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Ovviamente, se ci occupiamo del matrimonio del principe inglese Harry è solo per cogliere l’occasione di fare in merito alcune considerazioni storiche e di attualità.
Intanto possiamo osservare come, nonostante decenni di enfasi sulla repubblica (pensiamo in Italia alla scelta post-bellica tra monarchia e repubblica), molti Paesi europei rimangono saldamente monarchie (Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna … oltre appunto al Regno Unito). Inoltre il popolo, e non solo quello considerato ignorante (visto che per l’avvenimento di oggi c’è chi ha parlato di 2 miliardi di spettatori, tanto più che ora oltre alla televisione ci sono tutti gli altri strumenti di comunicazione on-line), segue con passione gli avvenimenti delle case reali, quasi come fiabe concrete per gli adulti.
Circa la casa reale inglese, sull’immediata attualità abbiamo appena ricordato (v. News 30.04.2018) come la Regina non si sia degnata di alcuna attenzione di fronte al caso del piccolo Alfie Evans, che ha tenuto il mondo col fiato sospeso, neppure quando il papà del piccolo (Thomas Evans, cattolico), in modo molto rispettoso (“quale suddito di Sua Maestà”), si rivolse a lei addirittura per ottenere “la grazia”, prerogativa della sovrana (tanto più che il sovrano inglese guida ufficialmente anche il potere giudiziario), per evitare la “condanna a morte”, da parte di medici e giudici, del suo figlioletto (aveva ancora rispettosamente chiesto alla Regina la “protezione della vita e della libertà del vostro suddito di ventitre mesi Alfie Evans”!).
Il matrimonio reale britannico di oggi, tra il principe Harry Windsor (secondogenito del principe di Galles Carlo e della prima sposa Diana, com’è noto tragicamente scomparsa ma già abbondantemente considerata la «principessa triste», con tutto il gossip annesso) e la modella e attrice americana Meghan Markle, ha qualcosa di particolare: e non solo perché lei è mulatta, ma perché lei è “cattolica” (anche se già divorziata, il che fa capire quanto poco tale appartenenza religiosa abbia inciso sulla sua vita).
Che Meghan sia divorziata non fa certo problema per la casa reale inglese, visto che 500 anni fa proprio a motivo di un divorzio voluto dal re inglese Enrico VIII, richiesto al Papa ma ovviamente non concessogli (secondo il volere di Cristo stesso), il sovrano si è staccato dalla Chiesa Cattolica e si è fatto una Chiesa sua (appunto “anglicana”, di cui ogni sovrano inglese, compresa l’attuale regina Elisabetta II, rimane il capo), perseguitando aspramente tutti coloro che volevano rimanere “cattolici”, cioè fedeli al Papa e quindi a come Gesù aveva voluto e fondato la Sua Chiesa (cfr. Mt 16,18-19 e nel sito vedi le spiegazioni relative). Inoltre anche il papà dello sposo, appunto il principe Carlo, dopo la morte di Diana ha ‘finalmente’ potuto sposare Camilla Parker Bowles, anch’ella divorziata. È vero che non sempre è stato così, visto che ad esempio Edoardo VIII dovette abdicare per poter sposare una divorziata (americana pure lei: Wallis Simpson).
Che invece Meghan fosse “cattolica” (Roman Catholic, come si specifica nel Regno Unito) avrebbe rappresentato una novità assoluta, persino un impedimento. Il principe Harry, anche se solo quarto o quinto nella linea di successione al trono, in base all’Act of Settlement del 1701, non può sposare una cattolica, a meno che non rinunci ai diritti di successione. Secondo questa legge inglese, ancora piena di livore anticattolico, un membro della famiglia reale può sposare chi vuole (anche di fede ebraica, buddista, musulmana, induista e perfino atei militanti) basta che non sia persona di fede cattolica.
Il principe Carlo, padre dello sposo, qualche anno fa disse che questo anacronismo doveva essere superato. Così nel 2015 (dallo scisma del 1536!) la legge fu emendata: i membri della famiglia reale inglese in linea di principio possono ora sposare anche dei cattolici; basta che non si facciano anche loro cattolici, altrimenti perderebbero ogni diritto, anche al trono se a loro spettasse.
Ma in caso un reale inglese sposasse una cattolica, come sembrava questa volta che accadesse per la prima volta nella storia di questi 500 anni, i loro figli in quale religione/confessione potrebbero essere educati? Problema non risolto, anche se sembra ovvio “nella fede e chiesa anglicana”, visto appunto che il sovrano in carica ne è il Capo (persino nella nomina dei vescovi)!
Ebbene, anche se i giornali ne hanno parlato pochissimo, il problema è stato risolto alla radice e secondo la radicata consuetudine anticattolica della casa reale inglese: Meghan, qualche giorno prima del matrimonio col principe Harry, ha “abiurato” dalla fede cattolica e si è fatta anglicana!
 
Ma torniamo alla storia. Mentre in mezza Europa cinque secoli fa infuriava la “rivoluzione protestante”, ovviamente caldeggiata dai sovrani dei singoli popoli (che in questo modo incameravano pure tutte le proprietà della Chiesa e si facevano guide anche del potere religioso dei loro sudditi – leggi nel sito), in Inghilterra la separazione da Roma, cioè dal Papa e dalla Chiesa Cattolica (così come è voluta da Gesù stesso e come infatti era da 15 secoli ed è tuttora), avviene per motivi addirittura personali del sovrano (appunto il divorzio non concesso ad Enrico VIII), anche se meno dirompente dal punto di vista dottrinale rispetto alla Riforma protestante (almeno si mantengono i sacramenti e il sacerdozio, anche se invalido in quanto staccato dalla “successione apostolica” e quindi senza neppure il potere effettivo di celebrare l’Eucaristia). La separazione dalla Chiesa non solo creò una Chiesa parallela alla diretta dipendenza del sovrano, che ne è sempre e tuttora il capo, ma fu seguita da una violentissima persecuzione anticattolica.
Infatti dopo che nel 1534 il Parlamento inglese, con il cosiddetto Atto di supremazia, stabilì ufficialmente che la Chiesa d’Inghilterra era “anglicana” e si separava da Roma, iniziò una tale persecuzione contro i cattolici da produrre decine di migliaia di martiri. Subito l’anno seguente (1535) venne decapitato nientemeno che Thomas More (San Tommaso Moro), cioè addirittura il cancelliere del re, che si era rifiutato di abdicare dalla fede cattolica; e qualche giorno dopo il suo martirio, fu ucciso anche il vescovo John Fisher (San Giovanni Fisher), che fu imprigionato (e mentre si trovava in prigione fu creato cardinale dal Papa Paolo III) e ucciso per lo stesso motivo. Sono martiri canonizzati (la loro memoria liturgica è il 22 giugno); e San Tommaso Moro nel 2000 è stato significativamente proclamato da Giovanni Paolo II “patrono dei politici”.
Visto il rifiuto di abbandonare la fede cattolica da parte di molti sudditi del regno (ci furono anche aspre lotte, come la cosiddetta e fallimentare “congiura delle polveri”), nel 1606 il Parlamento inglese emanò leggi ancora più repressive contro i cattolici, che provocò circa 72.000 martiri!
Fu vietata anche ogni ordinazione sacerdotale cattolica; e visto che alcuni seminaristi andarono allora a farsi ordinare sacerdoti in Francia e per tornare poi come sacerdoti cattolici in Inghilterra, quando venivano scoperti erano barbaramente trucidati, insieme anche ai religiosi e laici che li seguivano (v. gli 85 preti, religiosi e laici martirizzati dagli anglicani nel 1585 e beatificati da Giovanni Paolo II il 22.11.1987  – cfr. la magnifica omelia del Papa in quella celebrazione in piazza S. Pietro a Roma leggi).
Intanto da Ginevra Calvino, a capo dell’altrettanto violenta riforma protestante calvinista, inviava in Inghilterra messaggi per incoraggiare allo sterminio, con queste parole “Chi non vuole uccidere i papisti è un traditore: risparmia i lupi e lasca indifese le pecore”.
Se il re inglese Enrico VIII si dimostrò tanto feroce contro i cattolici da ucciderne 72.000 (dato riportato anche dall’insospettabile storico protestante Raphael Holinsed) – tale era peraltro il suo diabolico temperamento, visto che, oltre alla questione della pretesa del divorzio dalla legittima moglie per sposare Anna Bolena, ebbe in totale 6 mogli, due delle quali fece lui stesso decapitare! – anche sua figlia Elisabetta I continuò in questa feroce persecuzione anticattolica, così che in pochi anni il numero dei cattolici da lei fatti uccidere supera di gran lunga quello che ad esempio la tanto vituperata Inquisizione spagnola fece in 3 secoli!
La questione dell’obbligo forzato ad abbandonare la Chiesa Cattolica per seguire la Chiesa Anglicana con a capo il sovrano inglese raggiunse non solo la Scozia (che cercò prima di ribellarsi al potere di Londra – e le conseguenze si vedono ancor oggi nel mai sopito desiderio indipendentista – poi di farsi persino una chiesa anglicana propria, cioè una “Free Church”, tuttora esistente in quel Paese) ma anche l’Irlanda, dove moltissimi cattolici che volevano rimanere fedeli al Papa furono uccisi e comunque privati della loro terra e ai quali non veniva riconosciuto alcun diritto civile (e ciò durò fino al 1913!). Quando, dopo che nel XVII secolo Oliver Cromwell cercò di installare con la forza, in funzione anticattolica, i Presbiteriani nell’Ulster, la parte dell’isola più ricca di risorse, si è creata una spaccatura che segna ancor oggi non solo la divisione politica dell’isola ma le stesse note tensioni sociali appunto dell’Irlanda del nord.
Cosi in tutto il Regno Unito i cattolici sono sempre stati esclusi dai pubblici uffici.
Circa l’attuale dinastia reale inglese (quella degli Hannover) si potrebbe notare che fu messa sul Trono di Londra tre secoli fa (al posto degli Stuart), come una sorta di “re travicelli”, da una classe dirigente economica e finanziaria, da una aristocrazia avida e rapace, per poter fare i propri comodi nel reggere le leve del potere.
Si potrebbe osservare ancora che non a caso, tre secoli fa (24.06.1717) proprio a Londra nacque ufficialmente la prima “Gran Loggia” della Massoneria (cfr. News del 7.11.2017).