Già quando nel gennaio scorso si è finalmente concluso in Pakistan il “calvario” di Asia Bibi, la donna cristiana accusata di blasfemia e incarcerata per 10 anni, finalmente scagionata e rimessa in libertà, anche se di fatto costretta all’isolamento od obbligata e a cercare rifugio all’estero per non essere uccisa [v. sotto, News 30.01.2019], il governo inglese di Theresa May ha rifiutato di accoglierla, come del resto molti Paesi occidentali.
Per rimanere nella sola Inghilterra e in riferimento ai profughi in fuga dalla guerra in Siria, secondo un resoconto pubblicato dallo stesso The Sunday Times (20.01.2019), il Ministero dell’Interno britannico nel 2017 ha accolto (con diritto d’asilo) 4.850 siriani, di cui 4.572 musulmani e solo 11 cristiani; e nel 2° trimestre del 2018 ha accolto 1.197 siriani, di cui 1.047 musulmani e solo 10 cristiani! Molti cristiani provenienti dal Medio Oriente, dove sono particolarmente perseguitati (così che in poco tempo si sono ridotti anche del 90%) sono stati respinti dalla frontiera inglese.
Numerosi casi di profughi cristiani respinti dalla frontiera inglese si sono verificati anche in questi primi mesi del 2019.
Nel marzo scorso lo stesso Ministero inglese ha respinto ad esempio la richiesta d’asilo, presentata già nel 2016, di un cristiano proveniente dall’Iran, costretto a fuggire dal suo Paese in quanto convertito dall’islam al cristianesimo, e già abitante in Inghilterra; è stato dunque praticamente costretto a lasciare il Paese e tornare in Iran (addirittura nella motivazione d’espulsione inglese si parla di cristianesimo come di una “religione non di pace”!), il che equivale praticamente ad una condanna a morte.
Sempre in questi primi mesi del 2019 anche la richiesta d’asilo di una donna iraniana che si era convertita al cristianesimo e già in Inghilterra, è stata respinta, addirittura schernendo la sua fede cristiana! La donna ha infatti così dichiarato alla BBC Radio 4: “quando ero in Iran mi sono convertita al cristianesimo e la mia vita è cambiata, il governo mi stava cercando e sono scappata. (…) Nel mio paese, se qualcuno si converte al cristianesimo viene punito con l’esecuzione capitale”; ma ha aggiunto pure che “il Commissario del Ministero britannico la derideva, la prendeva sempre in giro (…) Mi ha chiesto perché Gesù non mi avesse protetto dal regime o dalle autorità iraniane”!
Un’altra recente espulsione dalla GB, per rifiuto d’asilo, è stata attuata nel febbraio scorso per Asher Samson, un uomo pakistano 41 anni, cristiano, residente in GB da 15 anni, dove aveva studiato persino teologia. È stato costretto al rimpatrio in Pakistan, da cui era fuggito in quanto cristiano e più volte “picchiato e minacciato dagli estremisti islamici”.
L’anno scorso l’Home Office britannico ha addirittura respinta per 2 volte la domanda di una suora irachena fuggita dallo Stato islamico (ISIS) e che aveva chiesto di recarsi dalla sorella malata in Inghilterra. Ad un’altra suora il visto era stato negato perché “non aveva un personale conto in banca”. Ad un sacerdote cattolico il visto è stato addirittura negato perché “non era sposato” (!).
Nel 2016 persino tre alti prelati provenienti da Iraq e Siria, che chiedevano il visto per presenziare alla consacrazione della prima cattedrale ortodossa siriaca del Regno Unito, si sono visti replicare, beffardamente, che “non c’era posto in albergo”.
Ben altro trattamento è stato invece riservato addirittura al musulmano radicale Ahmed Hassan, cui è stato concesso l’asilo, nonostante non avesse i documenti e avesse esplicitamente confessato al ministero dell’Interno di essere “stato addestrato come un soldato dell’Isis”; due anni dopo ha compiuto un attentato terroristico in una stazione ferroviaria di Londra, in cui sono rimaste ferite 30 persone. L’Home Office ha inoltre consentito a un predicatore musulmano straniero, Hamza Sodagar, di entrare nel paese e tenere una conferenza a Londra, nonostante l’uomo si sia detto “favorevole a decapitare gli omosessuali, a bruciarli vivi e a gettarli da un dirupo”.
Siamo evidentemente in una sorta di bieco pregiudizio anticristiano, se non specificamente anticattolico; come ha riconosciuto persino l’ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey di Clifton. [fonte: NBQ, 5.05.2019]