Anche quest’anno, nonostante le avverse condizioni climatiche (freddo intenso), decine di migliaia di persone – appartenenti a ogni classe sociale e di tutte le età, uomini, donne, bambini, disabili, studenti e lavoratori, adolescenti e genitori – provenienti da tutti gli stati, si sono radunate nella capitale USA per la Marcia per la vita, la 46^ della serie (da quando il 22.01.1973 una sciagurata sentenza la Corte suprema superò le leggi vigenti che vietavano l’aborto nella gran parte degli Stati federati e liberalizzò così l’aborto negli USA).
Titolo della manifestazione pro-life di quest’anno è stato Unique from day one (unici fin dal primo giorno), con una significativa sottolineatura (Pro-life is pro-science) per indicare che per la scienza stessa il feto non è quel «grumo di cellule» così chiamato e disprezzato dagli abortisti, ma ciò che è stato ognuno di noi, un essere umano unico e irripetibile fin dall’istante del concepimento.
Ovviamente anche quest’anno il potere mediatico internazionale ha cercato il più possibile di ignorare la manifestazione o di deformarla (il Washington Post in questa circostanza ha parlato persino di aborto come di «cura della salute»!).
Alla marcia ha preso parte anche il vicepresidente USA Mike Pence (con la moglie Karen), che ha pubblicamente ringraziato i volontari impegnati nei centri per la gravidanza che aiutano mamme e bambini, ha definito il movimento pro-life «segno dalla compassione e dall’amore» ed ha espresso questo auspicio: «Rimetteremo la santità della vita al centro della legge americana e credo che nel nostro arco di vita aboliremo l’aborto».
Il Presidente Donald Trump ha fatto sentire il suo sostegno alla Marcia (cosa mai fatta da Obama) con un video-messaggio in cui ha definito il movimento pro-life come «fondato sull’amore e radicato nella nobiltà e nella dignità di ogni vita umana». Ha quindi proseguito «Quando guardiamo negli occhi di un bambino appena nato vediamo la bellezza nell’anima umana e la Maestà della creazione di Dio. Sappiamo che ogni vita ha un significato e che ogni vita merita di essere protetta. Come presidente, difenderò sempre il primo diritto della nostra Dichiarazione d’Indipendenza, il diritto alla vita».
Trump ha quindi ricordato gli sforzi fatti nella difesa dell’obiezione di coscienza (messa sotto attacco dall’amministrazione Obama) «per proteggere la libertà religiosa di medici, infermieri ed enti benefici, come le Piccole Sorelle dei Poveri» (le suore costrette a una lunghissima battaglia giudiziaria per sottrarsi al cosiddetto «mandato contraccettivo» dell’Obamacare) ed ha aggiunto che «Sosteniamo l’amorevole scelta dell’adozione e dell’affido, anche attraverso il supporto dei servizi di adozione basati sulla fede». Dopo aver detto che «ogni bambino è un dono sacro di Dio», Trump ha voluto «ringraziare gli americani che hanno viaggiato attraverso tutto il Paese per marciare per la vita. E, in particolare, voglio ringraziare i tanti giovani che ci danno speranza per il futuro. Insieme lavoreremo per salvare vite di bambini non nati in modo che abbiano la possibilità di vivere e amare, prosperare e sognare, di benedire la nostra nazione e raggiungere il loro pieno e splendido potenziale». E infine: «Grazie, e Dio benedica voi e la vostra famiglia. E Dio benedica l’America».
Nello stesso giorno il Presidente USA ha indirizzato una lettera (che porta la data del 18.01.2018) alla speaker della Camera, l’abortista Nancy Pelosi, in cui ha affermato che userà il suo potere di veto nei confronti di ogni disegno di legge che tenti di indebolire la protezione per i nascituri, rispondendo così ai tentativi dei democratici che in questi giorni stanno cercando di sfruttare anche lo stallo sullo ‘shutdown’ per far passare misure pro aborto.