Restrizioni? Per la religione civile si fa eccezione
Un certo imbarazzo si respirava fin dall’inizio. La “religione civile” ha bisogno delle sue feste, dei suoi riti e persino dei suoi altari (della Patria). E il 25 aprile, anniversario della “Liberazione”, è certo una data sacra per questa religione civile. Non si poteva censurare; ma sarebbe stato altrettanto incomprensibile, anzi avrebbe sollevato aspre proteste, se per l’occasione, ancora in piena ‘fase 1’ di contenimento dell’epidemia (con tutte le incredibili restrizioni di libertà apportate, persino in spregio alla Costituzione), si fossero fatte eccezioni. Inizialmente vengono allora ufficialmente vietate le solite manifestazioni pubbliche del 25 aprile.
Quando però il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio R. Fraccaro vieta ai rappresentanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ogni celebrazione, per «evitare assembramenti», l’ANPI protesta duramente. E il governo fa immediatamente dietrofront: i vertici delle associazioni partigiane possano partecipare alle celebrazioni, rispettando però le norme di sicurezza; si parla ad esempio di incontri di non più di 15 persone (comunque già più che alle SS. Messe, in pratica vietate).
Di fatto il 25 aprile in molte piazze d’Italia compaiono decine e decine di persone, con canti e balli, bandiere e persino cortei. Senza alcuna autorizzazione; ma nessuno interviene ad impedirlo. Ci sono le fotografie!
Così alla sede bolognese dell’ANPI, in via del Pratello a Bologna (tra l’altro le celebrazioni ufficiali, col Sindaco, avvenivano altrove, al Monumento ai caduti accanto al Nettuno): sono immortalate nelle foto decine e decine di persone riunite. A Modena, davanti alla Ghirlandina in Piazza Grande, si contano almeno 40 persone. Le forze dell’ordine, si vede nei filmati, sono presenti, addirittura salutano … e non passa loro neppure per la mente di infliggere multe. È evidente che la tolleranza rispetto all’inosservanza della legge sia stata decisa per via politica. Poveri parroci multati e SS. Messe sacrilegamente interrotte e violate!
Festa della Liberazione: ma si vede che, come al solito, qualcuno è più “libero” di altri! E le feste della religione civile sono più importanti di quelle cristiane.
L’anniversario della liberazione ad opera dei partigiani (quali? solo quelli comunisti? oppure da parte degli americani?!) si può celebrare. La celebrazione liturgica dell’avvenimento pasquale, cioè della liberazione dal peccato, dalla morte e dall’inferno, ad opera di N.S. Gesù Cristo, morto e risorto, per la nostra salvezza eterna, no!
S’è detto che si può pregare anche da casa (quando invece i Sacramenti non si possono ricevere in streaming e Gesù non può essere “realmente presente” in uno schermo come nell’Eucaristia!).
Mentre per la festa della liberazione è proprio necessario andare in piazza, o nella sede dell’ANPI?!