Com’è noto, vista anche l’esposizione mediatica voluta dal governo per questo, la giovane milanese Silvia Romano (24 anni) è stata liberata l’8.05.2020 ed ha potuto tornare a casa, dopo un tremendo sequestro di 18 mesi in Kenia e Somalia ad opera del gruppo terrorista islamico Al Shabaab (un gruppo “jihadista” tra i più violenti).
Opera loro è ad esempio il peggiore attentato messo a segno a Mogadiscio, uno dei più gravi nel mondo, nell’ottobre 2017, quando una autobomba con centinaia di chilogrammi di esplosivo è stata fatta esplodere nel centro cittadino, provocando la morte di più di 500 persone. Già nel 2013 Al Shabaab ha compiuto una strage nel centro commerciale Westgate Mall di Nairobi: hanno ucciso solo chi non sapeva rispondere a domande sulla fede islamica dimostrando così di essere un “infedele”. Sono ancora loro che il 2.04.2015, sempre in Kenia, hanno attaccato l’università di Garissa: sono passati negli alloggi degli universitari di stanza in stanza, chiedendo agli studenti se erano cristiani o musulmani e chiunque rispondeva “cristiano” veniva ucciso (ne hanno uccisi 148!) [fonte: NBQ, 11.05.2020]
Pare che per la liberazione della Romano il governo italiano abbia pagato a questo gruppo terrorista, che anche così si finanzia, un riscatto di 4 milioni di dollari! Inoltre ha commesso pure l’errore di spettacolarizzare il suo rientro (è stata accolta al suo arrivo a Ciampino, sotto i riflettori dei giornalisti e delle televisioni, dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, insieme ai suoi familiari). Evidenziata, persino dall’abito, la sua conversione all’islam, così come il suo nuovo nome musulmano: Aisha.
Questo enorme riscatto e questa spettacolarizzazione dell’evento e della conversione all’Islam contribuiscono senza dubbio ad incoraggiare tali gruppi terroristici islamici a compiere questi rapimenti.
Silvia Romano ha dunque abiurato (in quanto battezzata) dalla fede cristiana cattolica e si è fatta (?!) musulmana, assumendo il nuovo nome di Aisha.
Abbiamo numerosissime testimonianze, in tutto il mondo islamico ma proprio anche in Somalia, delle forzate conversioni all’Islam, pena ogni tipo di violenza e la stessa condanna a morte, anche in questo tipo di rapimenti. Anche chi sposa un musulmano deve sempre diventare tale.
Quando invece dei musulmani si convertono liberamente al cristianesimo, devono subire (persino da parte della famiglia) ogni sorta di violenza, discriminazione, ricatto, e quasi sempre ne va a rischio la vita stessa.
E non si pensi che ciò avvenga solo nei paesi islamici più integralisti. È avvenuto anche in Italia!
È il caso ad esempio di Rachida Radi, 35 anni, musulmana di origine marocchina, che in Italia si è fatta cattolica: è stata uccisa a martellate dal marito musulmano, a Brescello (RE), il 25.11.2011.
L’omicida (uxoricida), arrestato, è stato condannato a 30 anni di reclusione; ma la Cassazione ha annullato la sentenza!