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Non è ancora completata la raccolta di firme per il Referendum sulla eutanasia (cfr. News/documento del 21.09.2021) che quasi le medesime associazioni [Luca Coscioni, +Europa, Radicali Italiani (Emma Bonino)] già promuovono quello per un’ulteriore liberalizzazione di certe droghe. Persino il Ministro delle Politiche giovanili con delega all’Antidroga, Fabiana Dadone (Mov. 5 Stelle), preme in questo senso!
In pochi giorni, fin nel settembre scorso (2021), erano già state raccolte per questo più di 630.000 firme (per la prima volta anche on-line), con un ‘exploit’ di adesioni da parte dei minori di 25 anni! (leggi

Si oppongono invece a tale Referendum Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Comitati vari (vedi) [si veda in proposito l’intervento dell’ex-senatore Giovanardi, che ebbe la delega per la lotta alla droga in molti governi (leggi)].

* La Corte Costituzionale il 16.02.2022 ha dichiarato “inammissibile” tale Referendum.

Tale propaganda, come al solito di stampo fondamentalmente “radicale” (con appoggio del PD, diventato da tempo, per le battaglie che promuove, un partito radicale allargato), si basa anzitutto su un falso concetto di libertà, intesa in senso individualista-anarchico (di radice illuminista-liberale, oggi paradossalmente seguito dalle sinistre), che si definisce appunto “antiproibizionismo”: ognuno deve poter fare quel che vuole, perché ogni desiderio è un “diritto”, che lo Stato deve permettere e legalizzare. Queste “lotte civili”, considerate “progressiste” e invece distruttrici dell’umano e della società, si basano tutte su questo grave equivoco della “modernità” (vedi documento sulla modernità e, al contrario, quello sulla Dottrina sociale della Chiesa, specie al n. 6).

È paradossale però che in questi due anni tali ambiti culturali e politici abbiano invece accettato supinamente se non promosso ciecamente la totale negazione della libertà dei cittadini, da parte del governo, per la questione sanitaria.

In realtà, se la società e la politica non dovessero impedire alcuni mali, la democrazia si trasformerebbe in anarchia; così come si trasformerebbe in dittatura se volesse arbitrariamente stabilire di volta in volta cosa sia bene e male (“dittatura del relativismo”, nel senso di proibire ogni riferimento etico oggettivo e universale e lasciare l’unico discernimento alle voglie dell’individuo o al potere culturale e politico dominante – vedi card. J. Ratzinger, 18.04.2005). Si capisce perché la dissoluzione della politica viene di conseguenza alla dissoluzione dell’etica (morale: la distinzione oggettiva del bene e del male) e questa a sua volta consegue alla perdita filosofica della metafisica (l’essere e il significato delle cose e della vita) e della fede cristiana (i Comandamenti di Dio) (cfr. Veritatis splendor, n. 101).


Altro mantra di tale propaganda è quello secondo il quale la liberalizzazione (in questo caso della droga) eliminerebbe la clandestinità e quindi tutto il giro malavitoso che vi ruota attorno.

Negli ultimi 50 anni abbiamo visto ampiamente anche in Italia che tutte queste cosiddette battaglie radicali e “conquiste di civiltà” (v. divorzio, aborto, unioni civili, ora eutanasia e droga) hanno invece enormemente moltiplicato queste scelte errate e peccaminose di vita, senza peraltro estirparne la clandestinità.

Questo secondo errore-pregiudizio, oltre all’assurdo etico che il male non sarebbe più tale perché legalizzato, non tiene poi conto che la legalizzazione della droga, senza diminuire il traffico clandestino ma anzi aumentandolo (perché fa crescere esponenzialmente la domanda, come dimostrano tutti i Paesi dove ciò è stato fatto!), costituisce un potente fattore diseducativo (leggi), anche a livello sociale e persino psicologico (specie sui giovanissimi o sulle persone meno moralmente formate), inducendo a pensare che ciò che è legale sia anche moralmente lecito e quindi facile da fare, senza più alcun freno, che sia “normale” e persino un “diritto”! E ciò, oltre a provocare un’enorme diffusione del male, nel caso della droga fa crescere esponenzialmente la domanda (e quindi anche il traffico clandestino, andando sempre oltre i limiti posti), inducendo peraltro a passare a sostanze sempre più forti e pericolose (come dimostrano moltissimi casi, oggi persino tra i giovanissimi – cfr. News sui “ragazzini tossici” del 17.01.2021).



La tattica della “rana bollita”

Questa tattica ideologica e politica si basa sull’introduzione graduale e progressiva del male, così da mimetizzarlo e renderlo progressivamente accettato.

Viene così denominata (“la rana bollita”) perché com’è noto la rana, se immessa subito nell’acqua troppo calda, salta via immediatamente, mentre se si lascia in un’acqua che progressivamente si scalda non reagisce, fino al punto di rimanere bollita.

È un metodo usato pure dal demonio per indurci nella crescita progressiva del peccato. Difficile che riesca a farci passare subito dalla “legge di Dio” ai peccati molto gravi; invece gli è più facile, dopo averci fatto intanto tollerare “le occasioni prossime di peccato” (vedi Atto di dolore) e fatto sperimentare progressivamente peccati sempre più gravi, introdurci al peccato mortale, magari attraverso un’occasione apparentemente casuale (in realtà da lui ben preparata), o creando comunque pian piano un habitus del male (vizio), che diventa una vera schiavitù (ovviamente chiamata libertà). Ciò diminuisce progressivamente la percezione della gravità del peccato e perfino la sensazione del rimorso; produce quindi l’indifferenza nei confronti del bene, fino all’irrisione di chi lo compie; provoca l’insensibilità spirituale, poi l’avversione a tutto ciò che è sacro, fino all’aperta ribellione a Dio (o al tentativo di farsene Uno a piacimento) e quindi alla dannazione dell’inferno, che è lo scopo ultimo e principale dell’azione di Satana (cfr. Rm 1,22-32).

È un metodo, come abbiamo visto in questi 60 anni anche nella società italiana, che la propaganda ideologica e le battaglie politiche, specie dell’ambito radicale e di sinistra, hanno attuato ampiamente e astutamente, ad esempio per introdurre nella mentalità dominante e poi nelle leggi dello Stato il divorzio, l’aborto, la procreazione assistita, le unioni omosessuali, l’eutanasia e appunto anche la droga. Il metodo, dopo una martellante propaganda basata sulla menzogna e persino su dati statistici esagerati e falsi, ha fatto sì che fossero approvate delle leggi già malefiche ma inizialmente ancora corredate con una serie di limitazioni (facendo leva sui cosiddetti “casi pietosi” o “estremi”), poi tali limitazioni vengono di fatto impunemente disattese o corrette dai TAR e giudici vari [il potere “giudiziario” (Magistratura) si è di fatto sostituito spesso a quello “legislativo” (Parlamento) e a quello “esecutivo” (Governo, peraltro assai spesso già non più espressione della volontà popolare)]; quindi si tolgono progressivamente le restrizioni inizialmente previste, fino a giungere alla liberalizzazione totale, assunta poi addirittura come diritto inalienabile! In questo modo quelle battaglie ideologiche (di “civiltà”, come si autoproclamano) hanno comunque alla fine raggiunto il loro obiettivo.
Anche i contrari, che la propaganda caricaturizza come “proibizionisti” (cioè contro la libertà, il progresso, la civiltà e causa di discriminazione), alla fine arretrano sempre più fino di fatto a cedere su tutti i fronti.

Pure la maggior parte dei sedicenti Cattolici in politica sono spesso se non sempre caduti in questa trappola (stracciando così la Dottrina sociale della Chiesa e gli stessi “principi non negoziabili”, inutilmente richiamati dal Magistero vedi, oggi peraltro silenziati), arretrando progressivamente nell’area del cosiddetto “male minore”, ma alle fine contribuendo di fatto all’affermazione di quella deriva umana e sociale.

In altri termini … chi promuove queste battaglie “di civiltà” vuole ottenere 100, ma prima chiedono 70, per poi far accettare 50 come “male minore”; in attesa che si passi poi a 80 per fare accettare 70 e alla fine raggiungere appunto l’obiettivo del 100% (e quanto non riescono ad ottenere in Parlamento lo ottengono comunque coi Tribunali, intenti a far passare delle eccezioni, se non addirittura a tollerare senza pene chi contravviene ciò che la legge ancora proibisce, eccezioni che poi diventano appunto la regola; intanto basta giustificare un caso per non poter più arginare legalmente il proibito).

Basterebbe pensare a come è stata fatta passare la legge 898 (1.12.1970) sul divorzio [(vedi nostro documento) prevedeva comunque molti limiti e il dovere dei Consultori, Avvocati e Giudici di far tutto il possibile per salvare la famiglia; si è giunti invece a tollerare e perfino incoraggiare tutto, fino pure al “divorzio breve” (legge 55 del 6.05.2015)]; così la spietata legge 194 (22.05.1978) sull’aborto [(v. News, 22.05.2020) dopo la martellante propaganda sui casi pietosi e sugli aborti clandestini, prevedeva e prevederebbe comunque dei limiti (ad es. esclude sia praticato come metodo di limitazione delle nascite) e stabilisce delle procedure salva-vita (ad es. l’obbligo di passare attraverso Consultori e medici che dovrebbero far di tutto per dissuadere l’aborto)]; anche la legge 40 (19.02.2004) sulla procreazione assistita, inizialmente prevista solo per gli sposi ed omologa, si è poi proceduto (anche attraverso uno specifico Referendum 12.06.2005, risultato poi fallimentare) alla progressiva demolizione per via giudiziaria dei limiti che prevedeva; o la legge 76 (20.05.2016) sulle Unioni Civili, una sorta di simil-matrimonio, anche tra persone dello stesso sesso [si attende ora la possibilità di adozione (ovviamente attraverso inseminazione artificiale, per le coppie lesbiche, o la maternità surrogata, per le coppie gay); intanto già si tollera che lo si faccia all’estero]; anche la legge 219 (22.12.2017) sulla DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) è una simil-eutanasia, fatta passare dopo l’amplificazione mediatica, costruita all’uopo, di casi pietosi plateali (Welby, Englaro, Dj Fabo) che hanno creato a priori giurisprudenza in quanto tollerati e fortemente pubblicizzati (ma ora si passa al Referendum per liberalizzarla, vedi). [Sulla progressiva liberalizzazione delle droghe, vedi qui ciò che già permette la legge 242 (2.12.2016) e la richiesta del nuovo Referendum per ulteriormente liberalizzarle]

 

Cos’è già lecito per la legge italiana?
Accettando la falsa denominazione di “droghe leggere” (v. cannabis con principi attivi relativamente più bassi), ne è già diventato legale l’uso e persino la produzione (coltivazione) a “livello personale” e in certi casi anche la vendita pubblica di tali sostanze (v. appunto legge 242 del 2.12.2016).
Attualmente è ancora illecita la guida (stradale) dopo aver assunto o fumato tali sostanze (nel 2019 sono state ritirate per questo 5000 patenti); e, a scopo preventivo, è proibito avere tali sostanze nell’auto (nel 2019 sono state ritirate per questo 20.000 patenti). Si tenga presente che il 40% degli incidenti stradali, specie dei giovani, è già dovuto all’uso di sostanze stupefacenti!
Fino ad una pena di 5 anni per reati legati all’uso, detenzione e spaccio di droga, il tossicodipendente è esentato dalla detenzione (semmai è invitato ad andare in comunità di recupero) ed è considerato infatti non più un “reo” ma un “paziente” da curare (quante belle e ipocrite parole per mascherare la menzogna…).
 

Cosa vorrebbe ulteriormente “liberalizzare” il nuovo richiesto Referendum?
Il Referendum che si prospetta chiederebbe tra l’altro di togliere totalmente queste sanzioni per chi guida dopo aver assunto o fumato tali sostanze (persino per pullman o pulmini scolastici). Quando è invece scientificamente provato che anche tali droghe alterano lo stato psicofisico e quindi gli stessi riflessi della persona ed è appunto statisticamente provata la loro incidenza sugli incidenti stradali.

Sugli effetti deleteri della cannabis (e della sua liberalizzazione), anche in riferimento alla guida stradale, vedi questo recentissimo ed autorevole studio scientifico. 

Circa l’incidenza dell’uso della cannabis sull’abbassamento della concentrazione e dei riflessi nella guida e statisticamente sugli incidenti stradali, riportiamo (cfr. News, 25.08.2020) alcuni brani di un intervento del dott. Giovanni Serpelloni, già capo del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e direttore dell’Anhpri (Addiction Neuroscience and Health Policy Research Institute):

“La cosiddetta cannabis light è un tipo di cannabis a basso contenuto di delta 9 THC (il principale principio attivo). È stata prodotta e commercializzata per aggirare la legge sugli stupefacenti dando origine a catene di negozi che però hanno come loro intento nascosto quello di passare poi alla commercializzazione della cannabis potenziata, una volta che la legalizzazione fosse stata approvata anche in Italia. La cannabis light non è però affatto innocua perché circa 30 g possono contenere anche più di 15 mg di delta 9 THC (la dose “drogante” è già dai 2-4 mg). Quindi siamo di fronte sicuramente a una sostanza non attiva come la cannabis standard ma in grado di produrre comunque effetti psicoattivi, anche se minori. Lo compravano pure i test tossicologici sulle urine [infatti se ne serve anche la polizia stradale, per verificarne l’uso, in riferimento al numero enorme di incidenti stradali dovuti all’uso di queste sostanza (40%!)]. Ed è proprio ciò che il Referendum vorrebbe abolire!” 
“La cannabis normale resta una droga, in grado di dare danni cerebrali anche permanenti, soprattutto nel cervello dei giovani, che è costantemente in sviluppo fino all’età di 25-30 anni e che risulta particolarmente sensibile agli stimoli chimici esogeni. I principali effetti negativi, ormai ben conosciuti, sono: alterazione del senso della realtà e della percezione del pericolo, alterazione del coordinamento psicomotorio (decisivo ad esempio nella guida), diminuzione della motivazione ad affrontare e risolvere i problemi nella vita, calo delle capacità di memorizzazione e quindi dell’apprendimento, disinibizione di comportamenti aggressivi (diminuisce l’effetto inibente del lobo prefrontale, area del controllo comportamentale). Se usata dai minori (-18 anni), può portare nel tempo persino alla diminuzione del quoziente intellettivo. La pericolosità principale però sta nel fatto che si possono instaurare sindromi ansiose importanti fino alle “crisi di panico” e, come osservato da tutte le società scientifiche del mondo, incentivare lo sviluppo di psicosi giovanili che possono facilmente cronicizzare”.
“L’uso di cannabis è inoltre in forte relazione, oltre che agli incidenti stradali, anche a certi comportamenti antisociali. Il suo uso continuativo è in grado di modificare la struttura cerebrale con processi negativi di neuroplasticità e down-regulation dei recettori CB1. Insomma, un ventaglio di conseguenze che non possono certamente farla ritenere una droga cosiddetta “leggera”.
“La cannabis è la droga in assoluto più utilizzata dagli adolescenti, che la considerano molto poco pericolosa. Alcuni di loro (circa il 20%) hanno delle caratteristiche neuropsichiche strutturali che li rendono soggetti molto vulnerabili a sviluppare un consumo cronico e quindi a diventarne dipendenti. Per questi ragazzi spesso la strada non si ferma alla cannabis ma continua verso la ricerca e l’uso di droghe ancora più psicoattive (eroina, cocaina, amfetamine ecc.). In questi casi la cannabis rappresenta una “droga ponte” (si dice effetto gate way). Cosa ben documentata dalle neuroscienze e dagli studi epidemiologici sui soggetti vulnerabili”.

Inoltre il Referendum chiede che sia liberalizzato l’uso personale (e la coltivazione) anche di altre droghe, compresa addirittura la morfina (peraltro già ora basta avere una ricetta medica per ottenerla in farmacia) e perfino l’uso della Ghb o Gbl (le cosiddette “droghe dello stupro”), ora sanzionato con la detenzione da 2 a 6 anni (si chiede che venga inflitta solo una multa).


Droghe leggere?

Si tenga intanto presente che già il 3-4% degli Italiani fa uso di sostanze stupefacenti; e che il 90% di chi è approdato alla cocaina e addirittura all’eroina è passato prima dall’uso di quelle droghe cosiddette “leggere”, a cominciare dalla cannabis (canapa; marijuana).

Dalla News del 17.01.2021 (cfr. Corriere della sera, 12.01.2021):
Dopo le droghe cosiddette leggere, dilaga oggi tra i ragazzi (12/14 anni) non solo la cocaina ma persino l’eroina, con tutto ciò che comporta di distruzione esistenziale, fisica, psichica e sociale! Il Responsabile di una comunità di recupero a Pavia afferma con sicurezza: «Anche la cannabis ha raggiunto livelli di principio attivo così alti che parlare di droghe “leggere” non ha più senso. Tutti quelli che ho in comunità (e sono minori!) hanno cominciato ‘rollando canne’ e sono finiti con l’eroina comprata per pochi euro. Si devastano in pochissimo tempo alla ricerca della ‘botta’ che dura sempre meno e lascia segni permanenti sempre più profondi». «Una vita spesso iniziata con lo sballo delle feste a base di sesso, droga e alcool nel chiuso di appartamenti senza genitori; o nei “Rave party”»; «ora persino tra i banchi di scuola delle Medie!». «Ragazzini diventati “pusher”, ma anche rapinatori, scippatori, aggressori, persino omicidi».

La perniciosa menzogna, che avvolge anche l’attuale propaganda referendaria, di far credere che certe droghe siano “leggere” (quando l’appellativo “light” è stato proibito anche per le sigarette, in quanto ritenuto appunto ingannevole) e persino terapeutiche, provoca danni incalcolabili. Infatti i pericoli e i danni causati alla salute fisica, psichica, morale e spirituale (con gravi riverberi persino sociali), specie sui più giovani, sono enormi e talora irreversibili (trattandosi spesso di danni neurologici)!


Autorevoli studi scientifici circa i gravi danni fisici e psichici prodotti dalla cannabis
Sui numerosi ed autorevoli studi scientifici circa i gravi danni fisici e psichici (oltre a quelli spirituali) prodotti dalla marijuana (cannabis) e dalle altre droghe falsamente chiamate “leggere”, oggi assai diffuse già tra i ragazzi, ci eravamo soffermati altre volte (cfr. News del 7.03.2018, 20.02.2014, 29.09.2012, 14.05.2011). Riportiamo qui solo alcuni dati.

Queste droghe producono comunque “dipendenza” psicologica e fisica. In molti individui, specie se predisposti e tanto più quanto sono giovani, anche la cannabis può provocare psicosi (gravissimo disturbo psichico, caratterizzato da allucinazioni, episodi maniacali, gravi disturbi cognitivi). Si vedano in questo senso gli autorevoli studi presenti nella rivista specialistica USA Jama Psychiatry, che rileva infatti l’esponenziale crescita di questi casi proprio nei Paesi dove la cannabis è legalizzata; così gli studi di Benedict Fischer ripotati dall’American Journal of Public Health, mensile dell’American Public Health Association, dopo aver esaminata la sterminata letteratura sul tema dai database di Medline, Embase, PsycInfo e Cochrane Library. Anche secondo il British Medical Journal l’assunzione della cannabis raddoppia il rischio di malattie psicotiche. Per le autorevoli riviste scientifiche Lancet (2007/7)e Nature (2010/11) la cannabis aumenta l’insorgenza di psicosi come la schizofrenia; per Schizophrenia Research (2009/2) in ragazzi che ne hanno fatto uso anche solo due volte al mese aumenta la possibilità di allucinazioni; per il Journal of Psychopharmacology (2010/2) la marijuana altera riflessi e memoria persino a distanza di giorni dall’assunzione.
Anche per la National Academy of Sciences (USA) sono scientificamente provati i danni cognitivi e psicologici provocati dal fumo di cannabis (disturbi della memoria, dell’attenzione, della concentrazione, mancanza di motivazione) e addirittura i danni cerebrali, con l’aggravante appunto della loro irreversibilità! Risulta infatti da un suo importante studio scientifico (del 2012) che chi inizia a fumare cannabis già nell’adolescenza e giunge poi a farlo anche 4 volte a settimana, il quoziente intellettivo diminuisce persino di 8 punti! Il fumo della cannabis “aumenta poi di 5 volte il rischio di sviluppare una depressione; addirittura raddoppia quello di manifestare una sindrome ansiosa; e aumentano persino i rischi di gravi patologie psichiche, come la schizofrenia”.
Per questo l’American Academy of Pediatrics (v. Pediatrics, 2004/6), paladina USA della salute dei minori, si schiera assolutamente contro la liberalizzazione, anche dopo aver esaminato gli effetti negativi laddove la liberalizzazione sia stata autorizzata.
Se poi qualcuno, specie tra i ragazzi, credesse ancora che queste droghe cosiddette leggere permettano una maggiore disinvoltura e potenzialità sessuale, sappia invece che a lunga scadenza la percentuale di disfunzioni sessuali aumenta notevolmente tra i consumatori di hashish e marijuana (come pure di cocaina), fino a registrare punte del 26% (cfr. gli studi scientifici dell’European Urology, 2007/n.8).
 

Droga, vita … e anima

Inutile negarlo: esiste un reciproco rapporto causa/effetto tra il vuoto spirituale ed esistenziale dei ragazzi di oggi e la crescita esponenziale, tra loro, della droga. Non passa, neppure come logica di vita, a quel mondo degli stupefacenti (o in genere dello ‘sballo’) chi ha una forte esperienza di fede, di rapporto con Dio, di vita nella Sua grazia e nel Suo amore, possibilmente con l’aiuto di un’autentica esperienza di comunità cristiana (specie tra coetanei); ma è anche vero, al contrario, che chi accede a quel mondo dello sballo, del sesso facile e della droga anche cosiddetta leggera vede rapidamente sparire la propria sensibilità religiosa e morale (persino per i normali impegni e doveri della vita).

Secondo un recente studio dell’autorevole National Institutes of Health (USA) emerge poi chiaramente che esiste pure uno stretto rapporto tra l’uso di marijuana e la crescita esponenziale tra i ragazzi di oggi (in Occidente) di forme di autolesionismo e persino di suicidio (leggi). Circa la recente e abnorme impennata di casi di autolesionismo e persino di suicidio tra i ragazzi e gli adolescenti, anche in Italia, ci siamo soffermati di recente (cfr. News, 18.12.2021). Impressionante poi che il dato sia ora addirittura maggiore tra le femmine (leggi). È poi statisticamente rilevabile che tali dati risultino in crescita esponenziale proprio laddove (attualmente in 15 Paesi) è stato liberalizzato l’uso delle droghe cosiddette “leggere”.

Su come invece la scoperta della fede, di Dio, di Cristo ed una vera esperienza di preghiera possa tenere lontano i ragazzi da questo “vuoto esistenziale” che fa da trampolino anche al mondo della droga, e perfino come possa farne uscire chi vi è già caduto, anche pesantemente, si ascoltino ad esempio le significative testimonianze di giovani salvati dalla fede e riportate in alcuni video del nostro sito.


Concludiamo con una acuta battuta, datata ma sempre più attuale, del grande giornalista francese André Frossard (figlio del 1° Segretario del Partito Comunista Francese, ateo e poi convertitosi e fervente cattolico – v. il suo testo autobiografico “Dio esiste. Io l’ho incontrato” – divenuto persino amico e intervistatore di Giovanni Paolo II), tratta dal suo dilettevole e sarcastico libro “35 prove che il diavolo esiste” (Ed. SEI, 1978/1998), p. 116:
“Ottava prova: la droga è un buon mezzo per sfuggire dal mondo per la tangente, senza andare in nessun posto. Grazie ad essa non avete più collocazione terrena, e gustate, a terra, le delizie del fluttuare nello spazio di cui gli angeli e i cosmonauti erano fino ad oggi i soli a conoscere il sapore. 
Seguendo i miei consigli, ne usate con tutta l’intemperanza desiderabile. Si trovano dei drogati persin nelle scuole elementari, e voi adulti lo siete tanto quanto si può esserlo legalmente. Non che vi serviate tutti della droga allo stato puro: ma tutti ingoiate pillole che ora vi sfumano, ora accentuano le vostre sensazioni; oppure vi tengono come in sospensione in uno stato di sublime indifferenza per il mondo e per il vostro prossimo. 
La religione è l’oppio dei popoli, diceva Karl Marx. Altri tempi: adesso bisogna rovesciare i termini: l’oppio è diventato la religione del popolo.
Alla vostra salute, nella luminescente giurisdizione del mio genio stupefacente.   
Il Diavolo”.