Sanremo e Benigni
Un Festival di Sanremo che inizia con Fiorello in talare (ma quanti preti la portano ancora? Infatti rassicura che è quella “di scena” del don Matteo televisivo), che si rivolge al pubblico dicendo “fratelli e sorelle”, invitando concretamente a darsi lo “scambio della pace”, quindi facendo chiamare Amadeus sulle note del millenario “Alleluia” gregoriano …
Un giovane cantante (Achille Lauro) che si esibisce praticamente in un costosissimo striptease, e ciò alluderebbe a S. Francesco (!?) …
Poi ovviamente, da quel celebre altare dello spettacolo, attorno al quale si sono accomodati fino a 11 milioni di telespettatori (in fondo paganti, visto che tutti abbiamo pagato il “canone” anche per questo), non può non mancare il trionfo del “politicamente corretto”, con tanto di accenni all’omosessualità (Fiorello ricorda che Tiziano Ferro ha «un marito» che si chiama Viktor) e baci di ogni tipo, con ogni altra amenità, che oggi comunque servono per ricevere applausi … e soldi.
Pare dunque che ogni tanto ci voglia poi qualche riferimento a Dio, alla religione, al cattolico … per irriderlo; tanto questo applaude (e paga) anche se viene preso in giro e vengono prese in giro le cose che per lui dovrebbero essere le più sacre e importanti della vita.
Il clou di tutto questo è però il solito Roberto Benigni, che da anni passa ormai per oracolo e profeta della cultura nazionale (ricordiamo i commenti a Dante e alla Costituzione), che viene accolto all’Ariston processionalmente e con la banda. Così, come ha già fatto altre volte, si butta a fare da ignorante l’esegeta biblico (intanto anche la maggior parte dei cattolici è sulla Bibbia più ignorante di lui … e applaude): ha infatti commentato da ignorante e violentato da blasfemo un testo biblico, dell’Antico Testamento (il libro del Cantico dei Cantici), A. T. che peraltro da millenni è testo sacro ispirato da Dio e tuttora considerato tale dalla maggioranza assoluta della popolazione mondiale (ebrei, cristiani e per certi versi anche dai musulmani, che insieme contano quasi 4 miliardi di persone).
Così, senza sapere o nascondendosi e nascondendoci ciò che centinaia di autorevolissimi esegeti ebrei e cristiani hanno investigato e detto su quel testo, lo fa diventare un inno erotico, spinto e crudo, forse sfuggito di mano alla solita Chiesa ‘sessuofoba’, addirittura un’esaltazione del sesso vissuto in ogni maniera (etero, omo, orgiastico … invita pure l’orchestra a farlo così), senza alcun senso e dignità (dignità della sessualità che invece è proprio quello che la Bibbia insegna e Gesù approfondisce e interiorizza, cfr. Mt 5,27-28).
“Non potremmo permetterglielo neppure se commentasse e stravolgesse in questo modo un qualsiasi testo di letteratura”, ha detto su un giornale una professoressa di Lettere.
Oppure, cosa si direbbe ad uno che non ha mai studiato chimica, se osasse dire che l’acqua non ha l’idrogeno e che sono stati ignoranti (e interessati a negare l’idrogeno) tutti coloro che sono venuti prima di lui, anche i più grandi chimici della storia?
Di questa osceno stravolgimento del Cantico dei Cantici, davanti ad un pubblico di milioni e milioni di persone, si sono indignati gli stessi ebrei. Ad esempio Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia, che tra l’altro proprio in questo periodo ha girato l’Italia per spiegare il Cantico e lo ha fatto sulla scorta di approfondite letture e anni di studio sul testo biblico, guidato da un grande rabbino italiano (Giuseppe Laras, scomparso nel 2017). Bendaud ha definito Benigni «irritante e nauseante» (vedi). “Abbiamo assistito ad un uso aggressivo e strumentale del testo biblico contro il testo biblico”; “nel testo non si parla d’amore in modo generico, ma del rapporto monogamico eterosessuale, immagine del rapporto tra l’uomo e il Mistero”; “Benigni ne ha fatto un poemetto erotico”; “la sua è stata una ricostruzione ideologica, falsante, trita ed esausta”. Tra l’altro, anche in riferimento al celebratissimo film di Benigni “La vita è bella” (1997, 3 Premi Oscar), Bendaud ha voluto ripetere quel che disse a suo tempo l’ebrea Liliana Segre: «Un filmetto senza pretese nella prima parte e terribilmente falso nella seconda». Ha infine aggiunto: “anche per quanto riguarda Dante, ho l’impressione che Benigni sia molto scaltro. Ha capito che la tradizione ebraica e cristiana, anche se spesso negata e avversata, è ricca di capolavori, che ebrei e cristiani se ne rendano conto o meno. A fronte di una cultura laica ormai in crisi, che cerca di appropriarsi dei tesori di quelle tradizioni, spogliandoli però dell’aspetto religioso”.
Anche un giovane e acuto filosofo italiano, Diego Fusaro, ateo e marxista, si è espresso in questi termini: “Benigni a Sanremo: 300.000 euro per trasformare il cristianesimo in un gay pride” (ascolta).
E i cattolici? In silenzio, applaudenti e … paganti!
C’è chi ha detto che stravolgere e deturpare così la fede cattolica, è ormai come “rubare in una casa senza più serrature” (S. Magister, 10.02.2020).
La maggior parte dei cattolici è oggi non solo ignorante sulla Bibbia, nonostante i numerosi ed autorevolissimi biblisti ed esegeti cattolici, e non conosce le ragioni della fede e della morale, ma è imbevuto anche inconsciamente della stessa cultura laicista, e quindi, pur credendo vagamente in alcuni principi, non riesce non solo a difendere la fede, ma addirittura applaude e paga per distruggerla.
Benigni, da ignorante della Bibbia, da tempo vuol passare per il vero esegeta ed interprete del testo sacro. Ed ha pure il “chiodo fisso” della sessualità (non solo la sessualità libera, ma ora anche Lgbt), con i soliti luoghi comuni e falsi sulla Chiesa “sessuofoba”.
Lo aveva già fatto anni fa (15-16.12.2014) in TV (Rai1, con 10 milioni di telespettatori) sui Dieci Comandamenti. Anche in quel caso lo scivolone più grosso e da ignorante è stato proprio sul VI Comandamento, irridendo sul fatto che la Chiesa lo chiama “Non commettere atti impuri” mentre era soltanto “Non commettere adulterio”. Anche allora aveva dimostrato, ingannando milioni di persone su un punto così delicato delle coscienze, di essere profondamente ignorante della Bibbia, perché non solo già nell’Antico Testamento c’è il riferimento a molti altri peccati sessuali (si pensi ad esempio al tremendo castigo su Sodoma, proprio per i peccati di omosessualità che prendono nome da quella città dove trionfavano), ma perché Gesù interiorizza e “porta a compimento” quel comandamento (v. Mt 5,8: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” e Mt 5,27-28: “Avete inteso che fu detto: <Non commettere adulterio>; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”) e tutto il Nuovo Testamento, specie S. Paolo, declina dal comandamento di Gesù anche tutta la morale sessuale e i relativi peccati, che si raggruppano appunto nell’espressione “atti impuri” (ad es.: Rm 1,24-27; Rm 6,19; 1Cor 6,9-20; Gal 5,16-26; Ef 4,19; Ef 5,3-5; Col 3,5; 1Ts 4,3-8; Gc 1,21. [v. nel sito Morale sessuale, punto 14 e citazioni bibliche]
Anche in quel caso nessuno protestò o puntualizzò, tanto meno i Cattolici (compreso i Vescovi). Anzi Papa Francesco, che aveva già chiamato per telefono il comico per ringraziarlo (vedi1) (vedi2), qualche giorno dopo gli fece un riferimento elogiativo e lo citò implicitamente nientemeno che nell’omelia della S. Messa del Te Deum in S. Pietro (31.12.2014).
Poi Benigni il 12.01.2016 fu chiamato addirittura in Vaticano a presentare, col card. Parolin, Segretario di Stato (!), il libro del Papa “Il nome di Dio è misericordia” (video), cui seguì un cordiale incontro col Pontefice stesso (vedi).
Insomma, da Sanremo, dove è d’obbligo applaudire ogni volta che si sente una banalità, a patto che sia politicamente corretta, la religione cristiana ne esce svilita, vilipesa, strumentalizzata, falsificata e derisa … “un furto dei gioielli di famiglia in una casa lasciata vuota”. Intanto i cattolici sono gli unici contro cui puoi sparare senza avere ritorsioni ma applausi.
Nessuno osa certo farlo con altre religioni o altre categorie di persone (omosessuali, immigrati, politici di sinistra, donne, …).
Una proposta a Benigni, che si sente uno spirito tanto libero: la prossima volta vada di fronte a milioni di musulmani, possibilmente alla Mecca, prenda una pagina del Corano, la deturpi in modo osceno e blasfemo, e si faccia pure pagare $ 325.000 dall’Arabia Saudita (visto che in Italia, patria della Cattolicità, ha ricevuto per le sue scempiaggini, oscenità e blasfemie sulla Bibbia gli equivalenti € 300.000, col canone pagato dagli italiani, di cui comunque anagraficamente il 94% è cattolico, dissacrando la cosa più sacra e importante della loro vita)… E guardiamo cosa succede!