C’è una pandemia che non fa rumore, ma è ben conosciuta anche da molti medici (specie psichiatri), e che fa danni enormi alla salute fisica, psichica e spirituale delle persone, specie in un numero di ragazzi e giovani che cresce in modo esponenziale. Si tratta della droga!
E, come abbiamo sotto ricordato (v. News del 13.01.2021), anche il lockdown sta ulteriormente accentuando questo dramma personale e sociale.
Dopo anni di ipocrita e velenosa distinzione tra droghe “leggere” (quasi comuni, sin dalle più verdi età) e “pesanti” – v. News del 25.08.2020 (proibito per legge parlare di sigarette “light” ma ci si ostina a parlare di droghe “leggere”, comunque terribilmente dannose, e persino a volerle liberalizzare) – e alla facile possibilità, anche per un ragazzino, di trovare persino su internet una quantità enorme di droghe sintetiche, oltre all’uso diffusissimo della cocaina (e non solo negli ambienti “in”), ora ci troviamo di fronte al ritorno impressionante anche del grande ‘mostro’: l’eroina!
Se qualcuno pensasse che i giovani distrutti dalla droga siano un tragico fenomeno sociale degli ormi lontani anni ’70/’80 deve purtroppo ricredersi; anzi, c’è oggi una piaga ben più grave e mai registrata prima: “tossici” già adolescenti e persino in piena pubertà!
Una terribile “ondata” che dilaga inesorabile, specie dalla Lombardia. Basterebbe andare nel boschetto di Milano Rogoredo, ma anche in almeno 10 boschetti della campagna pavese; per non parlare dei due ragazzini di 14 e 15 anni che a Monza hanno ucciso un uomo con 20 coltellate per comprarsi una dose.
Se n’è occupato di recente anche il Corriere della sera (12.01.2021), facendo visita nella struttura terapeutica “Casa del giovane” di Pavia, parlando col responsabile Simone Feder e ascoltando la storia di alcuni ragazzini, quasi tutti minorenni, che lì si cerca di recuperare alla vita dopo che sono già precipitati nell’abisso distruttivo della droga.
Dice Simone Feder: «Il centro è pieno: ma come fai a dire di no a un papà che viene in lacrime a portarti il figlio?». Sono anche “figli di papà” (medici, avvocati, imprenditori, impiegati, quadri aziendali), ragazzini anche di soli 12 anni, già tossici e diventati persino spacciatori e violenti.
Il Responsabile non vuol sentir parlare di droghe “leggere” e “pesanti”: «Anche la cannabis ha raggiunto livelli di principio attivo così alti che questa distinzione non ha più senso. Tutti quelli che ho in comunità hanno cominciato ‘rollando canne’ e sono finiti con l’eroina comprata per pochi euro. Si devastano in pochissimo tempo alla ricerca della ‘botta’ che dura sempre meno e lascia segni permanenti sempre più profondi». «Una vita spesso iniziata con lo sballo delle feste a base di sesso, droga e alcool nel chiuso di appartamenti senza genitori; o nei “Rave party”».
«Il primo contatto di un ragazzino con la droga ha però cambiato luoghi e tempistiche: prima accadeva durante gli anni del liceo, ora già dalle scuole medie. Il pusher non aspetta più all’uscita di scuola ma è già dentro, tra i banchi o nei bagni. Alcuni frequentano le lezioni solo per spacciare».
Ragazzini diventati “pusher”, ma anche rapinatori, scippatori, aggressori, persino omicidi (v. appunto il caso di Monza).
L’onda malvagia non risparmia nemmeno le femmine: ragazzine che a 15 anni sono già dipendenti di crack, erba, cocaina, eroina, e finiscono pure nella prostituzione.
Ecco le storie di qualche ragazzino, ospite della citata comunità di Pavia.
Ora è un adolescente di 17 anni, già distrutto dalla droga. Un giorno era entrato nel boschetto di MI Rogoredo per acquistare una dose per uso personale; ma in poco tempo ne è diventato «capo-piazza», cioè spacciatore. È arrivato a farlo dalle 8:30 alle 21:00 e giungendo a vendere 70 gr. di eroina al giorno (acquistata da un albanese a € 6 al gr. e rivenduta a € 20). La comprava a etti. Faceva anche 7.000 € al giorno. Per premio riceveva in omaggio 2 gr. di eroina e 0,5 gr. di cocaina. Tanti sono i clienti, anche in auto di lusso (racconta: «in 10 km ci sono 10 squadre di spacciatori, ognuno con il suo giro di clienti della Milano-bene»).
Un altro ragazzino che ora ha 15 anni rapinava la gente in strada con un cacciavite, per comprare 3-4 gr. di coca al giorno (una quantità tale da renderlo un mostro); ma picchiava anche solo per divertimento.
Un ragazzino che ha 13 anni (!) era entrato in comunità con un tasso di cocaina nel sangue che nemmeno un tossicomane di vecchia data riesce a toccare (il cut off, l’esame che determina il livello di droga nel sangue, segnava più di 3.000, quando è sufficiente 300 per risultare positivi).
Un ragazzo che ora ha 16 anni racconta che iniziò a drogarsi perché era un po’ grassottello e come tale veniva deriso (bullizzato) dai compagni di scuola. «Mi son detto: voglio diventare come loro; e la cocaina mi ha dato la forza». Da vittima si è trasformato in carnefice. Era diventato l’incubo dei compagni di scuola. «Non volevo restare solo»; «la droga mi dava l’illusione di avere tanti amici. I compagni allora stavano con me e mi guardavano ammirati perché in un giorno riuscivo a procurarmi anche 100 € di cocaina».
Un altro ospite, ancora minorenne, a 15 anni andava già ai “rave party” in giro per l’Italia. Così ha iniziato ad acquistare «erba» a credito, che rivendeva poi ai compagni di scuola durante la ricreazione. Ha una mente distrutta. Ora in comunità dà qualche timido segno di recupero …
È angosciante vedere anime e corpi di giovanissimi già così devastati, prima ancora che dalla droga, da un vuoto spirituale dove il demonio ha potuto così facilmente seminare il suo veleno!
Che il ragazzo milanese Carlo Acutis (v. News del 23.02.2020), morto nel 2006 e beatificato lo scorso 10 ottobre, interceda per loro … e ci convinca che senza Cristo Signore l’inferno comincia qua, già da ragazzini!
[nella sezione video del sito, ecco invece la testimonianza di alcuni giovani risorti dall’abisso della droga per l’incontro con Gesù e la comunità cristiana]