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Secondo il nuovo Annuario ISTAT (reso noto il 30.12.2019 ma i dati si riferiscono al 2018) l’Italia registra di anno in anno sempre un nuovo record negativo di nascite!
Infatti dal record negativo di 458.151 nascite nel 2017 si è passati a quello di 439.747 nel 2018 (nuovo minimo storico dal 1870).
Diminuito anche il numero dei decessi: 633.133 nel 2018 (634.729 nel 2017); e aumenta l’attesa di vita: 80,8 anni per i maschi; 85,2 per le femmine.
Se al calo del numero dei morti associamo quello del numero dei nati, si deduce facilmente che l’Italia sta progressivamente precipitando e diventando un Paese di vecchi! Anzi, come osserva l’ISTAT, “l’Italia è uno dei Paesi più vecchi al mondo: attualmente 173,1 di anziani (dai 65 anni in su) ogni 100 ragazzi (con meno di 15 anni)”.
Anche le famiglie (25.700.000) diventano sempre più piccole: il numero medio di componenti è passato in 20 anni da 2,7 a 2,3; anzi, i “single” sono passati nello stesso periodo (1998/2018) dal 21,5% al 33,0% (cioè 1/3 del totale delle famiglie!).

Questi dati, che segnano una drammatica avanzata verso il suicidio dell’Italia, dipendono certo da fattori economici e da politiche che cronicamente da decenni non si preoccupano di questo dramma che mina il futuro stesso del Paese e non fanno nulla per sostenere la famiglia naturale e promuovere un incremento delle nascite ed un sostegno economico delle famiglie in base al numero dei figli; ma sono anche conseguenti alla terribile pressione “ideologica” che giunge quasi a demonizzare la famiglia “naturale” (fondata su maschio e femmina, feconda, e possibilmente stabile per tutta la vita) e a promuovere le unioni omosessuali (biologicamente infeconde) e la comodità della vita da “single” e comunque senza figli.

Tutto ciò, se consegue anche ai dettami del “pensiero unico dominante”, dipende ovviamente anche dal calo dell’autentica fede cattolica, visto che la “legge divina” prevede solo unioni tra maschio e femmina in un matrimonio unico e indissolubile, e con un numero di figli, che sono da Dio e non un “fare” semplicemente umano, responsabilmente ampio.