Le grandi organizzazioni internazionali, in primis l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), sono nate anche da un desiderio buono di coordinamento e aiuto tra le diverse nazioni del mondo, al fine di garantire la pace e la giustizia (specie dopo la catastrofe mondiale della II Guerra Mondiale); così, all’interno dell’ONU, altre grandi organizzazioni mondiali, come il WHO (World Health Organization, Organizzazione mondiale della sanità). Ma i “poteri forti”, occulti e non votati da nessuno, ne hanno fatto assai spesso un centro di potere mondiale, affatto neutrale ma fortemente indirizzato da una particolare ideologia, per imporre un “pensiero unico”, di fatto fortemente anticattolico e persino antiumano. E ciò vale anche per i grandi centri di potere mondiale come il WTO (World Trade Organization, Organizzazione mondiale del commercio), la WB (World Bank, Banca Mondiale), l’IMF (International Monetary Fund, Fondo Monetario Internazionale).
Potremmo dire la stessa cosa, a livello continentale, anche per la UE (Europa Unita), come dimostrano i comandi e i ricatti economici che giungono da Bruxelles, con scandaloso disprezzo e ritorsioni per i Paesi che non si vogliono allineare al “pensiero unico” come i Paesi dell’ex blocco comunista o gli infiniti intralci a chi ne vuole uscire (vedi “Brexit”).
Anche i grandi periodici vertici mondiali di tali organizzazioni sono pilotati perché passi una determinata ideologia, con relative condanne per chi non vi si adegui.
Nel 1994 si tenne ad esempio al Cairo una decisiva Conferenza internazionale su “Popolazione e Sviluppo”, in cui si cercò in tutti i modi, anche per la pressione della Banca Mondiale, di ridefinire il concetto di famiglia e di far riconoscere l’aborto come “diritto” e metodo di pianificazione familiare; ma il progetto (Programma di Azione) non passò o fu comunque limitato, anche per il forte intervento contrario della Santa Sede (Giovanni Paolo II) e di altri Paesi, specie quelli in via di sviluppo, che vi si associarono.
Ebbene, non solo per ricordare dopo 25 anni quell’evento ma soprattutto per riprendere ed attuare quell’intento allora solo parzialmente riuscito (ad esempio si stabilì comunque per la prima volta che i programmi per il controllo della popolazione entrassero a pieno diritto nelle politiche di sviluppo), nei prossimi giorni (12-14 novembre) si terrà a Nairobi (Kenia) un summit dell’ONU, organizzato dall’UNFPA (United Nations Fund for Population Activities, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione). Esso si prefigge di imporre ulteriormente al mondo intero una forte cultura antinatalista, omosessualista e pro-aborto.
Il progetto si rivela di stampo ideologico “totalitario”, cioè appunto come imposizione al mondo intero del “pensiero unico dominante” voluto dai poteri forti (anche finanziari); a tal punto che si è giunti persino a vietarne la partecipazione a gruppi pro-life (come gli americani Center for Family, Citizen Go, Family Watch).
Possono infatti partecipare al Summit, come si legge nel programma: «capi di Stato, ministri, parlamentari, leader del pensiero, esperti tecnici, organizzazioni della società civile, giovani, leader del business e di comunità, organizzazioni basate sulla fede, istituzioni finanziarie internazionali, persone con disabilità, accademici e molti altri interessati al perseguimento dei diritti di salute sessuale e riproduttiva»; ma come sappiamo dietro questa espressione l’ONU intende appunto anche il diritto all’aborto. Chi non vuole contribuire a questo tipo di “diritti”, non è insomma gradito. Il programma prevede inoltre la diffusione a tappeto («disponibilità universale») di contraccettivi, l’educazione sessuale «onnicomprensiva» (!), il controllo delle nascite (sotto il concetto di «sviluppo sostenibile»), l’adozione di «misure per prevenire ed evitare aborti non sicuri, l’assistenza post-aborto»; ma anche vuol promuovere la causa delle organizzazioni Lgbt, ben rappresentate al summit.
L’UNFPA, che organizza l’evento, non nasconde invece che fanno parte del team organizzatore anche le potenti agenzie pro-aborto, come la tristemente nota Planned Parenthood (v. sotto News del 10.09.2019), ma anche Women Deliver, Ipas (il produttore di “Easy Grip”, dispositivo portatile per l’aborto). (fonte: NBQ, 27.10.2019)