Il matrimonio è drammaticamente in crisi, sia quello religioso (sacramento, voluto da Gesù Cristo) che quello solo civile; non solo per la durata (nonostante che quello istituito da Dio sia unico e indissolubile), ma anche per la crescente scelta di non-sposarsi.
Crescono così le coppie-di-fatto, pure dello stesso sesso, riconosciute are persino incoraggiate dallo Stato (convenienti anche dal punto di vista economico e fiscale) e ancor più le convivenze; e persino i single, che oggi non sono solo coloro che rimangono scapoli o zittelle, ma coloro che passano da un rapporto all’altro senza alcun impegno.
Dopo aver iniziato (in Italia 50 anni fa – v. documento in Archivio) a distruggere il matrimonio con il divorzio – e di conseguenza la famiglia, i figli e la società (che ha nella famiglia il proprio cardine fondamentale) – e quindi con la possibilità di sposare (civilmente) altre persone dopo il primo consorte, negli ultimi anni (anche in Italia) si è arrivati a permettere il divorzio anche solo dopo 6 mesi di matrimonio (cfr. News 8.06.2014) e al riconoscimento delle coppie di fatto, anche omosessuali.
A questo punto, vista la sempre più imperante logica già illuministico-liberale, diventata “pensiero unico dominante”, secondo cui “ciascuno può fare quello che vuole”, tanto più nella vita privata, ci si potrebbe persino chiedere se abbia ancora senso che lo Stato si ostini a legiferare in merito al matrimonio e alla vita affettiva (se ciò non avesse appunto anche una rilevanza sociale).
In modo invece contraddittorio, si impone un pensiero che parla di diritto al matrimonio, per chiunque e con chiunque! E su questi presunti “diritti civili” i Parlamenti dovrebbero legiferare, per garantirli e superare ogni “discriminazione”! Così non solo una falsa libertà (senza più alcun riferimento alla verità, parola oggi impronunciabile), ma anche ogni pulsione e persino desiderio momentaneo diventa un diritto inalienabile!
Sembra proprio che nel mondo qualcuno voglia distruggere i fondamenti stessi dell’umano, a cominciare proprio dalla famiglia, e persino la natura umana (nella sua complementare mascolinità/femminilità).
Chi sia questo “qualcuno”, al di là dei potentissimi poteri occulti umani, lo si può evincere anche in queste parole di Suor Lucia di Fatima (e quindi riflesso di quelle di Maria Santissima!), confidate dal card. Cafarra in una delle ultime conferenze, poco prima di morire (ascolta).
Partendo da premesse non religiose, ma comunque con una lucida e cinica analisi degli sconvolgimenti subentrati nella società col ’68, già nel 1977 il grande regista francese Robert Bresson realizzò un film significativamente intitolato Il diavolo probabilmente (vedi la scena finale che dà il titolo al film).
Però il labirinto dei sempre nuovi “diritti” e della totale confusione diventa sempre più intricato (come abbiamo osservato anche nella News precedente a proposito dell’ideologia gender).
Dopo anni in cui si parla appunto del diritto di sposarsi “di chiunque e con chiunque”, e dopo che ormai da decenni l’Occidente annienta la propria storia, cultura e identità, in favore di una “accoglienza” che tradisce invece un terribile relativismo culturale e uno sconcertante sincretismo religioso, quando si giunge persino a impedire, anche nelle scuole, data anche la ormai ingente presenza musulmana*, ad esempio di parlare del Natale e di fare il Presepe per rispettare le altre religioni … ebbene, perché allora non dare diritto di cittadinanza legale anche alla poligamia (solo maschile!), ammessa dall’Islam?
* questo anche quando la presenza musulmana, ad esempio in Italia, era minima: si pensi all’enorme moschea di Roma, pensata già nel 1966 dall’Arabia Saudita e da essa finanziata, con terreno regalato dal Comune di Roma nel 1974 (la prima pietra fu posta nel 1984, alla presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini; in quella circostanza le autorità musulmane dissero abbastanza esplicitamente che essa significava un passo decisivo per “l’avanzata musulmana in Europa”) e inaugurata il 21.06.1995 come la più grande moschea d’Europa, nel centro stesso della cristianità (mentre in Arabia Saudita è persino proibito leggere il Vangelo anche privatamente!), e rimasta con questo primato fino al 2012, quando fu superata per grandezza da quella di Strasburgo (cfr. News del 3.05.2016)!
Secondo la logica liberale/liberista, per non dire anarchica, delle attuali democrazie occidentali, che diventano però sempre più “dittature del relativismo” (e di poteri occulti), non sarebbe una grave discriminazione nei confronti degli uomini (maschi) musulmani non permettere loro di avere più mogli (cosa permessa dal Corano; anche un harem, se ce lo si può economicamente permettere)?
Certo, sorgerebbe però il problema che ciò, nella cultura musulmana, è invece severamente proibito per la donna (condannabile a morte se trovata con un altro uomo). Come garantire l’uguaglianza di dignità e di fronte alla legge dell’uomo e della donna, che è un giusto cardine della società (proveniente dal Vangelo) e persino dell’ideologica bandiera di un femminismo che col ’68 è diventato sempre più estremo? Per garantire i diritti dei musulmani dovremmo allora permettere sia la poligamia per l’uomo che questa condanna per la donna?
Come si vede, anche in questo caso il relativismo porta in un vicolo cieco, in sempre nuove aporie.
E, vista la confusione totale sulla parola “amore”, perché lo Stato non dovrebbe permettere e riconoscere pure il già emergente poliamore (a 3 o più persone)? Vietarlo sarebbe un’altra ingiustizia e discriminazione nei confronti di chi sente questo desiderio o pulsione e vorrebbe vivere, protetto dalla legge, anche questa nuova esperienza d’amore “triangolare” e, perché no, anche “pluri-poligonale”!
E come se la caverebbero coloro che sono o fingono di fare gli scandalizzati quando si parla di amore con i minori (dello stesso o diverso sesso) e persino coi bambini, tanto più se fossero consenzienti? Non sarebbe peraltro la prima volta nella storia. Non solo c’era nel mondo “pagano”, ma c’è anche in quello musulmano (persino Maometto, tra le sue 12 mogli, ne aveva anche di minorenni e addirittura sposò pure una bambina di 6 anni! – cfr. News del 11.01.2020, 2.11.2018 e Documento sulla pedofilia). Qualcuno griderebbe ancora alla pedofilia?
Non abbiamo ancora finito, in questa deriva nichilistica.
Dall’amore e persino dal matrimonio “di chiunque con chiunque” siamo passati anche a quello con …
C’è, anche in Italia, chi ha voluto solennemente sposarsi con se stesso (cfr. News del 3.02.2018); ed è stato persino lodato sui giornali e in televisione!
Per non pensare che stiamo raccontando fantasie, ecco nome e cognome: si tratta di Laura Mesi, della Brianza, insegnante di fitness. Lo sposalizio “con se stessa” ha avuto la sua cerimonia ufficiale, con festa, invitati e formula d’ordinanza: «Io Laura, prometto di essermi fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarmi e onorarmi tutti i giorni della mia vita»!
Manca qualcosa? Sì. Perché non pensare pure al matrimonio con il cane (visto quanto spendono per il caro “amico a 4 zampe” gli Italiani; e non sono pochi quelli che se lo portano anche a letto – vedi News del 17.01.2018)? Arriverà presto. Così il “migliore amico dell’uomo” (qualcuno è giunto già ad asserire che non si sa che cosa sia l’amore se non si ha un cane!), in genere ora costretto a vivere negli appartamenti, potrebbe pure diventare il “miglior marito della donna” (almeno lui è “fedele”, no? e ti saluta sempre festosamente quando rientri a casa).
Poi però, per non discriminare qualcuno, il matrimonio dovrà raggiungere anche tutti gli altri animali.
No, non siamo ancora giunti al capolinea. Sono già arrivati gli sposalizi con le cose! Come?! Eccoli.
Lee Jin Gyu, un giovane coreano, afferma che “si è innamorato di un cuscino”; ha quindi deciso di dargli un nome (Dakimakura) e … lo ha “sposato”!
Un’artista inglese di 49 anni ha “sposato” invece il suo piumone. La notizia è stata riportata dalla BBC, che ha precisato (con tanto di documentazione fotografica) come alla “cerimonia” fossero presenti ben 120 invitati!
Un’altra ragazza inglese ha invece sposato un albero. Un matrimonio molto più “in”, anzi più “green” e in linea con il nuovo credo “ecologista”. L’esempio è stato infatti subito seguito da diverse donne messicane.
Più intrigante e ideologicamente più articolata è invece la seguente notizia (riportata dal giornale inglese Mirror qualche settimana fa): Rain Gordon, una giovane di 24 anni, inglese ma di origine russa, insegnante in una scuola per l’infanzia, confessa che «si è sempre sentita sessualmente attratta dagli oggetti». «Durante la mia infanzia e la prima adolescenza, mi sono innamorata anche di posti come il “Centro commerciale” che aveva aperto nella mia città. Sapevo che era sbagliato e al di là delle norme della società. Per questo non l’ho detto a nessuno». «Il colpo di fulmine è avvenuto però nel 2015, in un negozio di ferramenta. È stato subito “l’amore della mia vita”; gli ho dato un nome (Gideon) e alla fine ho deciso di sposarlo, di averlo cioè come “marito”»: stiamo però parlando di una valigetta! «La nostra connessione e comunicazione spirituale – afferma l’interessata – viene mostrata telepaticamente. Lo sento, e lui sente me, ma dall’esterno sembra un monologo». Il “matrimonio” si sarebbe tenuto nel giugno scorso e, si legge sul giornale, «Rain sta ora condividendo la sua storia, per estendere la consapevolezza sociale sugli ‘oggetti sessuali’ e si fa paladina di questa battaglia per abbattere le idee sbagliate e lo stigma nei confronti di questo orientamento sessuale».
Ecco le nuove frontiere del … love is love!
Comico. O tragico?!