Sesso variabile (pensiero obbligatorio)
J. K. Rowling, la nota scrittrice che ha dato vita alla saga di Harry Potter, amata e apprezzata in tutto il mondo, è finita nella bufera mediatica per aver affermato sul suo profilo Twitter, seguito da 14 milioni di persone, che” il sesso è un dato biologico innato e immutabile”. [fonte: Il Timone, 21.12.2019]
Il fatto che ha portato la Rowling a esporsi su un tema su cui il pensiero unico dominante non ammetti dissensi (!) è la pubblicazione della sentenza sul caso che riguarda Maya Forstater, la signora di 45 anni che nel marzo scorso non ha visto rinnovato il suo contratto presso il Center for Global Development (CGD) per aver espresso sui social la propria posizione rispetto al fatto che “si nasce maschi o femmine e tali si rimane per tutta la vita”. Il giudice James Tayler l’ha condannata con questa sentenza: «la Signora Forstater è assolutista nella sua visione del sesso … ed è una convinzione che crea un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo. L’approccio non è degno di rispetto in una società democratica».
Il mondo LGBT è naturalmente subito insorto contro il pensiero espresso dalla Rowling, denunciandolo come un’ingiusta discriminazione nei loro confronti. In una nota diffusa dalla Human Rights Campaign da parte del presidente Alphonso David (e riportata dal New York Times) si afferma che «J.K. Rowling sta promuovendo in questo modo un dannoso fondamentalismo che mette in pericolo la comunità L.G.B.T.Q. e in particolare i giovani transgender. Dovrebbe scusarsi».
Numerosissimi commentatori americani si sono espressi su questa vicenda. Meno male che molti di questi rilevano una crescita della «dittatura arcobaleno … e natura totalitaria degli attivisti transgender e dei loro alleati» (Rod Dreher, The American Conservative). Questo il commento di Mattew Schmitz (Catholic Herald): «Se credi che “il sesso è un fatto biologico ed è immutabile” e che “ci sono due sessi, maschio e femmina”, abituati a sentirti dire che le tue opinioni “non sono degne di rispetto in una società democratica”».