Maria Laura Mainetti
Ieri il Papa ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare alcuni Decreti che porteranno presto alcuni nostri fratelli e sorelle nelle fede agli onori degli altari. Tra questi (oltre al riconoscimento di “miracoli” avvenuti per intercessione di un vescovo argentino del XIX secolo, di un sacerdote tedesco e di un laico venezuelano del XIX/XX secolo, e delle “virtù eroiche” di una suora messicana morta nel 1966), c’è pure il riconoscimento del “martirio” di Suor Maria Laura Mainetti, della Congregazione delle “Figlie della Croce” (Suore di Sant’Andrea), nata a Colico (provincia di Lecco) il 20.08.1939 e uccisa Chiavenna (provincia di Sondrio, diocesi di Como), in odio alla Fede, il 6.06.2000.
Forse molti ricorderanno, essendo passati solo 20 anni, questo terribile fatto di cronaca accaduto in Italia. Questa suora ed educatrice lombarda di 61 anni, fu infatti barbaramente uccisa a Chiavenna (SO) da tre giovani ragazze per compiere un rito satanico!
La sera del 6 giugno 2000, verso le 22, la suora uscì dal convento per aiutare una ragazza di 17 anni (Ambra Gianasso) che le aveva telefonato dicendole di essere rimasta incinta dopo aver subìto uno stupro e di volerla incontrare con urgenza. Era solo una scusa per portare la suora in un luogo isolato (il vicino parco delle Marmitte dei Giganti), dove, insieme a due amiche (Veronica Pietrobelli di 17 anni e Milena De Giambattista di 16), l’hanno uccisa, come “sacrificio a Satana”! La vittima, come emerse poi da una loro confessione, doveva essere il Parroco; ma questo progetto fu abbandonato per la difficoltà dovuta alla sua robusta corporatura.
Arrivata in un viottolo appartato, la suora fu infatti prima colpita con una mattonella e poi uccisa con 19 coltellate! Dissero poi che la suora, mentre moriva, pregava Dio che le perdonasse! Nel luogo dell’omicidio furono trovate anche scritte inneggianti a Satana.
Le tre ragazze, ree confesse e condannate, sono state prima in comunità di recupero, poi hanno potuto studiare in università, sposarsi ed avere figli e vivono, protette da nuove identità, a Torino, Roma e in una città veneta.
Non ci fu peraltro da parte delle tre ragazze omicide alcun pentimento per quanto compiuto; semmai si mostrarono addirittura dispiaciute per non aver osservato scrupolosamente il rituale satanico: 19 coltellate, una in più di quanto prevedeva il rito (18, cioè 6 da ciascuna, ossia il numero biblico della “Bestia” 666)!
Confessarono: “Siamo entrate in queste pratiche sataniche perché stanche della noia, del passare le serate a fare le solite cose”! “Abbiamo cominciato ad ascoltare con insistenza le canzoni di Marilyn Manson; poi abbiamo fatto un “giuramento di sangue” (cioè fatto proprio col sangue) per aderire a Satana e vincolarci fortemente anche tra noi; infine siamo giunte al proposito di offrirgli un sacrificio umano, possibilmente di un religioso, per poter essere davvero sue testimoni; in questo modo, al termine della vita, ci aveva garantito un trionfale ingresso nell’inferno”.
I genitori delle giovani ragazze non si erano accorti di nulla? Una di loro era peraltro palleggiata, come spesso accade, tra i due genitori divorziati. Nelle loro camerette, dove non volevano più che i genitori entrassero, c’erano effettivamente alcuni segni satanici, così come delle dichiarazioni in merito sui loro quaderni; ma, pensavano, “cosette” da adolescenti … Non si preoccuparono neppure dei numerosi tagli sulle loro braccia …
Non fu però mai chiaro chi “iniziò” le giovanissime ragazze a questi riti satanici. Si parlò di una specie di “santone”, un uomo sposato e con figli, e che era di fatto anche l’amante di una delle ragazze (quindi un caso anche di pedofilia, essendo la ragazza minorenne). Però nel processo non risultò nulla di questo: le ragazze non risultarono avere avuto alcun mandante, così almeno appare agli atti.
Ora però, con questo atto ufficiale e solenne della Chiesa e con la conseguente elevazione agli onori degli altari di Suor Maria Laura col titolo di “martire”, risulta la vera motivazione del sacrilego sacrificio umano, perpetrato nell’Italia di oggi da tre giovani ragazze del benestante nord: “in odium fidei” (in odio alla fede cristiana)!