La Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) ha confermato una sentenza austriaca che sanzionava con una multa una donna che in un incontro culturale aveva affermato il dato storico che Maometto, tra le sue 12 mogli, aveva pure sposato una bambina di 6 anni e si chiedeva se questo non fosse iscrivibile ad una forma di pedofilia. Denunciata e condannata in Austria, anche il ricorso alla CEDU ha confermato appunto la sentenza, con la sconvolgente motivazione di “mantenere la pace religiosa”!
Pare dunque che sia subdolamente entrata anche in Europa una sorta di “legge contro la blasfemia”
Come sappiamo in certi Paesi, come ad esempio il Pakistan, la “legge contro la blasfemia” diventa pretesto da parte dei musulmani per condannare addirittura a morte (sulla base di affermazioni di 2 testimoni, senza provare le accuse) decine di cristiani (vedi il noto caso “Asia Bibi”, la donna cristiana incarcerata da 9 anni con l’accusa di blasfemia e che, pur essendo stata finalmente assolta proprio in questi giorni, non ha ancora avuto la concreta possibilità di essere libera e di espatriare, poiché l’assoluzione ha provocato furibonde rivolte da parte dei musulmani, con minacce di morte, a tal punto da condizionare il governo).
Pare dunque che ormai anche in Europa non si possa neppure riportare un dato storico che potrebbe urtare la sensibilità dei musulmani … e questo per “mantenere la pace religiosa”!
M entre le innumerevoli menzogne, calunnie, irrisioni, blasfemi spettacoli, articoli, vignette, film, contro la fede cristiana sono invece permessi e approvati come libertà di pensiero, di stampa, di satira.
L’Europa “ex-cristiana” è già arrivata a questi punti.