Molte grandi imprese italiane, oltre ad essersi imposte per qualità nel mondo, hanno conosciuto nei loro fondatori o dirigenti, oltre ad un’innegabile capacità manageriale, anche una profonda ispirazione cristiana cattolica.
È il caso del gruppo Teddy (moda), della Ponti (aceto e altri prodotti agroalimentari), della Faac (cancelli automatici; ditta apprezzata in tutto il mondo), al sito di vendita online Holyart (arte sacra e articoli religiosi), fino all’incredibile Ferrero, una delle più grandi aziende alimentari del mondo – basti pensare all’invenzione e produzione della celeberrima Nutella, dei Ferrero Rocher, Pocket Coffee, Mon Chéri e i celebri ovetti Kinder Ferrero – la multinazionale italiana apprezzata in tutto il mondo (ha stabilimenti in 53 Paesi) e insignita persino del titolo di “azienda più rassicurante del mondo”, pure in riferimento alla vivibilità del suo stesso ambiente lavorativo (v. in proposito persino un divertente sketch di Fiorello).
Il fondatore della Ferrero, il cattolicissimo (e devotissimo della Madonna) Michele Ferrero, di Alba, in Piemonte, andava ogni anno in pellegrinaggio (anche con molti dei suoi operai) a Lourdes e la statua dell’Immacolata di Lourdes si trova in ogni sede della ditta. Ebbene, anche le famose praline al cioccolato Ferrero Rocher, da lui inventati nel 1982, farebbero riferimento nientemeno che alla Rocher de Massabielle, dove la Madonna apparve nel 1858 a santa Bernadette (pare che persino la forma del celebre cioccolatino dovesse richiamare questa santa “roccia” di Lourdes).
«Il segreto del nostro successo? La Madonna di Lourdes. Senza di lei noi possiamo poco» – confessò una volta Michele Ferrero, davanti ai giornalisti – «Tutto quello che ho fatto» (spiegò in una conversazione con Mario Calabresi; fatta a patto di non vederla all’indomani mattina sul giornale e in effetti pubblicata solo dopo la sua morte), «lo devo alla Madonna, a Maria, mi sono sempre messo nelle sue mani e lei devo ringraziare. La prego ogni mattina e questo mi dà una grande forza».
Anche in occasione dei suoi funerali (2005), tutti i dipendenti della celebre azienda di Alba manifestarono non solo un affettuoso attaccamento al proprio fondatore e manager, ma anche la testimonianza della sua umanità nel contatto interpersonale, anche coi suoi dipendenti, e soprattutto la sua mai nascosta e genuina fede cattolica.
Tra le altre prelibatezze alimentari che l’Italia ha donato e dona al mondo c’è certamente anche il torrone. Ebbene, al di là delle dibattute sue remote origini, si può dire certamente che è particolarmente famoso quello di Cremona. Ebbene, proprio l’etimologia del “torrone” sarebbe da ricondurre al celebre Torrazzo di Cremona (la torre campanaria del Duomo, che con i suoi 111 metri di altezza è stato per secoli il più alto edificio in muratura d’Europa).
Ma potremmo parlare, tanto per rimanere tra i dolci, specie natalizi, di cui l’Italia va fiera nel mondo, del celebre panettone, che da una autorevole testimonianza già del XVIII secolo (Pietro Cerri), sarebbe da ricondurre “all’atto dello spezzare e dividere il pane, da parte del pater familias, in occasione festiva, come memoria del sacrificio di Cristo”, e che era particolarmente presente, forse addirittura già dal IX secolo, in occasione del Natale di Nostro Signore (cfr. Dizionario elementare della civiltà cattolica, IdA 2017).