Come sappiamo, e dobbiamo sapere e vivere, al di fuori del matrimonio cristiano – celebrato cioè col Sacramento del Matrimonio, che è unico e per sempre – non sono mai leciti i rapporti sessuali, che sono quindi in questo caso un ‘peccato mortale’ (v. nel sito “morale sessuale” e “schema per fare l’esame di coscienza” in vista della Confessione). E dovremmo anche sapere che – anche se non è sempre facile obbedire ad essi, anzi occorre proprio la grazia di Dio per poterli vivere, e quindi un vero rapporto con Cristo, molta preghiera e Confessione/Comunione frequenti – i Comandamenti non sono mai un limite alla nostra vera libertà e al nostro vero bene, ma una condizione perché si attui in noi la vita vera, l’autentico bene, si realizzi pienamente la vita e si pervenga poi alla salvezza eterna. Evidentemente Dio non si sbaglia, in quanto Intelligenza e Verità suprema, e non ci inganna, poiché è Amore infinito, nell’indicarceli; per questo non sono un ‘optional’ ma appunto ‘comandamenti’, cioè una vera strada di vita e condizione della nostra stessa salvezza eterna (paradiso).

Al di là di quella che potrebbe essere un’impressione immediata – tanto più in questo genere di peccati che, per la loro passionalità e piacere, possono anche offuscare l’intelligenza – i peccati contro la castità non sono mai un segno di vero amore, tanto meno producono un amore duraturo. Anzi, la storia di questi ultimi decenni tristemente ci testimonia che la disobbedienza ai Comandamenti, anche proprio a riguardo della sessualità (contro la castità), ha prodotto proprio un gravissimo indebolimento dell’amore; a tal punto che anche nei matrimoni, persino in quelli sedicenti cristiani (e che di fatto lo sono se celebrati validamente col Sacramento del Matrimonio, l’unico valido agli occhi di Dio, proprio perché immenso Suo dono e aiuto soprannaturale), la crescita esponenziale delle separazioni e dei divorzi (mai ammissibili per la fede cristiana, secondo le parole stesse di Gesù – cfr. Mc 10,2-9) è sotto gli occhi di tutti! Ed è uno dei segni più forti della tragedia dell’umanesimo ateo in atto e la distruzione della famiglia costituisce proprio un inaudito attacco del demonio contro l’uomo e il mondo contemporaneo (secondo le parole riferite da Lucia di Fatima e inviate al card. Cafarra in vista dei primi passi dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul Matrimonio e la Famiglia, che proprio quel Papa aveva voluto e che aveva affidato appunto al cardinal Cafarra).

Che l’obbedienza ai comandamenti e la doverosa decisione di vivere in castità totale prima del matrimonio sia non un limite ma la condizione di un amore vero e duraturo, è testimoniata anche da molti giovani di oggi, magari convertiti da poco ma in modo forte ed entusiasta alla fede cristiana; vedi/ascolta in tal senso questa fortissima testimonianza data da due giovanissimi sposi a Medjugorje nell’agosto scorso, durante l’annuale Mladi-Fest (Festival dei Giovani, che anche quest’anno si è tenuto dal 1° al 6 agosto ed ha radunato oltre 50.000 giovani da tutto il mondo).

È pure significativo che anche seri studi sociologici individuino come ci sia un rapporto tra i peccati contro la castità prematrimoniale e il fallimento dei matrimoni; contrariamente a certi ‘luoghi comuni’ che sostengono invece che questi gravi peccati sarebbero una “prova” per vedere se poi il matrimonio ci sarà e avrà successo.

In proposito appunto, un recente studio della Florida State University (cfr. NBQ, 22.09.2019) smonta appunto la leggenda secondo cui i matrimoni sarebbero più solidi grazie al “periodo di prova di sesso prematrimoniale”, evidenziando invece che, secondo questo autorevole monitoraggio sociologico, pubblicato sulla rivista Psychological Science della summenzionata università americana, “le coppie di sposi sono più solide e perfino felici se prima del matrimonio sono stati casti”.
Secondo una delle responsabili dello studio, Juliana French, il sesso prematrimoniale, aumentando la percezione di una sessualità senza impegno, indebolisce poi anche l’unione coniugale, favorisce l’infedeltà e la conseguente rottura del matrimonio.
Del resto già passati studi scientifici in merito – apparsi ad es. su American Sociological Review nel 1988 o su Demography nel 1992 – avevano evidenziato un nesso pure tra “convivenza” prematrimoniale e futura instabilità coniugale. Così uno studio apparso nel 2010 sul Journal of Family Psychology, su un campione di oltre 2.000 coppie sposate, aveva riscontrato “proprio come la castità prematrimoniale renda la coppia più solida, favorendo un miglioramento della qualità della vita dei partner”.
Tali studi prescindono addirittura da convinzioni morali e religiose e riconoscono certo l’esistenza di numerose variabili e rapporti di causa/effetto circa la fragilità attuale dei matrimoni. Però è significativo che una grande incidenza negativa in merito si sia sociologicamente evidenziata proprio a riguardo dell’assenza di castità prematrimoniale.

Potremmo forse un po’ sbrigativamente ma autenticamente concludere come la storia, personale e sociale, stia a dimostrare come “Dio ha sempre ragione”, che le Sua legge è il nostro vero bene e che il “peccato” è sempre prima o poi distruttivo. Così come la misericordia divina – vedi appunto la testimonianza del video sopra indicato – sia in grado sempre di rigenerare una vita e persino l’amore di coppia, anche dopo esperienze negative, se poi approdate umilmente e decisamente alla conversione a Gesù e alla vita di grazia.