Viaggi “apostolici”


Gesù Cristo ha affidato alla Chiesa Cattolica, da Lui fondata, la “missione” di portare in tutto il mondo e nella storia, fino al Suo ritorno come Giudice universale, la salvezza eterna della anime (salus animarum, che è la legge suprema della Chiesa e sua missione prioritaria e irrinunciabile!), attraverso il Suo Vangelo e i Sacramenti (cfr. Mt 28,17-20; Mc 16,15-16).
Dentro questa universale missione della Chiesa, che coinvolge a diverso titolo ogni Battezzato, Pietro ha poi una specifica missione affidatagli da Cristo Signore: “pascere il suo gregge” (Gv 21,15-19), seguendo Lui e come segno del suo amore, come “guida suprema”, mantenendo il gregge nella unità e soprattutto nell’autentica fede (“conferma i fratelli nella fede”, Lc 22,31-32). Questa è la missione del Papa, successore di S. Pietro!

L’insegnamento del Papa viene codificato soprattutto mediante suoi documenti ufficiali, peraltro con diversi gradi di autorità e di importanza, anche se tutti impegnano comunque l’obbedienza dei fedeli cattolici.

Nei 20 secoli della storia della Chiesa Cattolica, il governo e il Magistero di Pietro (del Papa, cioè dei 265 Papi che hanno preceduto l’attuale) hanno utilizzato diversi mezzi per essere esercitati e diffusi.
La nascita della stampa (sec. XV) ha certamente contribuito anche ad una maggiore diffusione del Magistero della Chiesa, come purtroppo pure alla diffusione delle eresie (a cominciare dalla Riforma protestante, che ne fece subito un grande uso).
Nel sec. XIX il sorgere dei giornali (quotidiani) ha poi esercitato un enorme influsso sui popoli; per questo già dal 1861 anche il Vaticano ha provveduto a dotarsi di un proprio quotidiano (L’Osservatore Romano).
Nel sec. XX l’invenzione della radio ha permesso poi nuove enormi possibilità; così che nel 1931 anche il Vaticano, sotto la guida tecnica dello stesso Guglielmo Marconi, ha provveduto ad avere una propria radio (Radio Vaticana), che da Roma poteva raggiungere tutto il mondo (fino a poco fa con potentissime antenne, oggi più comodamente con internet). Celebri e di grande importanza furono ad esempio i “Radiomessaggi” di Pio XII (vedi e seguenti).
Quando invece dalla seconda metà del secolo XX sorse la televisione, per molto tempo esclusivamente in mano allo Stato, con un potere di catalizzare l’attenzione delle famiglie che è venuto rapidamente a sostituirsi persino al dialogo familiare e all’usanza del S. Rosario serale, potere anche culturale e sociale assai arduo da contrastare, il Vaticano si è trovato nell’impossibilità tecnica di reggere il confronto (la televisione richiede infatti costosi ripetitori in tutto il territorio che vuole raggiungere … almeno fino al sorgere di internet).
Dunque persino le notizie sulla Chiesa venivano e vengono filtrate da questo nuovo potere, così che il popolo sa della Chiesa più quello che presentano questi mezzi che i reali contenuti, eventi e notizie [già negli anni ’60, persino sul Concilio Vaticano II (1962/1965), la gente apprese più quello che dicevano i “media” che ciò che davvero accadeva; ne fece ampio cenno anche Papa Benedetto XVI (che al Concilio c’era) in uno dei suoi ultimissimi discorsi (vedi)].
Da quegli anni, però, il progresso tecnico ha permesso al Papa una nuova e importante possibilità di “missione”: l’uso dell’aereo per raggiungere “fisicamente” e rapidamente tutti i popoli della terra!
Ne fece uso per primo Paolo VI, così da raggiungere l’Asia [Turchia (vedi), Terra Santa (vedi), India (vedi)], persino l’Estremo Oriente, l’Australia e l’Oceania (vedi) , l’Africa (vedi), le Americhe (vedivedi), oltre ad una visita a Ginevra (vedi); per un totale di 8 viaggi fuori d’Italia (vedi) [oltre alle 15 visite in Italia].
Il lungo pontificato (27 anni) di Giovanni Paolo II è poi stato particolarmente caratterizzato dai “viaggi apostolici”, che hanno portato appunto “fisicamente” il Papa e la sua missione nel mondo intero. Egli ha infatti voluto impiegare fuori dal Vaticano una percentuale notevole del suo pontificato, con 104 viaggi internazionali (in 129 nazioni diverse) e 146 nazionali, percorrendo in totale più di 1 milione di km., per incontrare decine di milioni di persone!
Anche il pontificato di Benedetto XVI ha conosciuto 20 viaggi internazionali e 33 nazionali.

Ovviamente questi viaggi apostolici richiedono costi elevati, a seconda della distanza e della durata.
Non c’è però da scandalizzarsi se per la missione affidata da N. S. Gesù Cristo alla Chiesa Cattolica, e a Pietro stesso, si debbano evidentemente spendere anche tanti soldi. Al contrario, è giusto spenderli per Dio (cfr. Gv 12,1-8; Lc 10,1-24) e per sostenere la missione da Lui affidata alla Chiesa, per la salvezza del mondo. Anzi, sostenere anche economicamente la vita e la missione della Chiesa è persino il 5° Precetto della Chiesa, che obbliga quindi in coscienza i fedeli cattolici (vedi Esame di coscienza).

È dunque ovvio che un viaggio papale (si chiamano “viaggi apostolici”) abbia anche costi notevoli.
Il Vaticano non possiede né aeroporti, né aerei, né elicotteri, ma solo 2 eliporti (uno all’interno dei Giardini vaticani e uno a Castel Gandolfo). Gli aerei e gli elicotteri necessari per tali viaggi sono dunque da affittare.
Per un viaggio inferiore a circa km. 500 (anche per gli spostamenti nei Paesi ospitanti) normalmente si usano gli elicotteri; oltre questa distanza si usano gli aerei.
L’aereo utilizzato dal Papa non è però l’unico. L’aereo usato dal Papa (che porta in genere persino il suo stemma sulla fusoliera e all’arrivo mostra le bandierine vaticane e del paese ospitante video1) è occupato pure dal personale più vicino al Pontefice, ma anche dai giornalisti accreditati dal Vaticano (da cui le note interviste fatte in volo, non sempre utili anzi spesso dannose, visto che poi è questo che fa notizia, mentre quello che il Papa vi dice non rientra nel Magistero pontificio). Specie nei lunghi viaggi è ovviamente necessario utilizzare anche altri voli passeggeri concomitanti (per il personale al seguito, ecclesiastico o laico, per i servizi di sicurezza del Pontefice, ecc.) ed uno o più voli “cargo”, per il trasporto di quanto è necessario per il Pontefice e il seguito.

Con appositi voli cargo, infatti, oltre a ciò che deve essere portato dal Vaticano e che non sta ovviamente nelle stive degli aerei, si devono appunto trasportare anche le auto vaticane, a cominciare da quelle usate dal Pontefice [in genere targate CDV1: la propria* e le cosiddette “Papamobili”, cioè quelle “panoramiche” usate negli eventi per rendere più visibile il Papa (la solita jeep usata anche in piazza S. Pietro video4 ma anche quelle più alte e protette da vetro antiproiettile); in certi casi vengono ancora utilizzate le auto usate dai Papi precedenti (che quindi tuttora esistono e mantenute efficienti)]; talora, se non vi provvede il Paese ospitante, si deve pensare anche alle numerose auto dell’ingente seguito (video2).

Oltre al trasporto, pure nelle diverse tappe del viaggio (laddove previsto), del Pontefice e dell’imponente seguito, occorre provvedere poi all’ingente servizio di sicurezza e di scorta (vaticana e delle forze dell’ordine locali).
Nei grandi viaggi ci sono poi altri notevoli costi per gli spostamenti interni al Paese o Paesi visitati (con aerei e/o elicotteri, auto, ecc.). Si aggiungano poi gli spostamenti, scortati, delle autorità locali, che devono raggiungere il Pontefice per i saluti e gli incontri ufficiali. Occorre poi evidentemente pensare, oltre alle scorte, ai numerosi servizi d’ordine, militari o civili, da porre in atto, non solo nei diversi luoghi della visita papale, ma lungo le stesse strade percorse dal Pontefice e dal seguito papale.
C’è poi ovviamente tutta la questione dell’affitto e della gestione dei grandi spazi degli incontri pubblici del Pontefice (luoghi pubblici, piazze, talora interi stadi, grandi aree); il tutto da adeguatamente trasformare strutturalmente allo scopo (organizzazione e gestione dei diversi settori, palchi, apparato elettrico, audio e luci, della sicurezza, antiterrorismo, antiintrusione, servizi sanitari e di pronto soccorso, ecc.). Ogni liturgia richiede poi un apparato ed un arredamento liturgico notevole (tanto più che si parla in genere di celebrazioni con decine di migliaia di fedeli) [anche in questo caso l’occorrente per il Papa è soprattutto trasportato dal Vaticano]. Occorre poi pensare a tutto quanto necessita ovviamente la persona stessa del Papa (alloggi, pranzi, guardaroba) e pure del seguito (personale ecclesiastico, laico, di sicurezza). [Attualmente, viste le attuali difficoltà di deambulazione del Pontefice, sono poi necessari molti supporti speciali, a cominciare dagli elevatori per salire e scendere sugli aerei, dai palchi o altari, nei trasporti].

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I viaggi apostolici di Francesco

Dopo quanto ricordato …

Quando Francesco fino a poco fa saliva la scaletta dell’aereo con la propria borsa di bagaglio a mano era evidentemente solo un’immagine dal forte impatto mediatico! Oggi poi, le note difficoltà di deambulazione, hanno accresciuto notevolmente le difficoltà … e i costi.

* Anche l’uso di “utilitarie” usate sempre da Francesco, ha solo lo scopo di un potente impatto mediatico, perché non ha diminuito ma anzi aumentato i costi del parco macchine vaticano, in quanto aggiunte alle precedenti o comunque affittate in loco.

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Ma quanto costa davvero un viaggio papale? Difficile saperlo. Però, ad esempio, in occasione del recente viaggio in Canada (24-30.07.2022 leggi) è stato ufficialmente rivelato (leggi) quanto hanno dovuto spendere già solo le comunità cattoliche locali: 18,6 milioni di $ USA. A questa già ingente cifra vanno poi aggiunte le spese vaticane (dal noleggio degli aerei a ciò che è comunque di competenza vaticana) e le enormi spese sostenute dal Paese ospitante, anche dal relativo governo (organizzazione, sicurezza, scorte, servizi d’ordine, disposizione e organizzazione dei luoghi o locali pubblici; lo stesso Primo Ministro Trudeau ha dovuto compiere 4 ore di volo già solo per accoglierlo al suo arrivo in Canada, ad Edmonton). Non è dunque azzardato pensare ad un totale di circa € 50 milioni di spesa per 6 giorni in Canada!

Una nota sul significato di questo viaggio. Visto che tale viaggio in Canada è stato denominato come “pellegrinaggio penitenziale”, cioè come richiesta di perdono (che non ha però pienamente soddisfatto, è stato detto, il giovane e accattivante ma iper-laicista Primo Ministro Trudeau), intesa nel senso di richiesta di perdono agli “indigeni” per ciò che sarebbe stato commesso contro di loro durante la colonizzazione/missione, abbiamo già sottolineato come ciò tradisca peraltro dei pregiudizi e falsi storici, che comunque non vedono coinvolta la Chiesa Cattolica ma quelle Protestanti (vedi nell’Appendice del documento/News del 16.08.2022, con le documentate smentite storiche dell’autorevole storico prof. Roberto De Mattei e di altri studiosi).
In proposito, sarebbe stato invece doveroso ricordare e celebrare i santi “Martiri canadesi”, tra cui peraltro molti Gesuiti, uccisi nel sec. XVII nella loro missione fra gli indigeni e canonizzati da Pio XI nel 1931!


Si potrebbe però pensare in proposito a qualche risparmio (visto che la Chiesa – è stato detto fin dall’inizio del pontificato – vuole essere “povera per i poveri”)? Forse sì… ad esempio pensando di accorpare alcuni viaggi facilmente unificabili perché sulla stessa rotta (si risparmierebbe se non altro sull’affitto degli aerei o elicotteri, che costituiscono come facilmente comprensibile una spesa non indifferente).
Ad esempio: 
– nell’arco di neppure un mese, Francesco si è recato prima in Bulgaria e Macedonia del nord (5/7.05.2019 leggi) e poi in Romania (31.05/2.06.2019 leggi), cioè nazioni confinanti;
– a distanza di soli 3 mesi, nel 2016, si è recato due volte nel Caucaso: in Armenia (24-26 giugno leggi) e poi in Georgia e Azerbaijan il 30.09/2.10.2016 (leggi).
In Italia (si tratta di spostamenti in elicottero, appunto da affittare):
– nel 2017 si è recato due volte in Emilia-Romagna: a Carpi (MO), il 2.04.2017 (leggi), quindi a Cesena e Bologna, il 1°.10.2017 (leggi); ma nello stesso periodo si è recato pure a Bozzolo (sopra Parma, ma in provincia di MN), per commemorare don Mazzolari, e a Barbiana (tra FI e la Romagna), per commemorare don Milani, il 20.06.2017 (leggi);
– nel 2019 si è recato due volte nelle Marche: a Loreto, il 25.03.2019 (leggi) e a Camerino e S. Severino Marche, il 16.05.2019 (leggi);
– Assisi è poi ovviamente divenuta paradigmatica e persino abituale meta di questo pontificato: oltre ad esservisi subito recato all’inizio del suo ministero di Vescovo di Roma (come ama dire, avendo peraltro abolito il titolo papale di “Vicario di Cristo”!), il 4.10.2013 (leggi), vi è ritornato poi ad esempio 2 volte nel 2016, a poche settimane di distanza (il 4 agosto leggi e il 20 settembre leggi).
 

A proposito di risparmi …
Com’è noto Francesco non abita nel Palazzo apostolico (“per non avere problemi psichiatrici”, ha confessato all’inizio del pontificato) ma in una suite del lussuoso albergo vaticano chiamato casa “Santa Marta” (costruito per i Conclavi, i Sinodi e per ospiti comunque di prestigio che devono venire in Vaticano per qualche tempo). Per quella nuova abitazione, oltre all’evidente lavoro che comporta comunque l’abitazione del Papa, va garantita pure una stretta sorveglianza: delle Guardie svizzere, della Gendarmeria vaticana e persino dell’Esercito Italiano (visto che sul retro l’edificio si affaccia proprio sull’Italia, cioè in via della Stazione Vaticana vedi).
Ovviamente gli appartamenti pontifici del Palazzo Apostolico vanno ugualmente tenuti efficienti e puliti, perché lì il Pontefice vi tiene i ricevimenti ufficiali, anche dei Capi di Stato o di Governo, e vi si affaccia pure per l’Angelus domenicale (va inoltre trasportato lì, ora con fatica, da/per il citato albergo Santa Marta).
Dunque questa strana scelta, inaudita nella storia bimillenaria della Chiesa, non ha affatto rappresentato una scelta di povertà, ma ha notevolmente incrementato le spese per l’abitazione usuale del Papa!

Circa poi i “viaggi apostolici” di Francesco, c’è stata anche qualche notevole svista pastorale:
– per il 26.07.2014 il Pontefice aveva previsto una visita privata ad un suo amico (già in Argentina), il pastore evangelico Giovanni Traettino, ora vivente nella città di Caserta. Il Vescovo locale, ignaro e saputa la notizia solo dalla stampa, fece umilmente osservare che sarebbe stata bella una celebrazione o anche solo un incontro del Santo Padre con la Chiesa locale (i cattolici), che proprio in quel giorno era in festa per la patrona (S. Anna, vedi). Allora, per rimediare la grave svista pastorale, s’è cambiato il programma e Francesco è tornato a Caserta (con l’elicottero) a due giorni di distanza, celebrando anche la S. Messa con la comunità locale (leggi).
Peraltro, a proposito di risparmi, con un po’ d’attenzione si poteva associare a questa visita a Caserta anche il viaggio compiuto nel vicino Molise solo 3 settimane prima, il 5.07.2014 (leggi).
– sempre nel 2014, cioè ancora all’inizio del pontificato, c’è stata poi un’ancora più grave svista pastorale. Il 25 novembre (leggi) Francesco si è recato a Strasburgo (la grande città francese al confine con la Germania e per questo di grande valore simbolico e istituzionale per l’Europa) solo per parlare al Parlamento Europeo (che lo accolse con una ‘standing ovation’ di 15’ prima ancora che cominciasse a parlare) e alla vicina sede del Consiglio d’Europa. Non fu previsto alcun incontro pubblico o ecclesiale. In effetti le strade dall’aeroporto di Strasburgo alla città andarono deserte e il Papa vi passò velocemente, senza vedere neanche un’anima. Peccato però che proprio in quell’anno la celebre città e diocesi francese iniziava i solenni festeggiamenti per i 1000 anni della sua gloriosa cattedrale gotica (leggi)!
Forse “l’odore delle pecore” in certe zone è troppo forte ed è meglio stare alla larga … preferendo invece i grandi centri di potere, a costo di dare un calcio alla stessa storia della Chiesa!

Ci sono poi i viaggi per soli scopi umanitari, ecumenici, interreligiosi …
Com’è noto, il primo viaggio in assoluto di Francesco è stato per onorare gli immigrati: si tratta della sua presenza a Lampedusa l’8.07.2013 (leggi). Sempre in favore degli immigrati clandestini il 16.04.2016 (leggi) si è recato nell’isola di Lesbo (Lesvos, in Grecia), solo per incontrare quegli immigrati clandestini provenienti dalla Turchia (che si è fatta poi pagare miliardi di € dalla UE per non inviarne altri, come arma di ricatto); tra l’altro, nel volo papale di ritorno per questo viaggio-lampo, il Pontefice ha portato con sé alcuni di questi immigrati, ospitati ovviamente poi a Roma (non si sa neppure se col consenso del governo italiano), rigorosamente musulmani (mentre molti “profughi” cristiani, cioè costretti a fuggire dalla persecuzione o del tormentato Medio Oriente, sono stati lasciati là).
Circa l’ecumenismo, c’è stato ad esempio il singolare viaggio in Svezia, il 31.10.2016 (leggi), nella città di Lund – dove peraltro c’è la più importante chiesa svedese (una cattedrale del 1100, costruita ovviamente dai Cattolici ed usurpata nel XVI sec. dai Luterani) – per celebrare i 500 anni di Lutero (forse dimenticando che quell’ex-monaco agostiniano s’è inventato una nuova Chiesa, diversa da quella voluta da Cristo, e tra l’altro chiamava il Papa “Anticristo”! leggi). Un altro sedicente “pellegrinaggio ecumenico” fu compiuto poi a Ginevra il 21.06.2018 (leggi).
Circa il cosiddetto dialogo interreligioso, di particolare rilievo c’è stato il fastoso viaggio [si vedano ancora i video della sontuosa accoglienza e dei faraonici spostamenti di questo viaggio negli Emirati Arabi Uniti] ad Abu Dhabi, il 3-5.02.2019 (leggi), che ha trovato il suo culmine (ogni anno si celebrerà in questa data una giornata apposita per ricordarlo!) nel documento comune sulla “fratellanza umana” (sconcertante per il suo sincretismo religioso, come se le religioni fossero equivalenti e manifestazioni di un unico Dio – peraltro tipica visione massonica!), firmato col Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb (leggi). 
Recentemente, il 13-15.09.2022 (leggi), abbiamo avuto, sulla stessa scia e persino con un ulteriore passo avanti in questa direzione, il viaggio a Nur-Sultan (Astana, Kazakhastan), in occasione del “VII Congress of Leaders of World and traditional Religions”!
In questi giorni (3-6.11.2022) abbiamo appunto il “viaggio apostolico” in Bahrein, per partecipare al “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence” (leggi).

Forse non è proprio il motivo per cui S. Pietro, S. Paolo e gli altri Apostoli, come tutti i missionari della storia, si sono messi in viaggio, mettendo anche a repentaglio la propria vita, per annunciare e donare l’unica salvezza che Cristo ci ha procurato con la Sua Incarnazione, Passione e Risurrezione!