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La pandemia e la forzata “clausura” domiciliare in molti casi ha fatto ritrovare la bellezza della famiglia e persino il gusto della preghiera, anche familiare.
C’è già uno studio americano (della Monmouth University) che ha rilevato come pure in questo frangente storico dovuto alla pandemia si sia manifestata tutta l’importanza della famiglia unita, persino in ordine al superamento di paure ed ansie o all’inedita impossibilità di spostamenti e delle normali attività di svago.

Non ci si può nascondere però che, in molti altri casi, proprio queste restrizioni hanno invece fatto scoppiare le tensioni, magari latenti o prima esorcizzate dal continuo essere “fuori casa”.

Si potrebbe dire che, già in questa occasione, s’è rivelato quanto sia necessario essere interiormente e spiritualmente pronti e forti, per far fronte alle prove (anche venture…).

Infatti, proprio in questa “prova”, c’è stato non solo una recrudescenza delle divisioni, separazioni e richieste di divorzio, anche nella forma ‘express’ oggi permessa in molti Paesi (Italia compresa!), ma si è giunti persino, data l’impossibilità di svolgere in presenza le normali attività di Tribunale, all’inedito svolgimento di processi vie e-mail e sentenze on-line!
In Italia, come ha meritoriamente evidenziato un recente articolo del Corriere della Sera, se nel 2015 il Governo Renzi aveva incredibilmente permesso il “divorzio breve” (cioè senza dover più passare attraverso gli anni di separazione), ora si è passati di fatto ad un’ulteriore velocizzazione e banalizzazione: il divorzio istantaneo via email!

Così, per colpa della pandemia, “in qualche tribunale (come Vercelli, Torino, Monza, Verona) hanno preso corpo soluzioni che accelerano separazioni e divorzi via mail. In queste sedi è stato cioè ammesso che i difensori, in una sorta di home-working, potessero ‘convenire sulla scelta della cosiddetta trattazione scritta, facendo pervenire al Presidente in via telematica, almeno due giorni prima della cosiddetta udienza virtuale, una dichiarazione di piena consapevolezza ed esplicita volontà sottoscritta dalle parti’”. Si passa poi all’udienza «virtuale», alla quale le parti non devono partecipare né a distanza né in via cartolare; dopodiché, sentito il parere del Pubblico Ministero, si passa alla sentenza di separazione o divorzio”.
In soli 5 anni si è dunque passati, complice il Coronavirus, dal “divorzio express” al “divorzio on-line”.

Anche nell’ex-cattolicissima Irlanda (fino a pochi anni fa con famiglie in genere salde e assai numerose), a neppure un anno dal Referendum che ha permesso il divorzio, senza più separazione di almeno 4 anni, il 9 maggio scorso si è celebrato il primo divorzio on-line (mediante la Circuit Court a seguito di audizioni ‘virtuali’ in aule di tribunale). Tutte le persone coinvolte sono apparse durante il procedimento tramite collegamento video. La nuova procedura probabilmente diventerà “la nuova normalità nei prossimi mesi e si prevede che audizioni remote di questo tipo saranno in atto fino alla fine del prossimo anno”.

Negli USA assistiamo invece al fenomeno inverso di una diminuzione dei divorzi; ma in realtà è perché cala progressivamente pure il numero dei matrimoni (nel 2018 il picco negativo di soli 6,5 nuovi matrimoni per 1.000 persone).
[fonte: NBQ, 16.05.2020]