Oggi il termine “fobia”, che indica per sé una particolare patologia psicologica e soprattutto psichiatrica, è abusato e sta a bollare qualsiasi pensiero che non si adegui a quello dominante. 
In questo modo si cerca di instaurare nel mondo una vera e propria “dittatura”, da cui cioè non è più possibile dissentire, pena commettere ‘reato’.
Quella più diffusa è legata all’ideologia Lgbt, nel senso che ci sarebbe una particolare “paura” per le persone omosessuali, ecc.
Si potrebbe semmai al contrario parlare dell’altra patologia che è la “mania”. Non si parla d’altro …!

In realtà, a ben vedere la realtà (persino in Italia), la vera “fobia”, con conseguenti e fortissime discriminazioni, dai fanciulli agli adulti, per non parlare tra i giovani, e nei luoghi più disparati (comprese scuole, gruppi di amici, i luoghi più frequentati, fino ai “salotti in”), è quella contro chi professa apertamente la vera fede e morale “cristiana”! Cioè la vera “fobia”, quella contro cui nessuno combatte (nemmeno purtroppo da parte dei cattolici, che ne sono vittima), ma che è la più diffusa, è infatti la “cristiano-fobia”!
Se nel mondo occidentale (specie in Europa occidentale) la cristianofobia assume in modo sempre più grave il livello culturale, ma anche quello nei rapporti sociali, e talora raggiunge persino lo scontro fisico (abbiamo riportato molte volte notizie in queste News), nella storia e nel presente il cristianesimo è nel mondo la religione più perseguitata e conta tuttora il maggior numero di “martiri” (cioè persone non solo discriminate, ma oltraggiate, derubate, ferite e persino appunto uccise “in odium fidei”). Anche di questi “martiri” parliamo spesso in queste pagine News; ma sono notizie quasi sempre censurate.

Torniamo alla presunta “omofobia”, oggi allargata alla “omotransfobia”, cioè al mondo dei transessuali.

Com’è noto (cfr. sotto Notizia del 27.02.2020) anche in Italia, in cieca obbedienza al “pensiero unico dominante” imposto in Occidente, si sta da tempo preparando, ed oggi è in accelerazione, nonostante ci siano nel Paese ben più gravi ed urgenti questioni da affrontare e risolvere (!), una legge che, con la solita scusa della non-discriminazione, obbligherebbe per legge a non poter dissentire dall’ideologia Lgbt, andando quindi contro la libertà di coscienza, di pensiero e di religione, che rappresentano i fondamenti stessi del “diritto” (libertà sancite anche dall’art. 21 della Costituzione)!
Ricordavamo appunto, nella Notizia citata, che poco prima dell’esplosione della pandemia Covid-19, in Commissione Giustizia del Senato il 18 febbraio scorso erano già iniziate le audizioni informali dei 5 disegni di legge (C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi), in parte differenti tra loro, ma che hanno alla base il tema comune dell’omo-transfobia. Si tratta infatti di progetti di modifica del Codice penale in materia di “violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere”.
Insomma, in base a tali proposta di legge (oggi ripresentata dal deputato PD Alessandro Zan e nota col nome Zan-Scalfarotto-Boldrini), l’uso stesso delle parole “maschio/femmina” e persino “papà/mamma” potrebbero essere vietate in quanto discriminatorie rispetto agli omotransessuali. Non parliamo poi se si dovesse dare un giudizio morale su questi atti, come fa chiaramente la stessa Parola di Dio (basti pensare a Rm 1,24-32, la cui stessa proclamazione pure in chiesa sarebbe vietata e perseguibile).

Intanto diamo un’occhiata a cosa nel mondo stia producendo, o vorrebbe produrre, quest’imposizione per legge dell’ideologia Lgbt (riportiamo qui spesso notizie in questo senso). Ecco due notizie recenti.

In Canada un’organizzazione Lgbt chiede di utilizzare una sala parrocchiale per un proprio incontro. Di fronte al rifiuto della Parrocchia, è scattata una denuncia al Tribunale per i diritti umani, in quanto atteggiamento discriminatorio nei confronti degli omotransessuali.
[fonte: NBQ, 4.06.2020]

In Polonia, dove l’Occidente vorrebbe imporre questa nuova “dittatura” ma dove la forte identità cattolica grazie a Dio ancora lo impedisce, è successo che l’IKEA abbia licenziato un dipendente per essersi rifiutato di partecipare alla giornata Lgbt promossa dall’azienda, rifiuto giustificato dalla proprie convinzioni cattoliche (citò in proposito dei passi della Bibbia), licenziamento giustificato per «violazione delle norme interne dell’azienda e dei principi di convivenza sociale». Ma siamo appunto in Polonia e la Procura di Varsavia ha accusato l’azienda di “valutazioni e giudizi arbitrari” e di “discriminazioni religiose” in merito a tale licenziamento, rendendolo invalido. La Procura ricorda inoltre che la Costituzione polacca garantisce la libertà di coscienza, di espressione e di religione e che un datore di lavoro, «incluso un gruppo internazionale, è tenuto a rispettare la privacy dei dipendenti, evitando le azioni ideologiche al di fuori della sfera di competenza e a non discriminare i dipendenti a causa della loro visione del mondo». [fonte: Il Timone/News, 2.06.2020]

Cosa avverrebbe invece in Italia se passasse la legge Zan-Scalfarotto?