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Emirato Islamico dell’Afghanistan


Com’è noto (è notizia di questi giorni) prima ancora che fosse ultimato il ritiro delle truppe USA e ONU, i Talebani hanno riconquistato l’Afghanistan e l’hanno proclamato Emirato Islamico.

L’Afghanistan è un Paese, di tradizione islamica, che non ha sbocchi sull’Oceano indiano, ma ha comunque un’importanza strategica nello scacchiere geo-politico asiatico, tra Iran e Pakistan, e con un corridoio (Vacan) che fa sì che, nonostante l’impervia zona montuosa, vada a confinare addirittura con la Cina, sia pur per soli pochi chilometri.
Non si può certo definire un Paese particolarmente ricco, ma possiede comunque importanti riserve di gas naturale, cobalto, litio, oro, ferro, ed è il primo produttore al mondo di “papaveri da oppio” (da cui l’eroina ed altri oppiacei), con un conseguente e stratosferico giro d’affari specie nel mondo occidentale (in questi ultimi 20 anni la produzione di papaveri è decuplicata!).

Il Paese fu invaso dall’URSS nel 1979; la Russia si trovò però immersa in un’estenuante lotta, che è stata paragonata al Vietnam per gli USA, che ha prodotto 1,5 milioni di morti (anche questi in fondo ascrivibili al comunismo) e che è terminata nel 1989, col ritiro russo, cioè l’anno stesso che vide il comunismo crollare nell’Est-Europa e due anni prima della stessa fine dell’URSS.

Nella lotta contro l’URSS i musulmani radicali (mujaheddin) trovarono paradossalmente l’appoggio degli USA. Dopo il ritiro russo essi andarono al potere e nel 1992 proclamarono lo Stato islamico; ma la loro forza non era tale da mantenere l’unità e la governabilità del Paese; così che nel 1996 entrarono in gioco i famosi Talebani (“studenti coranici”, fondati nel 1994), soldati musulmani radicali, che, con una rigida visione teocratica, vogliono imporre a tutti una versione estrema della shari’a e punire con ferocia ogni deviazione dalla legge coranica. Ogni espressione, anche culturale e artistica, che non sia legata all’Islam deve essere distrutta (colpì il mondo, nel 2001, la scena della distruzione delle gigantesche raffigurazioni del Buddha scavate sulle montagne di Bamiyan). 
I Talebani avevano forti appoggi dal confinante Pakistan (altro Paese musulmano radicale, di tradizione sunnita), ma in fondo godevano pure del sostegno degli USA. 

Quando l’11.09.2001 ci furono i noti attacchi terroristici contro gli USA (New York e Washington), nonostante che la maggior parte dei terroristi impegnati in quelle azioni fosse di origine dell’Arabia Saudita, l’amministrazione americana decise subito (il 7.10.2001) di attaccare militarmente l’Afghanistan, nonostante appunto il precedente appoggio dato ai musulmani radicali del Paese, se non altro col pretesto che lì doveva risiedere quello che essi presentavano come la mente di quegli atti terroristici, cioè Bin Laden (che fu invece trovato e ucciso dagli americani in Pakistan il 2.05.2011).

Come conseguenza degli attacchi terroristici contro gli USA è stata presentata e compiuta anche la guerra contro l’Iraq (2003). Il Paese, com’è noto, era già stato attaccato militarmente dagli americani nella prima “Guerra del Golfo” (2.08.1990/28.02.1991), dopo l’invasione irachena del Kuwait (territorio praticamente in mano alle compagnie petrolifere); una guerra che in tempi rapidissimi portò gli USA alle porte di Bagdad, lasciando però inspiegabilmente illeso il dittatore Saddam Hussein (pur presentato come la personificazione del “male”; verrà invece catturato il 13.12.2003 e impiccato il 30.12.2006).

Questi conflitti, dagli USA (e di conseguenza dalle forze alleate) venivano dunque presentati e giustificati come reazione al mondo del “male” e addirittura come esportazione della “democrazia”.

Negli anni seguenti, la presenza militare e umanitaria degli USA e delle forze ONU (Italia compresa) in questi Paesi (Afghanistan e Iraq) veniva dunque presentata come sostegno perché vi sorgessero a pieno titolo dei regimi democratici. Un progetto che, al di là degli interessi commerciali (non dimentichiamo la forza del petrolio e in Afghanistan anche quella dell’oppio) e geopolitici, non teneva conto della cultura e delle tradizioni (e mentalità) locali, né forse tanto meno di cosa potesse rappresentare davvero l’Islam radicale.

Se in Iraq (dove peraltro sotto la dittatura di Saddam Hussein era comunque garantita una certa libertà religiosa, anche per i cristiani – era cattolico lo stesso ministero degli esteri Tāreq ʿAzīz! – che risiedevano in quei territori ancor prima dei musulmani e che invece in questi anni sono stati praticamente costretti all’esilio, v. News del 10.03.2021), la democrazia ha fatto davvero fatica a sorgere e la libertà religiosa è addirittura diminuita.
Poi, nel nord dell’Iraq e della confinante Siria, è nato addirittura lo Stato Islamico (ISIS), che gli USA hanno invece sostanzialmente fatto finta di combattere (lo scopo era far ulteriormente crollare la Siria); mentre, per sconfiggerlo, fu invece decisivo l’intervento russo.
Fu un’ulteriore conferma che gli USA non potevano più permettersi di considerarsi i ‘salvatori’ del mondo e gli esportatori della ‘democrazia’, contro i regni del “male” (questa ad es. la posizione della Clinton ai tempi di Obama), per coprire i propri interessi, e che in politica internazionale si doveva tornare a fare i conti pure con la Russia di Putin, oltre ovviamente che con lo strapotere della nuova Cina comunista (capitalismo di Stato).

Anche in Afghanistan gli USA e le forze ONU (Italia compresa) hanno appunto fatto assai fatica a controllare la situazione e tanto meno a garantire una sostanziale governabilità (tanto meno democratica) del Paese. Fino all’attuale capitolazione, in cui al ritiro degli USA (che doveva completarsi a fine agosto) e delle forze alleate (l’Italia ha effettuato il ritiro il 29.06.2021*), ha fatto immediatamente riscontro il fulmineo ritorno e vittoria addirittura dei Talebani, che il 15 agosto scorso hanno conquistato anche la capitale Kabul e il 16.08.2021 hanno ufficialmente proclamato la nascita dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan.

* L’Italia ha partecipato per quasi 20 anni alla “missione” occidentale in Afghanistan, con un coinvolgimento di 50.000 soldati e pagando un doloroso contributo di sangue: 53 morti e 723 feriti. Il ritiro è stato completato il 29.06.2021 (ma al rientro dell’ultimo contingente di soldati all’aeroporto di Pisa non c’era alcuna rappresentanza istituzionale ad accoglierli). (leggi)

Potrebbero esserci in futuro ritorsioni terroristiche musulmane contro il nostro Paese, finora incredibilmente risparmiato, a differenza di molti Paesi europei, dagli attentati terroristici islamici?
 

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La sconfitta dell’Occidente
USA: da “salvatori del mondo” a … “salviamoci noi!” (leggi
NATO: due settimane prima dell’annunciato ritiro i Talebani hanno già preso il potere (leggi
Perché le “truppe addestrate” da USA e alleati sono crollate così? (leggi)  (Corriere della sera, 15.08.2021)
Le conseguenze del ritiro USA(leggi
Com’è possibile che i talebani abbiano rapidamente avanzato senza trovare resistenza? (leggi)
A luglio i Talebani controllavano già l’85% del territorio afghano (leggi
La guerra lampo dei talebani (leggi) (Corriere della sera, 9.08.2021)
L’arrivo a Kabul e la presa del potere statale (leggi) (leggi)
Panico e fughe (leggi) (Corriere della sera, 15.08.2021)

Lo scacchiere internazionale
Cina, Russia e nazioni dell’Asia centrale si stavano già preparando a questa vittoria) (leggi) [AsiaNews, 16.07.2021]
La comunità internazionale (Cina, URSS e gli stessi USA) vuole un accordo coi talebani (leggi) [AsiaNews, 7.08.2021]
Rapporti con l’Iran. Armi dal Pakistan. Appoggio dalla Cina. E la Russia? (leggi) [AsiaNews, 14.08.2021]
Le responsabilità del Pakistan (leggi)
La Russia non pare preoccupata (leggi) (AsiaNews, 17.08.2021)
Anche la Turchia potrebbe approfittarne (leggi

Via gli USA, viene la Cina? (leggi)
Il ruolo della Cina in Afghanistan potrebbe costituire una minaccia e una sfida permanente per l’Occidente (leggi) [Corriere della sera, 13.08.2021]
Per la Cina, che ha già ottimi rapporti col Pakistan, l’Afghanistan è importante anche per aggirare l’emergente potenza economica dell’India e persino per accerchiarla. Si sta tra l’altro costruendo il gasdotto TAPI [Turkmenistan (Mar Caspio) – Afghanistan – Pakistan – India], che sarà decisivo per l’India e tutto il sud-est asiatico: averne in mano i rubinetti afghani potrebbe costituire una potente arma di ricatto. (leggi) [Il Timone/News (il generale Li Gobbi), 18.08.2021]

C’è ora un apocalittico fuggi-fuggi generale (aeroporto e aerei assaliti de migliaia di persone in cerca di un imbarco). Come sostenere però una fuga di massa (ammesso che d’ora in poi i Talebani la permettano)?
La Croce Rossa rimane (si chiamerà “Mezzaluna Rossa”, come in tutti i Paesi islamici?) (leggi

Cristiani
Le “Missionarie della carità” (le Suore di Madre Teresa) hanno detto che resteranno, per assistere la popolazione! 
Glielo permetteranno? Si salveranno?
Infatti i Talebani non avevano ancora fatto il loro ingresso a Kabul che già si registrava un incremento di persecuzione anticristiana (“A Kabul un capofamiglia cristiano è già scomparso nel nulla”, dice un esule cristiano. “Non abbandonateci!”). (leggi) [AsiaNews, 13.08.2021]