escluderlo e persino combatterlo (vedi ad es. nella II Parte della News “Cristianofobia”). Un vero e proprio suicidio culturale e persino appunto di un’intera civiltà

Notizie

Mentre in Europa occidentale, e ormai pure in Italia, le manifestazioni e i segni pubblici della fede cristiana sono sempre più censurati e vietati, ad esempio nelle scuole, lo stesso paradossalmente non avviene con la presenza islamica, anche quando fosse una presenza assai minoritaria e persino solo teorica.

Capita così che in molte scuole, anche italiane, in spregio alla nostra stessa civiltà (!), siano vietati i Crocifissi, le preghiere, e sia censurato persino l’irrinunciabile significato cristiano di festività come il Natale e la Pasqua o dei periodi liturgici come la Quaresima. C’è chi ha parlato persino di esonero dallo studio della Divina Commedia per gli studenti musulmani (è accaduto in una scuola di Treviso).

In una scuola superiore di Vienna, invece, per rispettare un solo musulmano è stata proibita la Bibbia (leggi).

Allora non si capisce però perché ormai tutti gli alunni, fin dalle più tenere età, debbano festeggiare ad esempio Halloween (persino con tanto di riferimento alle “streghe”). Ancora più paradossale che si debba obbligatoriamente parlare ad esempio del Ramadan.

Quest’anno ha fatto poi scalpore la notizia di un dirigente scolastico della zona di Milano (Pioltello) che ha pensato addirittura di chiudere le scuole (Primarie e Medie) in occasione appunto della fine del Ramadan (leggi), ricevendo peraltro il plauso dell’Arcivescovo, della CEI e di Avvenire (leggi)  (leggi). Tale dirigente s’è difeso col dire che nel suo istituto già il 40% degli studenti è musulmano! Secondo questo ordine di idee, però, oltre alla contraddizione per i contenuti cristiani silenziati (comunque fondamento della nostra cultura e civiltà), si dovrebbe allora riconoscere anche il diritto dei musulmani a non andare a scuola il venerdì (e magari andarci invece la domenica, a Natale, Pasqua …)!

Secondo l’ipocrita imperativo della “non-discriminazione” – quando invece i discriminati sono proprio i cattolici – oggi persino i nuovi governanti della Polonia (finalmente consoni a questa UE apostata e nichilista) hanno pensato di vietare in pubblico i simboli cristiani (leggi).


La famiglia

Ovviamente, se ci chiediamo a chi appartenga la prima e principale responsabilità educativa dei figli, è chiaro che parliamo dei genitori! Essi poi, se sono cattolici, si sono assunti persino pubblicamente di fronte a Dio e alla Chiesa la responsabilità dell’educazione “cattolica” dei propri figli fin dal momento del loro matrimonio (è perfino una delle condizioni per poter celebrare il Sacramento del Matrimonio!), impegno solennemente rinnovato al momento del Battesimo dei loro figli (anche questa è una condizione per il Battesimo dei bambini). Ma è proprio la famiglia che al giorno d’oggi risente del peggior attacco di Satana; perché il demonio sa, ma basterebbe il buonsenso e persino l’esperienza, che una volta distrutta la famiglia sono in genere distrutti i figli, le nuove generazioni, e con ciò l’umanità stessa e il suo futuro!

Se volessimo attardarci in un’analisi storica di cosa abbia causato nell’ultimo secolo la progressiva crisi della famiglia, potremmo ad esempio individuare già i falsi modelli forniti dalla cinematografia, specie americana. Ma soprattutto, anche se non sembrerebbe ad un’analisi superficiale, fu proprio l’arrivo nell’intimità della casa della televisione a costituire una vera e propria minaccia. Già quando nel 1954 è nata in Italia la RAI e pian piano tutte le famiglie si sono incollate al televisore (allora solo la sera, i ragazzi già nel tardo pomeriggio), improvvisamente è sparita le preghiera familiare serale (il tradizionale S. Rosario) e poi anche il dialogo (non parliamo poi di quando il televisore è stato piazzato addirittura in cucina!). Così le notizie, le idee e gli stessi modelli di vita, che il “padrone” voleva che il popolo assumesse, venivano persino acriticamente assunti come propri (il fatidico “l’ha detto la TV!”). E si trattava ancora di una televisione che vista oggi farebbe persino tenerezza per la sua iniziale severa pudicizia (oggi chiamata in modo sprezzante “pregiudizi bacchettoni dei cattolici al potere”; e in effetti in quegli anni l’amministrazione RAI voluta dalla DC, quando c’era ancora un solo canale, badava più a questo che alla diffusione di idee e modelli anticristiani).

Persino della vita della Chiesa, il popolo apprendeva solo quello che la televisione (e in modo più ristretto la stampa) forniva. Così imparò ad esempio a chiamare Giovanni XXIII il “Papa buono” (come se il predecessore non lo fosse stato!), magari ricordando solo l’improvvisato discorso della sera dell’11.10.1962 (che il Papa non voleva neppure fare, essendoci già stata alla mattina la solenne apertura del Concilio), soprattutto per il suo noto “anche la luna stasera…” e “date una carezza ai vostri bambini!”, discorso in cui tra l’altro auspica che il Concilio aperto in quel giorno potesse chiudersi dopo poche settimane (“speriamo prima di Natale”), quando invece fu concluso da Paolo VI dopo oltre 3 anni (leggi). Del Concilio stesso, per la prima volta nella storia, la gente seppe più quello che la televisione voleva sottolineare che quello che fosse in realtà (di un “Concilio mediatico”, diverso da quello “vero”, parlò a braccio e a lungo Benedetto XVI, che vi aveva partecipato, in uno dei suoi ultimissimi discorsi leggi). Da allora in poi la gente (persino i Cattolici praticanti) non ha più attinto dal parroco o dai documenti ufficiali cosa avveniva nella Chiesa e qual era il suo autentico insegnamento, ma da ciò che di essa dicevano i giornali e soprattutto la televisione; anzi, forse persino i sacerdoti impararono ad apprenderlo così e non attingendolo, come doveroso, dalle fonti ufficiali.

Oggi poi tutto ciò ha raggiunto livelli inimmaginabili e parossistici!

Nel giro di pochi decenni, e con l’avvento pure delle televisioni commerciali e dei format venuti soprattutto dall’America, la mentalità cambiava. Persino la nonnina, che prima avrebbe gridato al pubblico scandalo di fronte ad un tradimento coniugale per non dire ad un divorzio (che allora in Italia non c’era), dopo l’ennesima puntata dell’imperdibile “telenovela” (come si chiamarono i teleromanzi) se ne usciva in proposito con un ingenuo “s’è rifatto una vita” non accorgendosi neppure più che stava andando contro il Vangelo stesso! Poi, come sempre, si è passati pian piano dallo schermo alla realtà!

Tali condizionamenti e cambiamenti di mentalità, sostenuti da un potente potere culturale anticlericale e anticristiano (specie della sinistra; con il decisivo apporto dei Radicali, pur ristretta ma rumorosa minoranza), riuscirono in poco tempo ad ottenere anche in Italia la legge sul divorzio, come poi sull’aborto e tutti gli altri pseudo-diritti moderni (senza badare al diritto dei figli e persino dei nascituri). Non a caso proprio la legge sul “divorzio”, confermata dal relativo Referendum, fu celebrata da tale potere anticlericale e anticristiano finalmente come una prima sconfitta della Chiesa e dell’Italia cattolica! [Per avere un quadro sintetico di cos’abbia prodotto in Italia in 50 anni la legge che ha permesso e persino promosso il divorzio, vedi il nostro documento]

Famiglia distrutta e “catastrofe educativa” vanno poi di pari passo.

Si aggiunga poi il lavoro delle mamme, che ha notevolmente contribuito a lasciare i figli in una tragica carenza educativa! Una falsa idea della dignità della donna, promossa dal “femminismo” e frutto di grandi “equivoci sociali” (vedi) di stampo già illuminista e poi marxista (secondo cui “uguaglianza” significherebbe fare le stesse cose), ha fatto sì che una donna che fosse rimasta a tempo pieno a fare la mamma e la sposa venisse considerata “non realizzata” e retrograda. Se poi il costo attuale della vita facesse pensare al lavoro di entrambi i genitori come un’assoluta necessità economica, dovremmo anche chiederci (tranne certi casi di reale necessità o in presenza di particolari carismi) quali spese siano così davvero necessarie (?) da sacrificarvi il tempo da passare in famiglia e dedito anche all’educazione stessa dei figli.

I figli vengono allora sistemati in qualche modo: se non ci sono i nonni si deve pensare ad una baby-sitter o ad una cosiddetta “tata”; poi l’asilo (se non già il “nido”) e la scuola stessa (possibilmente a tempo pieno) sono intesi come una sorta di baby-sitter o deposito-figli; così lo sport e tutte le altre attività che tengono i figli fuori casa tutto il giorno. Inoltre in molti casi il papà torna abitualmente ad orari serali impossibili (magari i figli piccoli già dormono) e qualche volta anche la mamma. Poi bisogna appunto piazzarsi davanti alla TV ed oggi anche davanti al computer. Insomma, durante la settimana la famiglia non c’è più! E la responsabilità educativa pure!  

Così, mentre un’Italia allora ancora anagraficamente cattolica (il 94% della popolazione italiana!) continuava ad esempio a chiedere il Battesimo per i figli (mentre oggi cresce il numero di coloro che non lo fanno, dicendo che saranno i figli a scegliere da grandi, come si trattasse di una tessera di partito o di un club sportivo e non della loro salvezza eterna!), festeggiava solennemente le Prime Comunioni e ancora amava sposarsi in Chiesa (oggi sempre meno!) e persino andava ancora a Messa la domenica (una percentuale in progressivo e costante calo, fino al tonfo attuale!), la fede diventava sempre più marginale, i suoi contenuti sempre più ignorati e la mentalità sempre più determinata da altro, spesso diametralmente opposto al cristianesimo; e tutto ciò senza neppure accorgersene!

Come abbiamo già sopra ricordato, anche le nuove generazioni italiane crescono così quasi totalmente all’oscuro persino dei più elementari fondamenti della fede cristiana. Oggi, anche a Roma (centro della cristianità!) abbiamo bambini che non sanno neppure fare il Segno di Croce, né sanno recitare il Padre nostro o l’Ave Maria, figuriamoci sapere qualche episodio della Bibbia o dei Vangeli, per non dire della vita dei Santi. Non c’è tempo e voglia per insegnare queste cose!

Crescono così drammaticamente anime senza Dio, senza la Sua grazia, senza fede, senza morale (un tempo si sarebbe giustamente detto: “senza timor di Dio”!).

E poi ci stupiamo se già nella pubertà o nell’adolescenza ci siano anime perse, con apici (come vedremo poi) persino di inaudita violenza o ragazzini già schiavi della pornografia e persino già dediti ad ogni pratica sessuale?!

Notizia

Che la famiglia sia sempre più denigrata, persino negli importanti consessi internazionali, è stato denunciato persino in un duro intervento tenuto nel febbraio scorso dall’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU in occasione della 62ª sessione della Commissione che lavora per l’attuazione della fatidica <Agenda 2030>!(leggi)


La scuola

Un’altra fondamentale “agenzia educativa” è la scuola, o almeno così dovrebbe essere. Secondo la Dottrina sociale della Chiesa (vedi), ma anche solo secondo il buonsenso, l’educazione scolastica deve però essere subordinata alla responsabilità educativa dei genitori e ai loro principi religiosi, morali e culturali (tranne nei casi di totale irresponsabilità o incapacità degli stessi). Non è così ad esempio nella concezione sia comunista che fascista, cioè nella logica illuminista, dove i figli devono invece essere sottratti al più presto alla famiglia per essere educati dallo Stato!

Già il Risorgimento, col suo odio anticattolico (vedi dossier e vedi documento), aveva pensato di togliere immediatamente le scuole dalle mani dei preti e degli ordini religiosi (aboliti da Cavour!) per fare della scuola statale il veicolo di indottrinamento ideologico e anticattolico. “Fatta l’Italia”, come si disse, si dovevano però ancora “fare gli Italiani”; perché infatti il popolo vero era ancora cattolico e attaccato alla Chiesa e non voleva prostrarsi al nuovo potere massonico! E quale mezzo più idoneo, allora, se non appunto le scuole? Si doveva insegnare l’etica risorgimentale (da libro “Cuore”) e la storia rivista dai nuovi padroni, che parlava delle nefandezze della storia della Chiesa, del Medioevo cristiano come dei “secoli bui” e tempo dell’oscurantismo clericale (vedi invece il dossier), della presunta opposizione tra scienza (la nuova verità!) e fede (l’antico errore!) (vedi invece), così che poi gli studenti, specie i più intelligenti (persino al liceo, magari la futura classe dirigente), potessero scegliere, in realtà senza però aver potuto conoscere davvero come stanno le cose! Era certo arduo riuscire a censurare un’intera bimillenaria civiltà cristiana, cioè la fede cattolica che tanto ha plasmato pure la nostra letteratura e la nostra arte, oltre che la vita sociale! Ma questa rivoluzione scolastica (dei programmi, dei contenuti) avveniva senza che neppure i genitori cattolici se ne accorgessero; anzi, persino oggi lo ignorano! Così che queste culturali “mine vaganti” (l’universo s’è fatto da solo e noi siamo solo scimmie evolute casualmente), questi contenuti diametralmente opposti alla verità e alla fede cattolica (al Credo stesso!), vengono piazzate nelle menti persino dei bambini più piccoli; mine che un giorno scoppieranno e lasceranno gli adolescenti nella più catastrofica desolazione. Perché infatti, a ben vedere, non c’è nulla di più desolante che sentirsi al mondo per caso e non perché creati e amati da Dio e chiamati a partecipare per sempre alla Sua stessa vita … ed a Lui rendere anche conto (col pericolo pure di perdere tale salvezza eterna a causa dei nostri peccati, da cui appunto stare lontani il più possibile)!

Il nuovo potere culturale, sostanzialmente laicista (prima liberal-massonico, poi marxista; poi uniti per l’assalto anticristico alle nuove generazioni) ha inventato e sempre più imposto questi nuovi “dogmi” indiscutibili, che dovevano essere diffusi e persino imposti anche dalle scuole: si veda appunto l’agnosticismo, l’ateismo, l’evoluzionismo (nel sito vedi il dossier e vedi il documento), per passare ora all’ecologismo (vedi dossier) e all’ideologia “gender” ed  Lgbtq+ (vedi). [Fino al punto che questi “dogmi” laicisti, materialisti e atei, anche i più assurdi, circolano non solo impunemente nelle scuole statali, ma talora penetrano persino all’interno delle stesse scuole cattoliche (leggi)!]

Intanto s’era raggiunta la scolarizzazione di massa e fondamentalmente “statale”. Infatti, la “libertà di educazione”, diritto cardine di una vera società democratica e “valore non negoziabile” di un’autentica politica umana e cristiana (vedi), in Italia non si è mai concretamente attuata (pur riconosciuta teoricamente dalla Costituzione). Così che far frequentare ai figli una scuola che sia con un’impostazione culturale ed educativa non imposta dallo Stato ma secondo i criteri educativi scelti dai genitori, significa per tali genitori spendere il doppio, cioè ripagare tutto da capo (quando tali genitori, con le proprie tasse, come tutti i cittadini, hanno già pagato la pubblica istruzione di tutti, compresi i loro figli).

Visto poi che oggi, come abbiamo sopra ricordato, entrambi i genitori lavorano, cosa si insegni effettivamente a scuola sembra perfino secondario; la scuola diventa una sorta di baby-sitter per i bambini e di parcheggio per gli adolescenti (altrimenti sarebbero dei disoccupati o degli emarginati). 

Anche gli insegnanti sono spesso di scarso valore (sono i laureati meno pagati e quindi se possono vanno altrove) e demotivati (obbligati ad infinite inutili riunioni) e spesso avversati dai genitori stessi (non perché insegnino meglio ma perché siano ancora più tolleranti con la maleducazione dei figli viziati).

Così i genitori, anche quelli davvero cattolici e che hanno desiderato educare i loro figli secondo la verità, la fede e la morale cristiana, possono trovarsi i propri figli (per intere giornate e per anni e anni, proprio quelli decisivi per la loro formazione) educati secondo principi opposti a quelli ricevuti in famiglia; e talora in modo così subdolo (appunto attraverso una certa presentazione della storia, della cultura e della scienza) che magari neppure se ne accorgono o possano reagire. Perché spesso, anche nel migliore dei casi, la loro preoccupazione non sono i contenuti che i figli imparano a scuola, ma semplicemente i risultati (i voti e la promozione). Anche da parte dei genitori cattolici non c’è in genere alcuna attenzione ai contenuti trasmessi, spesso opposti alla verità e alla fede – e ricordiamo che non esiste un’educazione “neutrale”, come non esiste una vita neutrale e non lo sono le nostre idee e scelte – non c’è alcuna loro verifica o discussione; l’importante è appunto che “vadano bene”, che siano promossi. Per questo non si accorgono neppure che i figli crescono con una mentalità contraria alla fede, dettata dagli stessi insegnanti, persino dai programmi e dai libri di testo. L’esito di questo processo educativo (o diseducativo) è poi drammatico, anche per le coscienze e la vita, persino per la vita eterna! Questa dicotomia tra fede imparata in casa (ammesso che ciò sia avvenuto, cosa già rarissima, anche in Italia) e cultura imparata a scuola (spesso ad essa antitetica), per non parlare della mentalità appresa dalla cultura dominante (stampa, film, testi di canzoni e ciò che oggi circola su internet e sui social) e vissuta dagli amici, porta già un adolescente o ad abbandonare la Chiesa e perdere la fede, o se ancora continuasse a dirsi cattolico e ad andare persino a Messa (cosa ormai rarissima!) lo farebbe con una sorta di schizofrenia mentale, cioè con una parte della sua personalità che ancora si dice cristiana e contemporaneamente con una mentalità (prima ancora che un comportamento) che di fatto è agli antipodi della fede, persino del Credo recitato a Messa o privatamente pregato!

Notizie

Circa l’attuale crescente imposizione nelle scuole dell’ideologia “gender” ed Lgbtq+, riportiamo ad esempio le seguenti notizie:

Anche nelle scuole italiane si vuol far entrare la cosiddetta “carriera alias”, cioè la possibilità di essere considerati maschi o femmine indipendentemente dal sesso biologico (leggi) (leggi)

Si tenta allo stesso modo di istituire in tutte le scuole la «Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia», cioè la propaganda Lgbt sotto il pretesto della lotta contro le discriminazioni sessuali (leggi).

Nel Regno Unito un insegnante è stato licenziato perché si è rifiutato di usare pronomi femminili per un alunno maschio che dice di sentirsi femmina; ed un altro insegnante è stato licenziato per aver detto, in un seminario per docenti, che il matrimonio è solo tra uomo e donna e che la vita inizia dal concepimento (leggi).

In Irlanda un professore è finito addirittura in carcere per essersi rifiutato di usare il pronome neutro preteso da uno studente che desiderava cambiare sesso (leggi) (leggi). Sempre in Irlanda le scuole cattoliche si sono però opposte all’imposizione (anche ai bambini di 5 anni) dell’ideologia gender da parte dello Stato (leggi).

Nella UE la propaganda Lgbtq+ passa spesso anche attraverso testi appositi per l’infanzia e librerie a ciò dedicate. In compenso l’Ungheria ha invece multato una libreria per bambini che si ostinava a farlo (leggi).

Considerato che la “libertà di educazione” è appunto un principio cardine (non negoziabile) non solo della Dottrina sociale della Chiesa ma di una società autenticamente democratica, e visto che anche le scuole non statali (impropriamente detto “private”, perché svolgono un ruolo pubblico, tra l’altro spesso riconosciuto dallo Stato, come le “paritarie”) sono in qualche modo soggette al monopolio statale – a parte la perdita di identità di molte scuole cattoliche, come appena sopra ricordato – è bene che si prenda in seria considerazione anche la possibilità di promuovere le “scuole parentali” (cioè a conduzione familiare e a domicilio), peraltro riconosciute e garantite anche dalla legge italiana (si veda in proposito questo articolo).

Vista poi la necessità di avere anche buoni libri di testo (cattolici), eccone un esempio (leggi).


Analizziamo ora brevemente qualche elemento dell’attuale grave situazione esistenziale e morale delle nuove generazioni (senza voler con questo generalizzare o misconoscere le ottime eccezioni esistenti, di cui spesso parliamo anche nel sito), conseguenza soprattutto dell’attuale catastrofe educativa nei loro confronti.

Vista l’importanza che la sessualità riveste per la vita umana e la necessità, specie in fase di crescita (soprattutto nella pubertà e adolescenza), di un’autentica educazione sessuale, nel quadro di una piena formazione umana e cristiana, dobbiamo necessariamente soffermarci un poco, parlando dell’attuale “emergenza educativa”, sulla drammaticità della situazione attuale, dalle conseguenze spesso catastrofiche in ordine alla vita dei singoli (anche del loro cammino spirituale e dello stesso loro destino eterno), ma anche in ordine al futuro delle famiglie (ammesso che in futuro le vogliano ancora formare) e dell’intera società (ammesso persino che questa società abbia un futuro).

Una sessualità impazzita

In proposito è indispensabile fare almeno una nota sulla sessualità oggi spesso impazzita, una mentalità, che si traduce poi presto in pratica ormai fin da giovanissimi, che condiziona negativamente la vita dei ragazzi e degli adolescenti, fino spesso a distruggerla moralmente, oltre a spegnerli totalmente nello spirito (con gravissime conseguenze, talora persino irreversibili e soprattutto eterne)!

[Nel sito, oltre ad un grande documento (sempre assai visionato) sulla “Morale sessuale” (vedi), con 40 domande/risposte, c’è anche un documento sulla “rivoluzione sessuale” attuata nel fatidico ’68 (vedi), con conseguenze che fanno sentire ancor oggi le proprie tragiche conseguenze]

La contestazione giovanile degli anni ‘60/’70 del secolo scorso, una vera rivoluzione culturale (cioè di mentalità), fu in Italia quasi totalmente assorbita e guidata dal PCI (il più grande partito comunista dell’Occidente, lautamente sostenuto da Mosca e con una capillare organizzazione politica sul territorio che nessuno possedeva) e dalle frange extraparlamentari di sinistra, cioè dall’ideologia marxista. Tali forze politiche e culturali promossero fortemente anche tale  “rivoluzione sessuale” (l’unica che avrebbe avuto un tragico successo, vista invece la fine che avrebbe fatto il comunismo europeo nel 1989, e sarebbe perdurata fino al giorno d’oggi, con esiti appunto catastrofici), una rivoluzione all’insegna del “vietato vietare”, del “sesso libero” e senza regole. Tale rivoluzione fu pensata e promossa per catturare le nuove generazioni e soprattutto per sradicarle totalmente dalla Chiesa e dalla fede e morale cattolica (tale operazione spegne infatti ovviamente ogni sensibilità interiore; ed è dunque fondamentalmente di stampo satanico).

Ciò, a ben vedere, potrebbe risultare persino culturalmente contraddittorio. Questo “libertinismo” sessuale (edonismo) ha infatti una radice appunto liberale, di provenienza soprattutto americana (si tenga presente che persino il “linguaggio pansessualista”, oggi diffuso totalmente come normale, e non più solo tra i giovani maschi, è storicamente di provenienza USA ed entrò in Italia dalla fase postbellica). Il comunismo, come ideologia e come veniva attuato nell’Est-Europa, aveva infatti ben chiaro che anche il libertinismo sessuale, di stampo appunto occidentale, fosse una forma di “alienazione” sociale, di addormentamento delle coscienze perché non si impegnassero nel cambiamento sociale; per cui in URSS, cioè oltre la “cortina di ferro” che divideva in due l’Europa dal dopoguerra al 1989, erano molto attenti a non far entrare non solo i modelli occidentali (pure il gioco del Monopoli o Topolino erano per questo proibiti, perché appunto di stampo capitalistico) o la droga, ma persino la pornografia. Ecco perché si dice che al momento del crollo del Muro di Berlino (1989) i giovani dell’Est si gettarono a capofitto pure nei sexy-shop dell’Ovest.

Anche oggi vediamo infatti, pure in Italia, come i partiti cosiddetti di sinistra (che in teoria dovrebbero essere eredi di quella cultura di sinistra e comunque contrari a tale individualismo edonista), abbiano abbandonato da tempo e in modo sempre più plateale i problemi e le rivendicazioni delle classi meno abbienti, per promuovere ad ogni costo tutte le novità sessuali, anche le più stravaganti (chiamati ovviamente “diritti”), cioè appunto l’espressione di un quel libertinismo individualista ed edonista tipico del potere culturale dell’Occidente, di matrice USA e di stampo capitalista. 

La progressiva drammatica censura del significato “procreativo” della sessualità umana – denunciata già dalla celebre e profetica Enciclica di Paolo VI Humanae vitae del 1968 (vedi), in riferimento pure ai nuovi mezzi contraccettivi che si stavano proprio allora diffondendo (la nuova pillola anticoncezionale, giustamente condannata come immorale); enciclica che fu tanto avversata, anche all’interno della Chiesa, così che Paolo VI non fece più alcuna enciclica nei rimanenti 10 anni del suo pontificato (vedi) – dopo averne dapprima riconosciuto solo l’aspetto “unitivo” (peraltro con un senso sempre più vago dell’amore, fino a renderlo oggi una parola totalmente ambigua), poi ha sempre più smarrito anche questo significato, per abbandonare la sessualità semplicemente ad un piacere erotico da vivere a piacimento (si capiscono per questo retroterra culturale anche i nuovi conclamati diritti Lgbt), sottraendo appunto l’atto sessuale dal suo altissimo, autentico ed integrale significato (dato da Dio ed iscritto nella sua stessa natura), da ogni responsabilità, da ogni regola morale e persino dalle sue stesse naturali conseguenze (da cui appunto difendersi il più possibile).

Eccoci appunto così finiti ad una sessualità per così dire “impazzita”, senza significato e senza regole, che diventa persino una sorta di droga, di cui non essere mai sazi (bisogna inventare sempre nuovi piaceri e comportamenti sessuali, chiamati persino “diritti”!) e di cui essere sempre più dipendenti.

La spaventosa diffusione della pornografia online, ormai fin dalle più tenere età (con l’ipocrisia della presunta maggiore/minore età dichiarata), che già i ragazzini si scambiano pure sui social e se ne fanno persino artefici (con tanto di ricatti reciproci), è da leggersi in questo contesto. Essa costituisce una vera e propria “bomba nucleare silenziosa”, per la sua sotterranea ma enorme diffusione e per le tremende conseguenze distruttive che produce nella mente, nella psiche e nello spirito dei ragazzi!

Si aggiunga pure l’ipocrisia di considerare appunto il compimento dei fatidici “18 anni” come la porta per entrare nella liceità assoluta di ogni atto sessuale, semmai garantendo il solo consenso reciproco (questo si comincia ormai ad accettarlo anche nei confronti dei minori e tra i minori stessi)!

Persino coloro che dovrebbero essere educatori, anche nella scuola, raccomandano ormai il sesso comunque, purché sia “protetto” (preservativo), sentendo la purezza, la castità e la stessa verginità come un’anacronistica vergogna! [Pare ormai che anche negli ambiti giovanili cattolici circoli questa mentalità anticristiana, tanto che da tempo gli educatori stessi si guardano in genere dal parlare ancora del valore della purezza e della castità, cui peraltro si è invece moralmente obbligati (vedi il 6° Comandamento)]

Tali nuovi falsi maestri, della mentalità dominante ed oggi anche nelle scuole, sembrano raccomandare solo questo: “Ricordati di usare il preservativo! Se poi comunque te lo sei scordato o ti dà fastidio pensarci e armeggiare proprio sul più bello, oppure si rompe (il che capita più spesso di quel che non si dica, con conseguenze enormi), non ti preoccupare: è un problema di lei. Se già non prende la pillola contraccettiva, ora ci sono anche quelle postume, del “giorno dopo” o dei “cinque giorni” (che invece potrebbero già avere effetti abortivi, cioè uccidere un ovulo già fecondato e quindi anche biologicamente già un essere umano!) e persino la RU486 (vero e proprio aborto farmacologico). Comunque, male che vada c’è sempre l’aborto, garantito dallo Stato (senza neppure passare attraverso quei tentativi di dissuasione e di sostegno che peraltro la pur pessima legge 194 prevede e che vengono invece sempre sorpassati; teniamo presente che tale legge, che ha già provocato in Italia milioni e milioni di morti di esseri umani innocenti, in realtà nega che l’aborto possa essere considerato e attuato come pratica contraccettiva) e gratuito (fornito cioè dalla Assistenza sanitaria e pagato quindi con le tasse di tutti cittadini), aborto chiamato persino “diritto” (ma chi tiene conto del fondamentale diritto alla vita del bambino che già c’è?)! Ancora: e se poi sentissi il rimorso e avvertissi il trauma per il terribile omicidio che hai compiuto – e spesso lo è a vita, soprattutto evidentemente nella donna (ma anche nel maschio, che è comunque il padre di quel bambino abortito e della cui volontà invece la legge 194 non tiene assolutamente alcun conto), con conseguenze anche psichiche catastrofiche – oggi c’è sempre chi ti assicura, facendolo passare per scientifico quando ciò è invece falso e antiscientifico, che il concepito – come del resto siamo stati tutti noi fin dall’istante del nostro concepimento! – non è ancora un essere umano (ma allora chi stabilisce quando lo diventiamo? un Parlamento?) ma solo un grumo di cellule.

L’importante è dunque oggi lasciare e persino indurre la totale irresponsabilità nel compiere un atto che è invece tra quelli più importanti che Dio ha affidato all’essere umano, in quanto appunto chiamato ad essere segno di amore vero e totale (e Dio stesso è Amore! un atto che dunque ha il suo contesto pieno ed autentico solo nel matrimonio) e appunto con una naturale potenzialità procreativa (perché Dio è sorgente della vita e creatore di ogni singola anima, anche di quel figlio che potrebbe essere concepito! una potenzialità che per questo non può mai essere censurata, ma semmai naturalmente regolata, persino all’interno del matrimonio)! [vedi documento sulla Morale sessuale]

Quando poi questi “falsi maestri” cadono dalle nuvole, specie di fronte a quegli  eccessi di violenza che fanno notizia, e si fingono ipocritamente scandalizzati, evitando di riconoscere ogni rapporto tra questi eccessi e la falsa educazione sessuale che incita ad una sessualità totalmente priva di significato ed irresponsabile, sembrano incarnare paradossalmente in se stessi la figura del piromane-pompiere!

[Ovviamente anche in questo caso non mancano le autentiche testimonianze, anche di purezza e castità, soprattutto di giovani cristiani: vedi in fondo al documento già citato; vedi/ascolta le testimonianze di giovani qui e qui]

Una nota sull’ideologia gender (ed Lgbt) (oggi sempre più imperante e senza possibilità di dissenso).

Una volta negata la verità (oggettiva), unica parola oggi proibita, ed esaltata la libertà come unico criterio di vita (ma una libertà senza verità è come avere le gambe e non avere la strada!) – un principio appunto illuministico portato oggi alle estreme conseguenze – l’essere umano si sente sempre più unico creatore di se stesso. Per questo nega Dio o comunque ogni obbedienza a Lui. In fondo è già la perenne radice del “peccato originale” come di ogni nostro peccato!

Poiché però la realtà stessa si incarica di manifestarci la sua oggettività (basterebbe pensare alle stesse leggi scientifiche), allora l’ideologia si spinge anche a negare la realtà.

L’ideologia gender (e conseguentemente anche tutto il mondo Lgbtq+) vorrebbe sostenere il diritto di scegliere liberamente a quale sesso appartenere (e quindi come viverlo), al di là del sesso biologico con cui siamo nati e che ci caratterizza anatomicamente e fisiologicamente. Ma appunto la realtà, e conseguentemente la scienza, si incarica di smentire tale assurda pretesa.

La biologia (e la genetica) riconosce infatti che non solo le nostre cellule sessuali (spermatozoi ed ovociti, le uniche nostre cellule con 23 cromosomi invece di 46, perché atte appunto ad unirsi e quindi alla riproduzione), ma ogni nostra cellula è sessualmente caratterizzata come maschile o femminile, avendo 22 coppie di cromosomi che non dipendono dal sesso ma anche 1 coppia di cromosomi (per un totale appunto di 46 cromosomi) che è invece caratterizzata come femminile (xx) o maschile (xy).

L’essere maschio o femmina è anzitutto una evidenza biologico data dagli “organi sessuali”; essi non a caso sono chiamati “genitali” perché atti, anche anatomicamente e fisiologicamente, appunto a “generare”, cioè alla riproduzione (che non è un fastidioso optional dell’atto sessuale). [La riproduzione nell’essere umano si chiama poi più precisamente “procreazione” (e non un “fare un figlio” come si dice banalmente oggi), in quanto è un collaborare con Dio nell’atto creativo di un nuovo essere umano, poiché l’anima spirituale (il nostro <io>) non deriva certo dai genitori ma è creata per ciascuno di noi da Dio fin dall’istante del nostro concepimento]. Dagli organi sessuali, maschili o femminili, derivano poi tutti quegli elementi (vedi gli ormoni) che caratterizzano appunto come maschio o femmina non solo tutto il corpo umano, ma l’intera persona. Non solo, ma, come abbiamo appena osservato, ogni nostra singola cellula è caratterizzata geneticamente in tal senso, cioè è femminile (xx) o maschile (xy).

L’essere “maschio” o “femmina” non è dunque assolutamente uno “stereotipo” culturale o sociale di cui ormai liberarci (come oggi si ostinano a dire follemente i fautori di tale ideologia gender), ma una realtà oggettiva, individuata dalla scienza stessa e che riguarda tutta la persona!

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Un’importante osservazione sulla “sessualità umana”

Tale dato biologico caratterizza non solo il corpo, ma influisce sulla mente e persino sullo spirito (c’è persino una modalità più maschile o femminile pure nel pregare e nel rapportarsi con Dio, come testimoniano anche i grandi testimoni e maestri dello spirito, cioè i Santi).

Già la filosofia greca distingueva (senza separare) nell’uomo il corpo (soma), la mente (psiche) e l’anima razionale (pneuma). Per questo la sessualità è più ampia della genitalità ed investe (nel bene o nel male) tutta la persona!

La sessualità umana è dunque una realtà complessa, che riguarda tutta la persona, ed è rivestita di una grande dignità. Non può essere lasciata alla sola istintività. Del resto tutta la vita umana si distingue da quella animale anche per questo. Mentre la sessualità animale e l’accoppiamento sono retti solo dall’istinto e regolati da ritmi precisi, naturali e involontari, nell’essere umano la sessualità è legata alla persona, cioè alla coscienza, alla mente e alla libertà, perché tutto sia vissuto con verità. Per questo la sessualità umana richiede un’attenzione ed un’educazione tutta particolare (la “vera” educazione sessuale), che non è riducibile, come oggi invece quasi sempre si intende, ad un imparare come “si fa” (inventandone magari sempre nuovi modi) e magari come evitarne le spiacevoli conseguenze (con le attenzioni sanitarie e la contraccezione), ma a coglierne sempre più il significato profondo (unitivo e procreativo), cioè appunto l’intrinseca verità, e allenando l’istintività e la stessa dimensione del “piacere” a sottomettersi ad essa (questo è peraltro il significato ampio della parola “castità”). Per questo la sessualità umana, nel suo esercizio fisico, è dominabile, regolabile e in molti casi neppure vissuta nella sua espressione genitale (come deve avvenire prima e al di fuori del matrimonio o nelle vocazioni al celibato e alla verginità consacrata), senza peraltro che la persona smetta di essere caratterizzata sessualmente e serenamente possa vivere pienamente come uomo o donna.

Non a caso anche S. Paolo (ed è Parola di Dio!), rispondendo all’obiezione ad esempio di alcuni Corinzi che vedevano ancora nella sessualità un’esigenza solo fisica e persino irrinunciabile, richiama questa altissima dignità della sessualità umana, da vivere responsabilmente e in obbedienza a Dio, e dello stesso corpo umano, tanto più che nel cristiano (battezzato, abitato dallo Spirito Santo e nutrito del Corpo stesso di Cristo, di cui è lui stesso diventato membro!) abita ormai Dio stesso. Un corpo destinato peraltro alla risurrezione finale!

[Per le citazioni bibliche riguardo alla sessualità, vedi pure il documento apposito]

Ecco qualche notizia che riguarda questo ambito.

Circa l’emergenza per non dire la “catastrofe educativa” che si riferisce anche e proprio alla vita sessuale – un aspetto sempre importante della vita umana, che la condiziona tutta nel bene o nel male, ma che proprio nella fase preadolescenziale e adolescenziale riveste un’importanza decisiva, con conseguenze che spesso si portano per tutta la vita e che riveste una grande incidenza (nel bene e nel male) anche sullo spirito (paradossale quindi che gli educatori e gli ambienti giovanili cattolici non ne parlino più o si accodino all’ideologia dominante!) – facciamo ancora solo due brevi considerazioni, raccogliendo in proposito alcune recenti notizie. Parliamo cioè della cosiddetta “educazione sessuale”, di cui vorrebbe occuparsi anche la scuola e oggi cerca di farlo in genere in modo ideologico se non persino depravante. Torniamo poi ancora brevemente all’inquietante questione dell’oceanica diffusione della pornografia online, di cui abbiamo fatto cenno sopra, che investe non solo talora in modo delittuoso e criminale chi la produce, ma anche chi la permette, magari nascondendosi dietro ipocrite leggi sul consenso o meno dei suoi attori o sulla presunta maggiore o minore età dichiarata dai suoi fruitori.

1) Quale tipo di “educazione sessuale”, anche nelle scuole?

Come abbiamo già sopra ricordato, quello che oggi in genere si intende per “educazione sessuale” e che si pretende sempre più di propinare nelle scuole fin dalle più tenere età – quando invece è semmai compito prioritario della famiglia e comunque subordinato ai criteri educativi dei genitori e non alle ideologie e poteri oggi dominanti, specie in Occidente, e propagandati appunto ormai anche nelle scuole – è da un lato un’estrema conseguenza dell’Illuminismo e della mentalità liberale, che ha fatto della libertà l’unico criterio di vita (vedi), amplificato fino all’inverosimile dal “vietato vietare” del ’68 e di ciò che ne è seguito (vedi), dall’altro l’ennesima pretesa dell’uomo di mettersi al posto Dio, come creatore di se stesso (progetto satanico appunto evidenziatosi già col “peccato originale” e ripetuto in fondo in ogni nostro “peccato”, parole oggi proibite). Tutto ciò portato oggi fino alle più parossistiche conseguenze.

In questo modo, “educazione sessuale” diventa in genere sinonimo di un “liberi tutti!” e di imparare le tecniche (una sorta di “istruzioni per l’uso”) per vivere il sesso come ci pare e piace senza andare incontro a spiacevoli conseguenze (malattie e gravidanze).

Notizie

Che l’educazione sessuale debba essere impartita nelle scuole anche ai bambini secondo un esplicito “sesso libero” per tutti, addirittura promuovendo l’accesso alla pornografia, è stato pubblicamente affermato da un dirigente della Planned Parenthood (leggi). Ricordiamo però che, guarda caso, la Planned Parenthood è nientemeno che il più potente colosso USA che propaganda e produce aborti, sostenuto persino da finanziamenti pubblici (garantiti e accresciuti dall’amministrazione Obama e invece tolti da quella Trump).

Nella UE, specie nei Paesi a guida “rosso-verde”, le priorità politiche perseguite sono soprattutto quelle che vogliono promuovere l’aborto, l’eutanasia, il mondo Lgbt e la cannabis. In Germania ed Olanda si sente poi la necessità promuovere “il sesso libero e sempre”. Peccato però che proprio l’Olanda sia un hub mondiale di pedopornografia e in Germania aumentino continuamente gli abusi sessuali sui minori! (leggi)

Venendo all’Italia …

Il Comune di Milano (Assessorato ai Giovani), nel quadro di “interventi educativi” da promuovere nelle scuole della città, ha recentemente siglato un accordo con il colosso Durex. Per che cosa? È noto che la Durex non vende precisamente libri, quaderni o penne biro, né panini o bibite, ma preservativi e quant’altro può essere utile (olii, lubrificanti, ecc.) per rendere la sessualità sempre a caccia di nuovi piaceri e soprattutto senza alcuna responsabilità ed eticità. Un vero e proprio consumismo sessuale! L’accordo prevede infatti la distribuzione gratuita di preservativi in classe; con il coraggio di chiamare tutto ciò un “intervento educativo”! (leggi)

Nel generale trionfo “carnevalesco” dei Gay-pride (infatti parliamo soprattutto di variopinti ed espliciti vario-sessuali “carri” allegorici), che poi di grandi folle non si tratta (visto che persino gran parte del vero mondo omosessuale non si riconosce affatto in queste grottesche parate anzi se ne sente offeso se non dileggiato), la Liguria si vanta pure di aprire un village kids, al fine di insegnare l’educazione sessuale in chiave Lgbt ai bambini e di farsene promotrice, persino come insegnamento obbligatorio, anche nelle scuole primarie. Particolarmente disdicevole che i leaders di tali manifestazioni e testimonials di tale “educazione sessuale” abbiamo avuto posto e plausi anche alla RAI (cui siamo tutti costretti a pagare il canone), addirittura sulle poltrone di “Porta a porta” (leggi).

2) Il flagello della pornografia online (alimentazione di una sessualità impazzita)

Nel quadro di questa pur breve riflessione sull’emergenza o catastrofe educativa, dovremmo ovviamente dilungarci molto sulla questione gravissima costituita dall’enorme diffusione della pornografia online (sul pc e sui cellulari, in rete e sui social), ormai fin dalle più verdi età e proprio per questo con un potenziale distruttivo di enorme portata, anche se rimane nascosto e silenzioso. Invece non possiamo qui ovviamente aggiungere altro, oltre a quanto già accennato.

Cosa sia oggi nel mondo l’impero della pornografia online non è neppure immaginabile. In occasione ad esempio delle recente cosiddetta “pandemia”, durante la quale specie in Italia esagerate e persino irresponsabili politiche hanno costretto l’intera popolazione addirittura a vivere per mesi chiusa in casa, avevamo pure evidenziato come proprio in quel periodo ci fu pure, oltre a seri disturbi di tipo psicologico, anche un’impennata della pornografia online (vedi). In tale occasione avevamo ad esempio raccolto questo dato, che già da solo indica non poco le dimensioni della questione: solo Pornhub, uno dei maggiori centri di produzione o raccordo di siti pornografici, che ha la sua centrale in Canada ma è visto ovviamente in tutto il mondo, ha registrato ad esempio solo nel 2019 l’incredibile numero di 42 miliardi di visite (pari a 115 milioni di accessi giornalieri)!

Circa l’orrore che riveste questo mondo del porno, si veda ad esempio un’analisi emersa proprio in questi giorni (leggi).

Appena sotto vediamo poi due notizie recenti che evidenziano il rapporto che esiste, nel mondo già dei giovanissimi, tra l’uso (talora divenuto non solo abituale ma maniacale) della pornografia e le crescenti violenze sessuali da loro operate.


Con lo sfondo di questa drammatica “catastrofe educativa” e della relativa ipocrisia di chi addirittura la alimenta, fino a chiamare “diritti” anche i vizi più deprecabili (e diametralmente opposti alla legge di Dio, cosa che nessuno sembra più ricordare, persino negli ambienti cattolici!), per poi magari scandalizzarsi quando in certi soggetti forse particolarmente fragili o abbandonati a se stessi si raggiungono picchi di violenza e depravazione inauditi e fin da età sempre più verdi (i piromani-pompieri di cui abbiamo già parlato!), soffermiamo ancora brevemente la nostra attenzione.

Ci si potrebbe persino chiedere se tale depravazione sia persino ancora più diffusa di quanto talora (anche se purtroppo sempre più spesso) la cronaca ne parli; e soprattutto se tali fenomeni eclatanti non siano che la punta di un iceberg, cioè rappresentino appunto dei “picchi” di una mentalità che si sta invece sempre più drammaticamente diffondendo tra i ragazzi.

Ecco ancora qualche ultima considerazione e qualche dato recente.

Violenza

Non solo l’istinto sessuale ma specie nel maschio anche quello dell’aggressività, specie se non educati, regolati, dominati (com’è proprio dell’essere umano), ma invece persino incoraggiati e alimentati da quanto sopra ricordato, possono in certi casi esplodere in tutto il loro irrazionale furore. Occorre però avere il coraggio di riconoscere come ciò emerga principalmente proprio dalla totale carenza educativa di cui soffrono certi ragazzi, per non dire dal drammatico deserto spirituale in cui vivono (anche ormai in Italia). Un quadro drammatico che non viene limitato ma addirittura incoraggiato pure dell’eccessiva tolleranza di una società che sembra non avere più alcun limite morale (dove Dio è morto!) e dove tutto sembra possibile.

Anche la diffusa e crescente logica del bullismo nasce da questo; per non parlare delle violenze sessuali.

A proposito del bullismo potremmo ad esempio osservare come, nonostante la spesso vuota retorica della non-discriminazione e dell’inclusione (parole magiche ossessivamente ripetute, anche in ambito cattolico, e persino in modo ipocrita, visto ad esempio che non si parla mai della discriminazione operata proprio nei confronti dei cristiani, vedi News “Cristianofobia”), proprio l’ossessiva esaltazione unilaterale dell’estetica, delle qualità e prestazioni fisiche, per non dire delle ricchezze, dell’abbigliamento e della auto costose, portino inevitabilmente anche alla derisione, all’esclusione e persino appunto alla violenza (fisica o psicologica) nei confronti di tutti coloro che non rientrano in certi parametri (del resto lo si fa tranquillamente e legalmente già a livello “fetale”, quando si pensa di eliminare tutti i feti che non rientrano in certi parametri di “normalità”!).

Certe violenze psicologiche, nella logica appunto di emarginare chi non possiede certi requisiti, sono però ormai tra i ragazzi quasi all’ordine del giorno.

Circa il rapporto che sussiste tra una falsa e persino depravante educazione sessuale, come pure e soprattutto ciò che circola nella pornografia a portata di mano tra i ragazzi, e l’aumento esorbitante dei casi di violenza sessuale abbiamo già detto sopra.

Si aggiunga pure la psicologia del “branco”, così che, con una sorta di condizionamento se non ricatto reciproco, ciò che magari il singolo non farebbe lo fa invece col branco (violenza, furti e persino violenze sessuali e stupri di gruppo)!

Le cause di queste incalzanti depravazioni e violenze possono certo essere molteplici. Rimane comunque vero che questo drammatico “vuoto educativo” ne sia per così dire il fondo esistenziale e la causa remota, anche di certi eccessi che fanno poi notizia. Ed è inutile se non ipocrita scandalizzarsi di questi casi estremi, quando non si fa nulla per superare tale emergenza educativa ma anzi si continua a scendere sempre più in basso in questa logica, promuovendo il più bieco libertinismo sessuale, incoraggiando tutti i vizi possibili, fino a chiamarli addirittura “diritti”!

Di fronte però a terribili casi di violenza e di stupro, compiuti in piena notte e talora in quartieri depravati, che coinvolgono persino dei preadolescenti (come vittime ma anche come artefici), possiamo però pure chiederci, senza con ciò deresponsabilizzare i colpevoli (anzi può essere educativo, anche per i coetanei, infliggere pure ai minori un pena proporzionata ai propri delitti, senza indulgere a facili assoluzioni, come talora invece si fa leggi), cosa ad esempio ci facciano in giro a quell’ora e in quei posti certe ragazzine, magari vestite in modo provocante e spesso persino ubriache, per non dire cosa si sia già fatto nelle discoteche e cosa passino talora di loro sui cellulari dei ragazzi. Insomma, i genitori dove sono? a casa tranquillamente a dormire?

Potremmo infine aggiungere pure una nota sull’immigrazione selvaggia e clandestina (di cui abbiamo più volte parlato nel sito, ad es. vedi) e su come, al di là delle belle e talora ipocrite parole come “accoglienza” e “inclusione”, ci si nasconda dove spesso vadano a finire molti di questi giovani (una sorta di lavori forzati o di manovalanza della malavita o ancora nel vuoto della disoccupazione che alimenta la violenza e la depravazione di certi quartieri). Compiamo però un’osservazione particolare sul mondo arabo. Senza cadere in false generalizzazioni o alimentare ingiusti pregiudizi, si deve però onestamente riconoscere che l’integrazione in Europa di tale mondo, in genere fortemente radicato nell’Islam, nonostante sia sempre più imponente e in certi casi persino ormai maggioritario, risulti in genere assai difficile e talora crei addirittura sacche di grave violenza (in Francia ad esempio ci sono interi quartieri e cittadine off-limits – vedi anche in questo documento). Ma qui aggiungiamo, parlando di violenze sessuali, un’osservazione particolare, magari poco comprensibile dagli occidentali e nel contesto di degrado sessuale di cui abbiamo sopra parlato: la cultura e religiosità araba, in genere appunto musulmana, pone certi limiti alla sessualità (talora anche giusti, come la castità prematrimoniale e la negazione della contraccezione), e, com’è noto, copre magari la donna da capo a piedi. Dobbiamo così riconoscere, senza con ciò fornire alcun tipo di giustificazione alle violenze sessuali che potrebbero compiere o compiono (le notizie in tal senso sono numerosissime!), come in certi giovani arabi, improvvisamente a contatto col libertismo sessuale dell’Occidente e persino con la totale assenza di pudore nell’abbigliamento di molte donne occidentali, anche delle più verdi età, si produca una sorta di impazzimento erotico, tale da provocare anche questi eccessi delittuosi (vedi in proposito qui sotto l’impressionante dato statistico sugli stupri in Svezia, ormai colma di musulmani).

Notizie

Circa il rapporto tra la diffusione della pornografia e le violenze sessuali si veda ad esempio questo studio (leggi)

A proposito invece dei tanto “civili” Paesi nordici europei …

Se parliamo di “violenza sulle donne”, secondo lo stesso Global Gender Gap Report (Osservatorio sulla parità di genere) del World Economic Forum, proprio nei Paesi nord-europei, in genere considerati i più “civili” e all’avanguardia nel cammino di emancipazione sociale, della stessa libertà sessuale e persino della vivibilità (addirittura felicità), i tassi di violenza sulle donne sono superiori a tutta la media europea (22%): Danimarca 32%, Finlandia 30%, Svezia 28%, Islanda 22,4%.

Qualche dato sulla Svezia, in genere considerato uno dei paesi più “civili” del mondo e pure con un elevato reddito pro-capite. Pur avendoci dato, prima della Riforma luterana, una grande Santa (S. Brigida), proclamata persino compatrona d’Europa, dopo essere divenuto un Paese sostanzialmente ateo, negli ultimi anni ha conosciuto un’immigrazione islamica di vaste proporzioni, così da diventare piano piano un Paese quasi musulmano. Ebbene, la Svezia ha uno dei più alti tassi di stupro in Europa, l’85% dei quali commesso da immigrati. Inoltre si inneggia da tempo alla vita da single e alla necessità di non avere figli (persino per motivi ecologici! – ricordiamoci peraltro da dove viene la fatidica Greta), così che ormai il 50% della popolazione vive da sola e il 25% degli anziani muore senza avere accanto né figli né nipoti. Inoltre è il terzo Paese in Europa per consumo di antidepressivi e uno dei primi al mondo per numero di suicidi (leggi).

Droga

Una pur breve osservazione dobbiamo riservarla obbligatoriamente anche al tragico fenomeno della droga, diffusa ormai già tra i giovanissimi in modo persino inimmaginabile.

Dobbiamo anzitutto smettere di continuare a distinguere tra droghe “leggere” (che si vuole pienamente liberalizzare e che già circolano abbondantemente persino tra i ragazzi) e droghe “pesanti” – visto tra l’altro che l’etichetta “leggera” o “light” è stata proibita persino sui pacchetti di sigarette in quanto ritenuta ingannevole! – quando anche la scienza sa che affermare che certe droghe, diffuse ovunque e ora appunto anche tra i ragazzi, siano “leggere” sia falso (leggi la News), perché tra l’altro anch’esse producono effetti neuronali persino irreversibili, tanto più tra i giovanissimi; per non dire poi come sia statisticamente provato che per moltissimi giovani (ma ormai anche adolescenti e persino preadolescenti) l’uso abituale di tali droghe leggere (canne, spinelli o come ancora le chiamino) costituisce assai spesso un ponte per accedere poi alle droghe pesanti.

Ecco comunque un ultimo dato, impressionante quanto ancora silenziato! Sta arrivando anche in Italia, e circola già anche tra i giovanissimi, una nuova terribile droga sintetica, a basso costo, facilmente occultabile e dagli effetti devastanti: la Fentanyl (ne ha dato recentemente notizia anche l’ANSA, insieme all’impressionante denuncia dell’aumento vertiginoso della droga tra gli adolescenti leggi). Sulla crescente diffusione della droga anche tra i ragazzi 15-19 anni vedi anche questo articolo.

Si osservi però, come testimoniano anche molte bellissime comunità cristiane di recupero dei tossicodipendenti, come la fede viva in Cristo risorto, significato pieno della vita e nostro unico Salvatore, salvi i giovani anche dall’abisso della droga e li renda nuove creature (ascolta/vedi nel sito queste testimonianze qui qui qui).

Desolazione e morte

Dovremmo parlare ancora, come tragica conseguenza di questa emergenza o catastrofe educativa, che lascia ormai anche gran parte dei ragazzi e giovani italiani in un drammatico deserto spirituale, morale ed esistenziale (senza Dio, la Sua legge e la Sua grazia), di altre gravissime conseguenze; ma non ci è dato di poterlo fare in questo spazio.

Oltre alla crescita della violenza, di una sessualità impazzita, della droga, ecc., dovremmo infatti parlare anche degli eccessi nell’uso dell’alcool (quasi abituale nel fine settimana di molti, anche giovanissimi), come del terrificante fenomeno de guide spericolate di auto e moto, anche in stati fisici e mentali proibitivi, con le conseguenti “stragi” (le famose terrificanti “stragi del sabato sera”, ora anche al venerdì sera), che quasi non fanno neppure più notizia, ma contano un numero incredibili di morti (o di feriti, spesso rovinati per il resto della loro vita), tra giovani e giovanissimi (persino di adolescenti, anche se ovviamente per le auto guidano quali poco più grandi di loro)!

Dovremmo poi parlare dell’aumento vertiginoso delle depressioni e perfino dei suicidi tra i giovani e giovanissimi! Non ne abbiamo qui lo spazio e la possibilità. Rimandiamo ad altre News che hanno affrontato la terribile questione, con tanto di dati statistici: vedi vedi vedi vedi vedi e vedi.


Concludiamo invece questa panoramica sull’attuale emergenza educativa con un’ultima breve osservazione su una problematica apparentemente non grave o distruttiva, ma ugualmente lacerante e soprattutto generalizzata, cioè la patologica  dipendenza dal cellulare (e proprio a questa si riferisce la foto iniziale di questa News, che riprende una scena ormai abituale: anche quando i ragazzi stanno insieme, non parlano quasi più tra loro, ma ciascuno è in rapporto solo col proprio smartphone)!

Dipendenza da cellulare

Che il cellulare non sia più solo un comodo sistema di comunicazione (nato circa 35 anni e all’inizio quasi d’élite; poi l’accessibilità ad internet ne ha aumentato a dismisura la funzionalità), ma costituisca oggi per quasi tutti una sorta di “protesi” umana, senza cui non si potrebbe più vivere, è evidente. Gli stessi sistemi sociali obbligano ormai a questo. Così come sembra normale che si debba fotografare e condividere tutto (senza neppure gustare più la realtà “in presenza”) e tenere attraverso i social, in modo persino ossessivo quanto in genere inutile, una sorta di diario di vita diffuso continuamente in diretta! 

Nei ragazzi però c’è molto di più… e peggio. Si tratta di una vera e propria patologia (già studiata anche clinicamente), se non di una vera forma nuova di alienazione, cioè di fuga dalla realtà appunto “reale” per rifugiarsi in una “virtuale”.

Nonostante si definiscano “social” ed obblighino ad essere costantemente in relazione (solo online!), in realtà i ragazzi sprofondano sempre più facilmente in un’angosciante solitudine, in relazioni di amicizia solo apparenti, anzi talora antagoniste, dove si stilla in tempo reale una sorta di classifica, di gradimento o di esclusione, in base al numero di contatti, di like o dei followers; magari sognando di diventare persino degli influencer (non importano assolutamente i contenuti, possono essere anche banalissimi, vuoti e persino immorali; l’importante è avere un seguito, come nelle pubblicità commerciali)! E ciò crea pure tra loro una sorta di continuo ricatto psicologico e sociale: chi non sta al gioco risulta essere appunto un a-sociale, un emarginato, forse un “diverso” e persino un caso patologico. Nonostante l’apparenza, questa dipendenza patologica può appunto far sprofondare persino in una crescente solitudine, fino ad patologico solipsismo (altro che “social”).

Questo uso spasmodico e costante dello smartphone, oltre che del pc, oltre a rappresentare una nuova forma “dipendenza” psicologica, solo apparentemente meno grave, e di alienazione (fuga dalla realtà), che rinchiude come in un guscio (nella propria camera o persino per strada), costituisce inoltre una spaventosa perdita di tempo, a scapito pure di molte altre attività e della propria stessa completa formazione umana e cristiana; ma diminuisce paradossalmente pure la propria capacità di concentrazione. Tutto deve essere consumato e gettato in poco tempo. In questo contesto, infatti, quanto diventa ormai faticoso al confronto anche leggere un libro, ma persino prestare attenzione a più di 20 righe o per più di 30 secondi!

Anche se è evidente che “la rete” offra enormi possibilità di conoscenza e in tempi rapidissimi, però rimane la tentazione (ancor più nei social) di passare rapidamente da una notizia all’altra, da un testo (che deve essere appunto breve!) ad un altro, da un commento all’altro, senza approfondire davvero nulla! Inoltre, se permette maggiori conoscenze e offre l’opportunità di penetrare sempre più nella Verità – speriamo che anche questo sito sia utile per questo e venga fruito così, senza saltellare inutilmente tra una cosa ad un’altra o da un sito ad un altro – rimane pur vero che (come appunto la “rete” gettata in mare, che raccoglie pesci buoni e cattivi) si possono allo stesso modo divulgare all’inverosimile (si dice significativamente in modo “virale”) pure le falsità (e non solo le “fake news”, ma anche le grandi menzogne, dannose per la vita e per l’anima), persino il vuoto educativo, se non appunto la cultura del “nulla” e pure ogni tipo di depravazione morale.


Di fronte anche a questa breve analisi, speriamo che gli educatori assumano forse meglio e con urgenza le proprie responsabilità, che peraltro si hanno non solo nei confronti dei figli (o dei ragazzi che ci sono affidati per essere educati e formati), ma anche nei confronti della società e della Chiesa stessa del futuro e soprattutto di fronte a Dio stesso!

Ricordiamo in proposito che una delle espressioni più severe di Gesù sia riferita proprio contro “chi scandalizza questi piccoli”, dove i “piccoli” non sono solo quelli di età ma tutti coloro che devono essere formati, soprattutto nella fede; così coloro che “scandalizzano” non sono solo coloro che commettono gravi colpe nei loro confronti o danno cattiva testimonianza, ma tutti coloro che sono di “ostacolo” (questo è il significato letterale del termine “scandalo”) alla loro autentica formazione umana e cristiana:

“Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18, 6)!