Nella News del 16.03.2021 avevamo già raccolto la testimonianza di santità di alcuni bambini e ragazzi, di ieri e di oggi, il cui sacrificio, unito a quello del loro amato Gesù, non solo dà lode in eterno alla Santissima Trinità ma rappresenta un germe particolarmente fecondo di vita cristiana, di cui c’è urgente bisogno, specie tra i ragazzi di oggi.
Anche oggi raccogliamo alcuni di questi fiori di santità, che, anche se recisi quand’erano da poco spuntati, spandono nel mondo il buon “profumo” di Cristo (cfr. 2 Cor 2,14-16); e li preghiamo, specialmente per i loro attuali coetanei e le loro famiglie, che quasi sempre vivono invece in un terribile “deserto” spirituale, con tutto ciò che ne consegue, già in questa vita, col rischio poi della dannazione eterna!
[vedi un breve filmato (in inglese) di richiamo cristiano per adolescenti di oggi, nella Domenica delle Palme]
Il primo fiore di santità che raccogliamo è quello di una bambina cilena di oltre un secolo fa, Laura Vicuña, già Beata, morta a 12 anni dopo aver offerto a Gesù la sua vita per la conversione della mamma, che, rimasta vedova, conviveva con un uomo.
Un enorme richiamo, che ci viene dal Cielo, per ciò che oggi rischia (anche nella Chiesa!) di essere accolto come normale…
Laura Vicuña era nata a Santiago del Cile il 5.04.1891. Il padre, militare, morì assai presto, poco dopo la nascita della sua sorellina. La mamma, Mercedes, ritrovatasi così giovane già vedova e in una situazione di estrema povertà, si trasferì con le due figlie in Argentina. Lì conobbe un ricco proprietario terriero, Manuel Mora, che le diede un lavoro nella sua fattoria … ma al prezzo di divenire sua amante e concubina!
Le due bambine vennero mandate a studiare nel collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a Junín de los Andes, dove ricevettero una buona educazione cattolica, sulla scia del carisma salesiano. Laura era contenta di questa esperienza di collegio (chiamerà quell’istituto salesiano «il mio paradiso»); si dimostrò assidua nella preghiera, obbediente alle suore (come lo era con la mamma). Era una ragazzina allegra e molto buona con le compagne.
Imparando sempre più quale fosse la vera vita cristiana, cosa significhi cioè vivere con Gesù e secondo i Suoi comandamenti, prese però anche coscienza della grave situazione di peccato in cui si trovava la madre (giunse persino a svenire dal dolore per questo)!
Quando il 2 giugno 1901 fece la Prima Comunione, fece 3 santi propositi (sull’esempio di san Domenico Savio, che fu tra i primi ragazzi che seguirono San Giovanni Bosco): «1) Mio Dio, voglio amarvi e servirvi per tutta la vita; perciò vi dono la mia anima, il mio cuore, tutto il mio essere; 2) Voglio morire piuttosto che offendervi con il peccato; perciò intendo mortificarmi in tutto ciò che mi allontanerebbe da voi! 3) Propongo di fare quanto so e posso perché voi siate conosciuto e amato, e per riparare le offese che ricevete ogni giorno dagli uomini, specialmente dalle persone della mia famiglia».
In quel giorno, insieme alla gioia di ricevere per la prima volta Gesù, si acuì la sofferenza di vedere la madre lontana dai Sacramenti. Tale dolore si accresceva quando tornava a casa per le vacanze. La mamma la faceva pregare di nascosto dal convivente, Manuel, il quale mostrava sempre più un animo perverso e preda del peccato. Una volta, quando Laura aveva solo 11 anni, egli giunse persino ad insidiare la sua purezza; lei lo respinse fermamente; e lui, per vendicarsi, si rifiutò di continuare a pagare la retta del collegio per lei e la sorellina. Le suore, comprendendo la drammaticità della situazione, continuarono però a tenerle in collegio gratuitamente.
Come rivelò il suo confessore e primo biografo, don Augusto Crestanello, «un giorno Laura, che già coltivava l’idea di farsi suora tra le stesse Figlie di Maria Ausiliatrice, e che provava un acuto dolore per la situazione morale della mamma, decise di offrire la vita e accettare volentieri anche la morte, in cambio della salvezza della mamma»!
La sua salute iniziò pian piano a rovinarsi; ma intensificò ancor più i sacrifici. Inoltre, pur non avendo neppure 12 anni, giunse a voler professare nel suo cuore i voti di obbedienza, povertà e castità.
Una volta, nel gennaio 1904, mentre stava trascorrendo qualche giorno con la mamma in un alloggio vicino al collegio, giunse anche Manuel (l’amante), con il proposito di passarvi la notte; ma Laura disse allora con fermezza: «Se lui si ferma qui, io me ne vado in collegio dalle suore». L’uomo si infuriò, fino al punto di picchiarla duramente.
Laura, all’età di 12 anni, rinnovò allora l’offerta della propria vita per la salvezza eterna della madre. E le sue condizioni di salute precipitarono, a tal punto da approssimarsi ormai la morte. Il 22.01.1904, dopo aver ricevuto con tanto amore il Viatico (l’ultima Comunione), così si rivolse alla mamma: «Io muoio. Io stessa l’ho chiesto a Gesù due anni fa, ho offerto la mia vita per te, per chiedere la grazia della tua conversione. Mamma, prima di morire, avrò la felicità di vederti pentita?». La madre, in lacrime, disse di sì e promise di cambiar vita. Allora Laura disse al sacerdote presente: «Padre, siete testimone che mamma ha promesso di lasciare quell’uomo!»; quindi disse alla mamma: «Addio, mamma, ora muoio contenta!». Pronunciò infine queste ultime parole: «Grazie Gesù! Grazie Maria!»; e spirò serenamente. Non aveva ancora compiuto 13 anni.
La mamma mantenne la promessa, volle subito cambiar vita, e poté così confessarsi e fare la Comunione già per il suo funerale!
Alle esequie di Laura accorse inaspettatamente tutto il paese, non solo per la sua giovane età, ma perché la sua fama di santità si era già diffusa anche fuori del collegio.
Le sue spoglie mortali riposano oggi nella cappella delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a Bahía Bianca; e vi si recano a pregarla molti pellegrini.
Laura Vicuña è stata beatificata da Giovanni Paolo II il 3.09.1988 (vedi), proprio durante la visita apostolica compiuta a Torino e Colle don Bosco, nel centenario della morte di san Giovanni Bosco.
Il 24 aprile (2021), il Papa ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare alcuni Decreti, riguardanti, tra l’altro, anche le “virtù eroiche” della giovanissima Anfrosina Berardi, di San Marco di Preturo (L’Aquila), nata il 6.12.1920 e morta a 11 anni, il 13.03.1933; sarà così presto proclamata Beata. Per conoscerla un poco vedi ad esempio il sito a lei dedicato: http://www.anfrosinaberardi.com
Pur non essendoci alcun pronunciamento della Chiesa, ecco però la testimonianza e la straordinaria esperienza spirituale di un bambino di soli 8 anni, Antonio Terranova, nato a Palermo il 14.07.2004 e morto (di tumore) il 23.02.2013 (in 3 puntate: leggi, leggi, leggi). Come la grazia e l’amicizia di Gesù può far vivere il dolore e la morte in modo strordinariamente maturo e cristiano persino in un bambino così piccolo!
Sul significato cristiano e il valore salvifico della sofferenza, offerta in unione alla Croce di Gesù, per la salvezza del mondo, vedi la Lettera apostolica di Giovanni Paolo II Salvifici doloris (11.02.1984).