Questa volta la “cultura di morte” (come la chiamava già S. Giovanni Paolo II, cfr. ad es. Evangelium vitae, n. 12), anche quella che si copre di parole “pietose” o “burocratiche”, non è riuscita bene a nascondersi; ed ha provocato un movimento di popolo, che dice finalmente “basta”!
Il “delirio di onnipotenza” di un certo tipo di scienza, che laddove non riesce a risolvere i problemi dell’uomo uccide chi li porta. Lo Stato, ancora di stampo illuminista e assolutista, che si crede padre e “padrone” di suoi sudditi, che vuole occuparsi di tutta la vita dell’uomo, organizzandone ogni particolare e succhiandone anche fiscalmente il sangue, e che si arroga il diritto di vita o di morte dei suoi cittadini. Ebbene, tutto questo ancora una volta ha vinto. Ma ha cominciato forse a scricchiolare. Perché si è trovato davanti una mondiale opposizione.
Satana, che come lo chiama significativamente Gesù è “padre della menzogna” e “omicida fin dall’inizio”, vorrebbe sferrare il suo attacco finale, contro la vita, contro la famiglia … e contro la Chiesa. Ma dovrebbe sapere che, se Dio gli concede ancora un po’ di spazio e di tempo, è però stato definitivamente sconfitto dalla Croce di Cristo; e la Sua e nostra Madre, con l’aiuto della nostra conversione e preghiera, schiaccerà la testa dell’antico serpente, dando presto inizio al “trionfo del Suo Cuore Immacolato”.
Così, di fronte alla malattia ancora incurabile di un piccolo bambino di pochi mesi (Alfie Evans), e contro il parere dei suoi stessi giovani genitori (Thomas e Kate), medici e giudici inglesi hanno deciso di ucciderlo, non solo interrompendo le cure, ma togliendo l’aiuto vitale al suo respiro, alla sua alimentazione e idratazione.
Questa volta però, più che in altri casi analoghi, sia per la tenace opposizione dei genitori (in particolare del giovanissimo papà Thomas) che per il movimento di popolo che nel mondo si è levato a difesa della vita di questo piccolo bambino indifeso e contro questo “omicidio di Stato”, il “caso” ha fatto il giro del mondo e ha mosso le coscienze di milioni di persone. Anche perché molti hanno capito che, al di là del tristissimo caso (e ogni singola vita ha un valore incommensurabile), qua è in gioco appunto il dispotismo di una scienza e di uno Stato che si credono padroni dell’uomo e ai quali bisogna dire davvero basta.
Non solo un folto numero di inglesi si è mosso a difesa del piccolo Alfie, anche pregando e manifestando notte e giorno davanti all’Alder Hey Children’s Hospital, l’ospedale pediatrico di Liverpool dove il bambino era ricoverato, ma nel mondo intero si è creata una grande mobilitazione di popolo, affinchè, se davvero non era più possibile sperare nella sua guarigione, si rispettasse almeno fino alla fine la sua giovane vita e l’amore dei suoi stessi genitori, che non volevano fosse ucciso in nome della falsa pietà degli uomini di scienza e di legge. In Italia si è poi manifestata una grande sensibilità, anche a livello pubblico, per pregare e fare tutto il possibile per salvare la vita di Alfie. Il Papa stesso ha fatto sentire la sua voce, ne ha parlato pubblicamente, ha pregato e fatto pregare per questo, ha poi ricevuto e parlato col giovane papà di Alfie e ha messo a disposizione e impegnato il celebre ospedale pediatrico vaticano (il “Bambin Gesù”) perché facesse tutto il possibile per salvare la vita di questo bambino; e dobbiamo riconoscere che anche lo Stato Italiano (specie per intervento dei politici del centro-destra, del Ministero degli Interni e di quello degli Esteri del dimissionario governo), ha copiuto passi importanti in questo senso, mettendo a disposizione persino un aereo di stato per trasportare eventualmente il bambino in Italia e si è spinto addirittura a dare la cittadinanza italiana al piccolo Alfie, pur di sottrarlo alla condanna a morte inflittagli dai medici e giudici inglesi.
Il giudizio dei medici per decretare la morte di Alfie è stato sconcertante: la sua è una vita “inutile”!
Nel “suo miglior interesse” il piccolo paziente “doveva morire”!
Nessuna opposizione, neppure dei suoi stessi affranti ma lottatori genitori, nessun ricorso, neppure alla più alta giustizia britannica, ha potuto bloccare questa sentenza di morte. Nemmeno un ulteriore ricorso dei genitori alla CEDU (Corte europea dei diritti umani).
I giudici (tra questi soprattutto Sir Anthony Paul Hayden Hayden, che dal 2013 è giudice nell’Alta Corte di Giustizia d’Inghilterra e Galles, nella sezione che di occupa del diritto di famiglia, ma che si è sempre ideologicamente battuto per l’ideologia Lgbt, basti pensare al suo libro Children and Same Sex Families: A Legal Handbook, per l’adozione di bambini da parte di genitori dello stesso sesso – ma come vogliono bene ai bambini queste autorevoli e autoritarie persone che contano!!) non hanno voluto sentire ragioni: Alfie doveva morire. Questa è stata la sentenza inappellabile.
Addirittura, nella prima sentenza, il giudice ha usato strumentalmente alcune parole dal Papa (lettera a Mons. Paglia) per giustificare il suo operato (il bambino deve morire); ma quando il Papa è appunto interventuo per salvare il piccolo Alfie, specie dopo aver incontrato personalmente il papà di Alfie giunto appositamente in Vaticano il 18 aprile (dopo un rocambolesco volo notturno da Liverpool, Thomas Evans ha potuto parlare personalmente col Papa a Casa Santa Marta alle ore 9.00, poi era presente all’udienza generale in piazza S, Pietro, durante la quale il Papa ne ha parlato), non c’è stato da parte dei medici e giudici inglesi alcun ascolto, neppure un educato accenno o riscontro al suo autorevole intervento. Come si vede, certi centri di potere occulto “incensano” il Papa quando fa comodo, facendo cioè credere che dia ragione al “pensiero unico dominante”, ma lo silenziano inesorabilmente quando lo contraddice (a proposito, il giorno 19.03.2018 è uscita la nuova Esortazione Apostolica – quindi autorevole come Amoris laetitia – di Papa Francesco, la Gaudete et exsultate “sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo”, ma sui giornali che contano, anche in Italia, non ce n’è stata traccia alcuna!).
Non solo non è stata data alcuna risposta all’intervento del Papa (tirato per la talare dal giudice solo un mese prima per avvallare la sua decisione), ma neppure alla dottoressa Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, giunta personalmente all’ospedale Alder Hey di Liverpool per rendersi conto di persona della situazione, al fine anche di un contributo medico da parte del celebre ospedale pediatrico vaticano (che tra l’altro ha in cura casi analoghi, sia pur non possedendo come tutti la soluzione medica a tali rarissime patologie) o appunto con la possibilità di trasferire il piccolo a Roma, ebbene neppure a lei è stato concesso di entrare nell’ospedale inglese e di parlare con i medici che si occupano di Alfie e hanno deciso inesorabilmente di ammazzarlo; contravvenendo in questo modo anche al più elementare galateo umano e professionale.
Il Regno Unito si è dimostrato scorretto persino a livello diplomatico, essendo l’Italia intervenuta, con rispetto, per affrontare la delicata situazione di Alfie, giungendo persino a conferire al piccolo la “cittadinanza italiana”, al fine di poter così meglio permettere il suo trasferimento a Roma. Permesso negato.
Il papà di Alfie, quale cittadino inglese, scrive rispettosamente alla Regina, quale “suddito alla sua Sovrana”, chiedendo, con un linguaggio talmente rispettoso da sembrare persino arcaico, che conceda almeno “la grazia”, cosa che è nelle prerogative della Regina, al suo piccolo “suddito” Alfie. Nessuna risposta.
Scandaloso che da Buckingham Palace, in tutta questa vicenda, non sia giunta una parola, neppure di compassione! Troppo impegnati per festeggiare il 92° compleanno della Sovrana e per accogliere il nuovo 3° “royal baby” (guarda caso nato il 23 aprile, proprio il giorno in cui doveva morire per sentenza il piccolo Alfie, staccandogli il respiratore)!
Altra incredibile coincidenza: proprio il 24 aprile si gioca a Liverpool la partita di calcio Liverpool-Roma … qualche volta lo sport è davvero alienante (cioè serve pure per non far pensare la gente).
Nonostante tutto quanto i genitori hanno compiuto per salvare il loro piccolo Alfie, e nonostante tutto questo mondiale movimento di popolo che implorava, anche pregando, di lasciarlo in vita, almeno fino a che morte naturale (non quella causata dal togliergli il respiro e gli alimenti) fosse giunta, la sentenza di morte dei medici è arrivata inesorabile. Il respiratore doveva essere staccato nella notte (sempre la notte è favorevole al male, da Giuda in giù, come sottolinea il Vangelo di Giovanni, Gv 13,30) del 23.04.2018, appunto alle ore 22.17.
Non è stato neppure concesso ai genitori, nonostante una sentenza favorevole dei giudici, di portare il loro piccolo a casa, perché morisse nella sua camera e tra le loro braccia.
Un sacerdote italiano, su richiesta del giovane papà di Alfie (che è cattolico, mentre la mamma è anglicana) ha somministrato al piccolo Alfie, che era già stato a suo tempo battezzato, il sacramento della Cresima e dell’Unzione degli Infermi.
Con deplorevole cinismo coperto da un laconico linguaggio scientifico-medico, l’ospedale ha comunicato ai genitori il “protocollo di morte”, cioè cosa sarebbe accaduto al piccolo paziente dopo aver staccato il respiratore. In 15 minuti sarebbe sopraggiunta la morte (in pratica per soffocamento!). Invece il piccolo guerriero della battaglia della vita (“il mio gladiatore che ha deposto lo scudo e si è guadagnato le ali ”, così l’ha chiamato il suo papà comunicando poi al mondo la sua morte) ha continuato a respirare da solo per più di 4 giorni, tenendo il mondo col fiato sospeso e in preghiera, qualcuno pensando persino ad un miracolo.
Alfie Evans è morto alle 2.30 del 28.04.2018, ucciso dai medici e da uno Stato-padrone (anche se il Regno Unito ufficialmente non ammette l’eutanasia). In seguito s’è saputo che l’ospedale Alder Hey è giunto persino a negare al piccolo l’ossigeno, portato dal papà al suo piccolo di nascosto e senza autorizzazione, che Alfie non è stato alimentato per 36 ore e non si è più curata neppure l’infezione al polmone non è stata curata e poco prima della morte gli sono stati somministrati dei farmaci (?!).
Ultima ipocrisia dell’ospedale Alder Hey di Liverpool: i medici porgono le sentite condoglianze ai genitori del piccolo, quel figlio che è stato loro brutalmente sottratto e ucciso, la cui vita hanno definito “inutile” e la cui morte è stata inflitta “per il suo miglior interesse” e la cui vita “si è conclusa nel comfort e nella discrezione”! (viene in mente quando allo stesso modo nel 1943 lo psichiatra nazista Illing si rivolse ai genitori di un bambino disabile ucciso dal programma eugenetico del Terzo Reich: “La sua vita non sarebbe stata utile alla società…ha avuto una dolce morte”. Del resto, le Società Eugenetiche sono fiorite all’inizio del ‘900 proprio in Inghilterra; e sono tuttora ben attive).
Mistero del “dolore innocente”, come quello di Gesù Crocifisso, che così ha salvato il mondo.
Martiri (qualcuno già parla di Alfie in questi termini e chiede che sia addirittura beatificato con questo titolo) come i Santi Innocenti, che la Chiesa celebra ogni anno il 3° giorno dopo Natale, come primi martiri, innocenti, poiché sia pur inconsapevolmente hanno versato il loro sangue per Cristo, a motivo dell’odio del potere (contro Cristo, contro la vita, contro la sacra famiglia).
Come i primi martiri di Roma, ad esempio la dodicenne Agnese, che preferisce morire (nell’attuale piazza Navona) per Cristo piuttosto che tradirlo; e la cronaca di quel martirio racconta che aveva più paura il boia ad ucciderla che lei di morire, anzi era contenta di morire per Cristo.
“Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli”, recita il salmo 8.
Anche quasi tutti i veggenti che la Madonna ha chiamato per parlare al mondo erano piccoli bambini (a La Salette, Lourdes, Fatima, …).
Un ultimo ricordo, per l’Italia: nella notte tra il 10 e 11 giugno 1981 milioni e milioni di italiani rimasero incollati tutta la notte davanti ai televisori per seguire la diretta televisiva di 18 ore (incredibile telecronaca del dolore, con tanto di pietosa visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che nel suo celebre protagonismo volle essere presente sul luogo, ostacolando peraltro i soccorsi), perché un piccolo bambino di 6 anni (Alfredino) era caduto in un pozzo di 60 metri nei pressi di Vermicino, alle porte di Roma. Era rimasto vivo per molto, si sentiva addirittura la sua voce, si fece l’impossibile per tirarlo fuori, senza riuscirvi; alla fine morì. Gli italiani rimasero svegli tutta la notte e piansero la sua morte. Ma pochi giorni prima, il 17.05.1981 (4 giorni dopo un altro sangue versato, quello di Giovanni Paolo II nell’attentato in piazza S. Pietro, attentato che doveva ucciderlo, su mandato del KGB sovietico) oltre 27 milioni di italiani (contro oltre 3,5 milioni di altri italiani) si dichiararono a favore dell’aborto, nel tentato Referendum abrogativo della legge 194 (legge varata il 22.05.1978, cioè 13 giorni dopo l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse) che introdusse l’aborto legale in Italia e che in questi 40 anni ha permesso l’uccisione legale e a spese dello Stato di circa 6 milioni di bambini nel grembo della loro madre.
Dio parla e ci richiama anche attraverso il dolore di questi piccoli bambini.