Cremazione: moralmente lecita?
In recenti News/documenti abbiamo soffermato brevemente la nostra attenzione su due questioni inerenti alla morte, che non sono affatto neutrali dal punto di vista etico: l’eutanasia (vedi) e la donazione degli organi (vedi). Anche se recentemente si nota un notevole cambiamento di mentalità e di prassi, anche nei Paesi cristiani e in persone sedicenti cattoliche, tali questioni rivestono un’enorme importanza ed hanno una notevole valenza morale, così che è doveroso chiedersi se siano compatibili con la stessa fede cristiana e con gli insegnamenti morali datici da Dio! Questa valenza morale riguarda pure la questione della cremazione dei cadaveri. Tale scelta, pur oggi talora effettuata con motivazioni diverse che in passato, implica infatti una particolare antropologia, cioè una visione dell’uomo e della vita (del corpo e dello spirito, della vita e della morte, dell’Aldilà e del nostro destino eterno), che in sé, oltre ad essere falsa o riduttiva, è sostanzialmente anticristiana.
Occorre dunque ben conoscere quale sia l’autentica antropologia cristiana, filosofica e teologica, cui dobbiamo riferirci per i nostri giudizi e le nostre scelte in merito.
[Circa l’originalità e superiorità dell’antropologia filosofica e teologica cristiana, rispetto anche a tutte le altre visioni filosofiche e religiose, si veda nel documento sulla “donazione degli organi”]
Anche la questione della “cremazione” dei cadaveri risente di tale base di notevole spessore antropologico ed etico. Non a caso la Chiesa l’ha sempre proibita, perché appunto specie in passato risentiva di una visione non cristiana (ad esempio nelle culture e religioni orientali) o persino anticristiana (in Occidente, di stampo prevalentemente massonico), e continua a proibirla, se fatta con questo scopo, non rispettoso peraltro dell’autentica dignità dell’essere umano e del corpo stesso.
Vediamo allora di fare qualche sintetica osservazione in merito.
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Ricordiamo ancora brevemente (vedi Notizia del 28.09.2021) che se è di fatto un dato universale, presente in tutte le civiltà, religioni e nella maggior parte delle filosofie (tranne cioè quelle materialiste ed atee, assai rare nella storia anche se trionfanti nel XIX secolo), che l’essere umano sia composto di corpo e di spirito, come si componga questa “unità” e quale destino sia riservato ad essi è invece assai confuso e variegato, nonostante la percezione chiara che alla decomposizione del corpo non corrisponda quella dello spirito, che è immortale.
Solo nella fede cristiana, per rivelazione divina che trova la sua pienezza in Cristo Signore, si manifesta un’autentica e completa antropologia, rispettosa della dignità sia dello spirito che del corpo, come della loro unità e doverosa armonia, e solo nel cristianesimo il corpo stesso è chiamato a partecipare al destino eterno dello spirito, sia nella beatitudine (paradiso) che nella dannazione (inferno).
Nella creazione dell’essere umano, tutto (corpo e spirito) era cosa “molto buona” (cfr. Gn 1, 26-31) e destinato all’eternità (l’“albero della vita” era incredibilmente donato all’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio e fatto per Lui). Con il “peccato originale” (pretesa autonomia da Dio: il frutto dell’“albero della conoscenza del bene e del male”) è entrata nell’essere umano la malattia, la sofferenza, la fatica e la morte del corpo e soprattutto la dannazione eterna dell’anima.
Con l’Incarnazione e Redenzione operata da Cristo Signore, la morte è stata vinta e l’uomo è di nuovo chiamato a partecipare alla vita stessa di Dio (il Paradiso): con l’anima, immediatamente dopo la morte del corpo oppure dopo la purificazione nel Purgatorio (che termina con la fine del mondo e il Giudizio universale di Cristo Re); anche con il proprio corpo risorto, dalla fine del mondo. Ovviamente, dovendo essere una risposta libera (e quindi meritoria) d’amore, l’uomo può purtroppo non rispondere a questo invito d’amore infinito di Dio e privarsi per sempre di Lui, così che può precipitare nell’Inferno eterno (con l’anima subito dopo la morte e con il suo corpo risorto alla fine del mondo).Solo Maria Santissima (dopo Cristo Suo Figlio), che non ha conosciuto la corruzione del peccato e della morte, è già salita in Cielo anche col suo corpo (Assunzione).
Questa è la vera fede cristiana, rivelata (e realizzata) da Cristo Signore e insegnata dalla Chiesa Cattolica; e questa è anche l’autentica visione del vivere e del morire, ma anche del cadavere e del nostro destino eterno.
In opposizione a questa fede cristiana (verità rivelata da Dio e insegnata dalla Chiesa Cattolica), in Occidente negli ultimi due secoli alcuni circoli anticristiani (in genere di stampo “massonico”) hanno pensato di distruggere i corpi dei defunti, bruciandoli e riducendoli in cenere (cremazione). Per dare poi un’impronta panteistica e pagana, talora anche satanica, è insorta pure l’usanza di spargere le “ceneri” dei cadaveri nella terra, nelle acque, nel mare o nell’aria, quasi a significare un ritorno nel tutto della Natura (venerata quasi come una divinità: appunto una nuova forma di panteismo).
In questo senso la Chiesa Cattolica si è sempre opposta alla “cremazione” dei cadaveri; e a chi optava a priori per questo, negava le esequie (i funerali cristiani in chiesa), in quanto appunto segno di non appartenenza alla Chiesa Cattolica di quel defunto (in quanto non si trattava di un “fedele” defunto).
Quando ancora oggi la scelta della cremazione è fatta secondo questo significato opposto alla fede cristiana, essa è condannata dalla Chiesa e si negano a quel defunto anche le Esequie cristiane (in chiesa).
Si ricordi che, mentre le preghiere e le SS. Messe di suffragio possono essere offerte per qualsiasi defunto (tranne per i Beati o Santi che sono già stati beatificati o canonizzati, perché solo di loro si ha certezza dell’attuale stato della loro anima, cioè il Paradiso), le Esequie cattoliche (funerali in chiesa) possono essere officiati solo per i “fedeli”, cioè per i battezzati nella Chiesa Cattolica e che al momento della morte non hanno dato chiari segni di apostasia, cioè o di abbandono della fede o di persistenza pubblica in stati di vita opposti alla legge di Dio (quindi, oltre all’apostasia dichiarata, chi aderisce ad associazioni o circoli anticattolici, od opta per stati di vita – ad esempio matrimoniali o di concubinato/convivenza – in chiara e pubblica opposizione alla volontà di Dio, che ha istituito per lo stato coniugale dei Battezzati solo il Sacramento del Matrimonio, unico e indissolubile fino alla morte del coniuge).[A parte i funerali civili, cioè non cristiani, circa l’attuale banalizzazione anche dei funerali cristiani, come del resto anche del morire, si veda la News precedente (28.09.2021) (si veda pure il significato cristiano della “salma”].
Dobbiamo inoltre ricordare che dobbiamo prepararci bene alla morte (e chiedere questa grazia anche durante la vita, pensiamo ad esempio a quanto chiediamo anche nell’Ave Maria circa “l’ora della nostra morte”!). Fino a pochi decenni orsono si pregava per essere preservati da una “morte improvvisa”, che avrebbe potuto trovarci spiritualmente non pronti (cioè non “in grazia di Dio” ma con dei peccati mortali non confessati e quindi col rischio della dannazione eterna!) e privati degli ultimi Sacramenti.
È quindi doveroso, sia pur con la dovuta delicatezza, che non sia nascosta una morte ormai vicina anche ai propri cari. Cristianamente parlando, la morte imminente (senza aspettare stati fisici o mentali che rendano ciò difficoltoso o impossibile) deve essere preparata con speciali preghiere (del sacerdote, dei familiari e dello stesso moribondo, che trova peraltro un proprio particolare patrono in S. Giuseppe, morto tra Gesù e Maria), soprattutto con la S. Confessione (anche dei peccati commessi in tutta la vita, se magari mai confessati e quindi ancora presenti nell’anima), l’ultima S. Comunione (chiamata non a caso “Viatico”, cioè che ci accompagna nel transito all’eternità) e il sacramento dell’Unzione degli Infermi (che da conforto all’anima e al corpo in questo difficoltoso e talora “estremo” frangente di vita). Questa è la morte cristiana!
Come abbiamo appunto ricordato anche nell’ultima News (28.09.2021), anche le Esequie cristiane, oltre a perdere oggi assai spesso la propria “sacralità” (come del resto purtroppo gran parte delle liturgie!) e il riferimento al mistero di Cristo, sono spesso ridotte alla stregua di riti pagani, di elogi funebri, dove tutti sono già sicuramente in paradiso (se c’è, mentre l’inferno sicuramente non c’è!); in caso poi di defunti famosi o da notizia-TV partono persino gli applausi alla bara! Tutto è spettacolo…
Se i morti potessero parlarci … ci direbbero le cose come stanno nell’Aldilà, che ora vedono: cioè quello che Cristo ci ha rivelato e la Chiesa ci ha sempre insegnato. Ci chiederebbero ciò di cui hanno davvero bisogno (se sono in Purgatorio, per accorciarne il tempo e le pene): preghiere e penitenze per loro, soprattutto di far celebrare SS. Messe in loro suffragio (non importano tanto i fiori, le lapidi, le scritte o altre strane pratiche; oggi appunto persino gli applausi ai funerali!).
Inoltre ci supplicherebbero (come ci fa capire Gesù stesso, cfr. Lc 16, 27-28), visto che noi siamo ancora in tempo, di convertirci e di non perdere più tempo in vie inutili o che addirittura ci conducono alla dannazione eterna!
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La cremazione, se scelta in opposizione alla fede cristiana e alla verità rivelata (dogma) della “risurrezione della carne” (dei morti, alla fine del mondo), è tuttora condannata e vietata dalla Chiesa. E per chi ha deliberato anticipatamente con questa motivazione per la propria cremazione sono negate le Esequie cristiane (funerale in chiesa).
È inoltre proibita la cremazione di un cadavere, se in vita il soggetto l’ha esplicitamente rifiutata o anche solo si possa ragionevolmente presumere che non l’avrebbe voluta.
Una nota su quanto accaduto agli inizi dell’emergenza Covid-19.
Al di là delle esagerazioni allarmistiche e totalmente sproporzionate che hanno avvolto fin dall’inizio la cosiddetta pandemia da Covid-19 (fino alla soppressione di fondamentali diritti costituzionali e della vita civile), ricordiamo qui quanto è stato fatto, specie all’inizio, anche in occasione di molti decessi: nessuna possibilità di assistenza affettiva dei propri cari e persino di assistenza religiosa (quindi anche di quanto detto sopra sulla morte cristiana!), nessuna possibilità di autopsia (per accertare la causa effettiva del decesso), nessuna possibilità di avere le Esequie cristiane in chiesa! (eventualmente solo una preghiera con pochissime persone al cimitero), generale “cremazione” obbligatoria e immediata (i famosi trasporti filmati di fiumi di bare?!).
Si può sottolineare che in sé, se non fatta “in odium fidei” (cioè in chiara opposizione alla fede nella risurrezione dei morti e della carne), non c’è un’opposizione di principio tra la cremazione e la risurrezione finale (per il Giudizio universale), in quanto Dio, nella Sua infinita onnipotenza e sapienza, può ovviamente recuperare pure il corpo di un defunto e farlo risorgere, anche se del cadavere non rimane alcuna parte effettiva, tanto per la normale corruzione della materia quanto per le ceneri prodotte con la cremazione.
In questo senso, se oggi la scelta della cremazione viene fatta per altre motivazioni che non siano contro la vera fede cattolica (economiche, igieniche, di spazio nei cimiteri, ecc.) la Chiesa non la condanna e l’ammette, però a determinate condizioni.
Però, secondo la bimillenarie e ininterrotta tradizione cristiana, la Chiesa preferisce, incoraggia e privilegia la sepoltura (inumazione) della salma, il più possibile integra. Ciò è più rispettoso della stessa dignità del corpo umano (destinato alla risurrezione finale; se poi si tratta di un Battezzato, quel corpo è stato tempio dello Spirito Santo e suo strumento, nutrito del Cristo e Sangue di N.S.G. Cristo e partecipe di Lui!).
Nella tradizione cristiana la sepoltura era normalmente prevista nella terra (basi pensare a certi storici piccoli cimiteri, ancor oggi, con solo tombe nel terreno, e assai spesso attorno alla chiesa, per significare meglio la “comunione dei santi”); non è infatti moltissimo che sono sorti anche i loculi, dove peraltro i corpi non si consumano ma devono essere poi riesumati dopo gli anni stabiliti dal Comune dove è presente il cimitero (magari conservandone le ossa in particolari luoghi del cimitero stesso).
Rimane comunque l’obbligo, anche per le ceneri, di sepoltura al cimitero!
È assolutamente vietato, anche se purtroppo sta diventando persino di moda (perché lo fanno anche per defunti famosi, anche del mondo dello spettacolo), conservare in privato le ceneri o, con spirito pagano se non chiaramente panteista, spargerle nella Natura o suddividerle in piccoli recipienti o gioielli da portare con sé.
Come dice un recente documento del Magistero (v. sotto), “La Chiesa non può permettere atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate della morte: se ritenuta come annullamento definitivo della persona, o come fusione con la Madre natura o con l’universo, o come una tappa nel processo della reincarnazione, o ancora come la liberazione definitiva della “prigione” del corpo”.
Ricordiamo poi che “seppellire i morti” è “opera di misericordia corporale” [così come “pregare Dio per i morti” è “opera di misericordia spirituale”] (vedi formule al termine del Compendio del CCC).
La sepoltura al cimitero (o luogo comunque sacro), mentre supera una concezione privatistica ed individualista della morte, favorisce inoltre la preghiera, anche della comunità cristiana, e diminuisce il rischio della progressiva (col tempo) banalizzazione se non dimenticanza del defunto.
Riportiamo quanto detto la volta scorsa (cfr. News del 28.09.2021 sulla “donazione degli organi”) circa il significato cristiano della sepoltura.
È significativo che, nella tradizione cristiana, il cimitero (che alla lettera significa “dormitorio”, ma viene popolarmente detto anche “campo santo”, il che è assai significativo!) sia adiacente alla chiesa stessa, come per esprimere meglio la “comunione dei Santi” [cioè l’unità in Dio tra coloro che sono in Paradiso (Chiesa trionfante) o in Purgatorio (Chiesa purgante) con coloro che sono ancora “pellegrini” sulla terra (Chiesa militante)]. In fondo già le “Catacombe”, al di là del doversi nascondere perché il cristianesimo era ancora clandestino, in realtà era per celebrare l’Eucaristia dove c’erano i morti (che si chiameranno nella fede cristiana i “fedeli defunti”, cioè fedeli a Cristo!).
Sotto gli alteri, ancor oggi, è tradizione che siano conservate delle reliquie di Santi e specialmente di Martiri.
L’idea di trasferire il cimitero fuori dei centri abitati (con l’irrazionale scusa di motivi igienici) deriva da Napoleone; ma in molti luoghi d’Europa e del nord-Italia (specie Trentino-Alto Adige) rimane comunque l’uso di cimiteri ancora attigui alla chiesa.
Significativo poi che un Vescovo, un Abate o un Santo siano sepolti all’interno stesso della chiesa.
In alcuni luoghi si compie anche la sepoltura dei feti abortiti. Indegno gettarli nei rifiuti organici o destinarli pure alla ricerca scientifica (v. cellule staminali poli-potenziali) e all’industria farmaceutica o cosmetica (come accade, persino all’insaputa della madre e del padre). Significativa (essendo esseri umani a tutti gli effetti, e quindi corpi destinati comunque alla risurrezione finale e alla vita eterna!) ma non obbligatoria.
Nei tempi passati, anche in caso di amputazione di un arto, si provvedeva alla regolare sepoltura dello stesso, in considerazione appunto della risurrezione finale dei corpi [si veda in tal senso il caso del “miracolo di Calanda”, vedi dossier Miracoli al n. 14].
È significativo che i resti mortali (tombe) dei Santi siano nelle chiese, come segno appunto della Comunione dei Santi e per la devozione dei cristiani (a Roma ad esempio quelle di quasi tutti gli Apostoli, a tal punto che il pellegrinaggio a Roma è anche detto “ad limina Apostolorum”, cioè alle tombe degli Apostoli, Pietro e Paolo in primis, vedi).
Si consideri poi che le spoglie mortali (salme) di molti Santi sono addirittura rimaste incorrotte, cioè senza putrefazione (il che è un segno di Dio, anche se non indice di una più grande santità).
Non stupisca poi che la fede cristiana cattolica, proprio per esprimere la Comunione dei Santi e la particolare devozione ai Santi canonizzati dalla Chiesa, conservi e veneri non solo le loro salme integrali, ma abbia anche suddiviso i loro corpi per ricavarne numerose reliquie; ciò non va a discapito dell’integralità del corpo di tal Santo, ma anzi ad onore della sua santità e intercessione per noi ancora pellegrini e bisognosi di aiuto.
Tutto questo sta a significare la grandezza della fede cristiana e pure la dignità e sacralità del corpo umano, anche esanime (defunto).
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Occorre prestare molta attenzione, perché le mode e persino le ideologie anticristiane e pagane strisciano dentro la mente persino dei Cattolici senza che quasi se ne accorgano, ma hanno invece una grave impronta anticristica. Certe scelte e comportamenti vengono assunti acriticamente, come una moda (tanto più se poi trova ‘testimonials’ nel mondo dello spettacolo o dello sport).
Potremmo ricordare in proposito anche l’attuale sostituzione della solennità di Tutti i Santi (1° novembre) e la Commemorazione dei “Fedeli defunti” (2 novembre), ancora sentitissime sino a poco tempo fa, con le feste e stregonerie di Halloween (anticristiane e che nascondono persino pratiche magiche e sataniche).
[In proposito, nel sito c’è pure un documento sulle ideologie che si nascondono dietro i nuovi Calendari]
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Documenti del Magistero
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992)
CCC, 229-2301: Il rispetto dei morti.
2299. Ai moribondi saranno prestate attenzioni e cure per aiutarli a vivere i loro ultimi momenti con dignità e pace. Saranno sostenuti dalla preghiera dei loro congiunti. Costoro si faranno premura affinché i malati ricevano in tempo opportuno i sacramenti che preparano all’incontro con il Dio vivente.
2300. I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità, nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale; rende onore ai figli di Dio, templi dello Spirito Santo.
2301. L’autopsia dei cadaveri può essere moralmente ammessa per motivi di inchiesta legale o di ricerca scientifica. Il dono gratuito di organi dopo la morte è legittimo e può essere meritorio. La Chiesa permette la cremazione, se tale scelta non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi.
Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (2005)
CCCC, 479: Come devono essere trattati i corpi dei defunti?
“I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità. La loro cremazione è permessa se attuata senza mettere in questione la fede nella risurrezione dei corpi”.CCCC (termine):
Le sette opere di misericordia corporale:1. Dar da mangiare agli affamati.
2. Dar da bere agli assetati.
3. Vestire gli ignudi.
4. Alloggiare i pellegrini.
5. Visitare gli infermi.
6. Visitare i carcerati.
7. Seppellire i morti.Le sette opere di misericordia spirituale:
1. Consigliare i dubbiosi.
2. Insegnare agli ignoranti.
3. Ammonire i peccatori.
4. Consolare gli afflitti.
5. Perdonare le offese.
6. Sopportare pazientemente le persone moleste.
7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.
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Recentemente (2016) – visto pure l’attuale diffondersi (persino inconsciamente), anche in Occidente, di mentalità e pratiche ben lontane dalla fede e tradizione cristiane – il Magistero della Chiesa, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, è intervenuto sulla questione della “cremazione”, con una Istruzione apposita, dove si precisa quanto segue (in sintesi).
Congregazione per la Dottrina della Fede
Istruzione
Ad resurgendum cum Christo
“circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione”,
approvata dal Papa e pubblicata il
15.08.2016
(data significativa: Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria).
(vedi il Documento integrale)
Sintesi
Quando è possibile la cremazione?
Considerando che in sé “la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima e la risurrezione dei corpi”, la Chiesa ora permette la cremazione (e relative esequie cristiane), ma “a condizione che tale scelta non sia voluta come negazione dei dogmi cristiani”.
Perché è da preferirsi la sepoltura della salma?
La Chiesa, seguendo l’antichissima tradizione cristiana, continua a preferire e raccomanda insistentemente di seppellire i corpi dei defunti nel cimitero o in altro luogo sacro.
L’inumazione è la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale.
Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne e sottolinea l’alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona.
La sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti, che mediante il Battesimo sono diventati tempio dello Spirito Santo (e dei quali i corpi stessi sono diventati strumento).
Ciò favorisce pure il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana. Sin dall’inizio infatti i cristiani hanno desiderato che i loro defunti fossero oggetto delle preghiere e del ricordo della comunità cristiana. Le loro tombe divenivano luoghi di preghiera, della memoria e della riflessione. I fedeli defunti fanno infatti parte della Chiesa. Si esprime anche così la comunione tra i vivi e i defunti.
Occorre poi opporsi alla tendenza a occultare o privatizzare l’evento della morte e il significato che esso ha per i cristiani.
Quando è vietata la cremazione?
Quando tale scelta è voluta come negazione dei dogmi cristiani (anche quello della “risurrezione della carne”, cioè dei corpi di tutti i defunti morti, alla fine del mondo), rimane assolutamente vietata e si devono negare i funerali cristiani.
La Chiesa non può permettere atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate della morte: come annullamento definitivo della persona, o come fusione con la Madre natura o con l’universo, o ancora come tappa nel processo della reincarnazione, o anche come liberazione definitiva della “prigione” del corpo.
Occorre poi evitare ogni forma di scandalo o di indifferentismo religioso.
Inoltre non si può procedere alla cremazione contro la volontà esplicita o ragionevolmente presunta del fedele defunto.
Dove si devono conservare le ceneri?
Le ceneri del defunto devono essere conservate al cimitero o in altro luogo sacro. La conservazione delle ceneri al cimitero riduce il rischio di dimenticare i defunti, anche nella preghiera e ricordo dei parenti e della comunità cristiana. Anche il rischio della mancanza di rispetto, tanto più col passare degli anni, oppure pratiche sconvenienti o superstiziose.
Non è consentita la conservazione delle ceneri nelle case.
Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione.