Abbiamo già sottolineato come l’Ungheria, pur costretta dal comunismo nel secolo scorso ad una fede cristiana clandestina e violentemente perseguitata, rappresenti oggi, nel panorama della UE, un baluardo a difesa dell’identità cristiana, della bellezza della famiglia e della intangibilità della vita umana (cfr. News del 4.05.2020 e del 23.11.2020).
Così, il 15.12.2020 il Parlamento ungherese ha approvato una legge che definisce la famiglia come quella composta da una donna come madre e un uomo come padre, vietando di fatto le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso e complicando pure le adozioni da parte di persone single.
All’inizio di quest’anno, l’Ungheria ha pure approvato una legge che dichiara che il ‘genere’ di un persona è quello del sesso biologico alla nascita, bloccando i tentativi delle persone transessuali di cambiare la loro identità di genere legalmente.
Inoltre, oltre a custodire la propria identità cristiana, l’Ungheria vuol pure far fronte alla drammatica denatalità che sta conducendo la UE (e particolarmente l’Italia!) al suicidio demografico, anche se un poco tamponata dalla selvaggia immigrazione, in genere islamica.
Il Ministro per gli affari familiari Katalin Novák ha sottolineato, a proposito della denatalità, che, mentre alcuni Paesi europei sperano di far fronte al suicidio demografico con l’immigrazione, creando altri gravi problemi di integrazione, l’Ungheria sta cercando di invertire la tendenza con incentivi finanziari per le famiglie che hanno più figli. Infatti il governo ungherese ha iniziato ad offrire incentivi finanziari al matrimonio e alla procreazione, ad esempio con “prestiti agevolati” a coloro che si sposano senza aspettare età troppo avanzate (specie per la donna); tali prestiti sono poi ‘condonati’ per 1/3 se la coppia sposata ha due figli e addirittura totalmente se ha tre o più figli. Le donne con quattro o più figli sono poi esentate a vita dall’imposta sul reddito. Le famiglie con almeno tre figli hanno poi diritto ad una sovvenzione per l’acquisto di un’auto che possa ospitare famiglie numerose (con 7 o 9 posti).
Così il Paese ha già conosciuto, solo nel 2019, un aumento di matrimoni del 20% e si attende entro breve anche l’incremento della natalità!
Abbiamo appunto più volte osservato (cfr. News del 23.11.2020, 1.08.2020 e 4.05.2020) come Ungheria e Polonia rappresentino nella UE due baluardi non solo a difesa dell’identità cristiana dei loro popoli, contro il neocolonialismo culturale e ideologico dell’Occidente, ma anche a difesa della famiglia e della vita umana dal concepimento alla morte naturale.
Ma oggi, opporsi all’ideologia Lgbt+ (senza ovviamente nulla togliere al rispetto delle persone che si dichiarano tali, ma anche evitando una propaganda ideologica in tal senso, particolarmente nociva sui bambini), all’aborto indiscriminato e promuovere la vita e la famiglia vera, vuol dire essere “discriminati” e “scomunicati” dal pensiero unico dominante in Occidente (specie nella UE) e dalle pretese del New World Order, sempre più intollerante per chi non si adegua al nuovo potere mondiale, di stampo massonico se non addirittura satanico.
Così, nell’arco di sole due settimane, il Parlamento UE ha infatti prodotto due Risoluzioni (non vincolanti ma assai significative) contro questi due Paesi membri: la Risoluzione n. 2790 del 13/11/2020, che, addirittura con la scusa della pandemia (?!), obbliga a promuovere l’ideologia Lgbt, il diritto all’aborto (compreso quello “farmacologico precoce in forma domiciliare”) e l’accoglienza dei migranti; e il 26.11.2020 un’altra Risoluzione che si oppone nientemeno che alla Sentenza della Corte Costituzionale Polacca sull’aborto eugenetico!
Significativo e preoccupante che in tali Risoluzioni ci si riferisca, a supporto, ad organismi peraltro solo consultivi (come l’ONU, in quanto strumento del potere unico mondiale, e il suo presunto “diritto all’aborto”) e ai cosiddetti nuovi ‘valori europei” (che coinciderebbero con i presunti diritti inventati dalle nuove ideologie dominanti), invece che al reale Stato di diritto, agli stessi Trattati europei e alle Convenzioni ONU, e soprattutto al rispetto del Diritto Costituzionale dei Paesi sovrani (come nel caso della Polonia, i cui parlamentari hanno persino denunciato tale Risoluzione come incredibile sostegno alla ribellione costituzionale, alle proteste violente e agli atti di vandalismo nel proprio Paese)!
Ma Polonia e Ungheria hanno dimostrato di non volersi sottomettere supinamente ai dettami del potere unico mondiale e ad una UE che tradisce la propria stessa Costituzione e non rispetta la volontà dei popoli degli stessi Stati che la compongono e la finanziano.
Così, al violento attacco anche del Parlamento UE per imporre i “diritti Lgbt” all’Ungheria e per contestare il divieto dell’aborto eugenetico in Polonia, contro lo stesso spirito dei Trattati in quanto tutte materie di competenza nazionale, questi due Paesi, oltre ad aver minacciato il veto sul bilancio UE (cfr. News del 23.11.2020), il 26.11.2020 si sono coalizzati nel “Patto di Budapest”, firmato dai premier Orban e Morawiecki, nel quale i due Paesi, per farsi rispettare da Bruxelles, sono stati costretti a ribadire i diritti inviolabili degli Stati membri, ma sempre più contraddetti da Parlamento ed Istituzioni europee, fino a minacciare il diritto di veto al bilancio europeo. Così, avvicinandosi il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo europei del 10-11 dicembre su Recovery Fund, Next Generation EU e Obiettivi Climatici, con la possibilità appunto che Polonia e Ungheria ponessero un “veto”, le menti di alcuni primi ministri sono giunte a più saggi consigli; e la ragionevolezza e il bisogno di soldi da parte di tutti i Paesi hanno avuto la meglio sulle folli impuntature e vendette ideologiche!
Particolarmente lungimirante, anche se sempre fa da padrona nella UE, è stato l’intervento e la mediazione del premier tedesco Angela Merkel.
Così la conclusione, che deve essere ratificata dal Parlamento europeo, ha chiaramente indicato che il bilancio e gli aiuti economici devono essere “nel pieno rispetto delle identità nazionali degli Stati membri, relative alle loro strutture politiche e costituzionali fondamentali”. Potremmo dire nel rispetto del fondamentale “principio di sussidiarietà” (cfr. nel sito il punto 15 della sezione sulla Dottrina sociale cristiana) e senza che sovranazionali poteri occulti o palesi possano tentare di imporre sanzioni o ideologie ad altri.
A proposito di bilancio deciso in quel Consiglio (che sono soldi non di benefattori disinteressati ma fondi raccolti con le nostre tasse), dei 192 miliardi di € ufficialmente accantonati e destinati soprattutto per l’emergenza pandemica, solo 9 sono di fatto destinati alla sanità (!), mentre 74,3 sono per la “transizione verde e rivoluzione ecologica”, 48,7 per la “digitalizzazione e innovazione” e addirittura 17,1 per la “parità di genere” (questo Polonia e Ungheria hanno dovuto ingoiarlo…).
Impressionante invece come, di fronte a questi più miti e ragionevoli consigli del Consiglio europeo, si sia infuriato uno dei grandi potenti che si credono (e un po’ lo sono) “padroni del mondo” e che ormai non hanno neppure più bisogno di nascondersi troppo.
Infatti Viktor Soros (che com’è noto paradossalmente è americano di origine ungherese), che è il grande suggeritore e finanziatore del nuovo potere mondiale e pensiero unico globale (anche della UE), patron del neo-colonialismo filantropico intollerante e totalitario, ha tuonato contro le decisione di questo Consiglio Europeo, vedendo un poco infranto, forse, qualcosa del suo grande progetto. A poche ore dalla conclusione del Consiglio ha pubblicato infatti un articolo pieno di livore contro Angela Merkel e l’accordo raggiunto con Polonia e Ungheria.
Soros era infatti intervenuto il 18.11.2020 pretendendo addirittura che l’Europa estromettesse Polonia e Ungheria e che si sottoscrivessero bond perpetui (di cui lui era il principale beneficiario e i popoli trattati come perenni schiavi) per un piano alternativo tra soli 25 Paesi. Ha detto, evidentemente sconvolto: “Posso solo esprimere l’indignazione morale che devono provare le persone che hanno creduto nell’UE come protettrice dei valori europei e universali. Voglio anche avvertire che questo compromesso potrebbe intaccare gravemente la duramente conquistata fiducia che le istituzioni dell’Unione hanno acquisito con la creazione del fondo per la ripresa”. Ormai siamo alla pubblica minaccia di speculazioni internazionali, alla guerra dichiarata…
A proposito dell’occasione offerta dalla pandemia al New World Order ….
Nel suo discorso alla Gran Loggia Massonica del Cile, Michelle Bachelet, Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, ha dichiarato che la pandemia deve aprire una «nuova era fondata su un nuovo contratto sociale». Deve costituire un “Reset”, come lo fu la Seconda Guerra Mondiale, dal quale ricostruire da capo. E questo sulla base dei valori massonici di “fratellanza universale”… Capito?