Cristianofobia acuta… in Scandinavia


I Paesi scandinavi sono in genere presentati come i più “civili” del mondo, intessuti di tolleranza verso tutti e verso tutto (cioè di relativismo pieno), dove la “cosa pubblica” funziona ed è rispettata. Anche l’ONU ha lodato ad esempio la Svezia come il Paese dove si vive meglio; peccato che proprio la Svezia abbia un primato mondiale di suicidi, omicidi, stupri e persino violenza tra minori.
Del resto sono Paesi che 500 anni fa sono diventati (e sono stati anche obbligati a diventarlo!) Protestanti (eppure la Svezia aveva dato i natali ad esempio a S. Brigida, proclamata addirittura “compatrona d’Europa”); poi oggi sono di fatto senza religione, atei, sprofondati nel relativismo e nichilismo più accentuato; anche se tutto apparentemente “funziona”.
Tutto sembra essere tollerato, persino altre religioni che qualche immigrato (specie se musulmano) ancora vuol praticare. Sembra paradossalmente (ma quante profezie ci sono in merito!) che l’unica intolleranza sia nei confronti del cristianesimo, specie se si ostina a non seguire il “pensiero unico dominante” e le nuove ideologie libertarie e relativiste.
Ecco un impressionante caso di “cristianofobia” (intolleranza nei confronti dei cristiani) che viene dalla “civilissima” Norvegia.
Terese e Lei Kristiansen sono una coppia di sposi di origini canadesi e trasferitisi in Norvegia (dove vivevano i genitori di lui) da due anni. Inizialmente il loro figlio Kai ha frequentato la scuola statale; ma poiché veniva preso violentemente in giro dai suoi compagni, i genitori hanno deciso di trasferirlo in altra scuola. In attesa di trovare una nuova sistemazione scolastica, dopo averlo comunicato ufficialmente alla scuola, hanno deciso di attuare nel frattempo una “home-schooling” (scuola parentale, lodevolmente permessa e legale in Norvegia; ma ufficialmente anche in Italia, sia pur discriminandola economicamente come tutte le scuole non-statali). Un giorno si sono visti però arrivare a casa i “servizi sociali” (Barnavernet, che spesso usano questi metodi), che persino con violenza hanno portato via il loro figlio: il bambino si divincolava, voleva scappare e tornare coi genitori, ma quelli dei servizi sociali lo hanno strattonato, buttato persino a terra e poi l’hanno portano via! (i costernati genitori riescono a filmare il fatto, anche per poter testimoniarlo e difendersi, poi lo mettono su internet e diventa addirittura virale). Qual è il motivo di tanta preoccupazione sociale da sottrarre violentemente un figlio ai suoi genitori?! Uno potrebbe pensare che i genitori fossero violenti, oppure drogati, alcolizzati. No, nulla di tutto questo. L’accusa infamante, e la conseguenza perdita della patria potestà sul loro figlio, è stata quella di essere “cristiani radicali, che stavano ‘indottrinando’ il figlio e proprio per questo egli era disadattato in classe”!
Nella stessa zona, un’altra famiglia s’è vista sottrarre il figlio per mesi (ma in questo caso il clamore mediatico suscitato anche all’estero ha fatto indietreggiare i servizi sociali) perché non solo erano “molto credenti”, ma parlavano al figlio anche del “giudizio di Dio” e in un caso lo avrebbero anche sculacciato. La stessa Preside della scuola da cui è partita la denuncia ha ammesso che quei genitori “erano eccellenti”, ma “la norma norvegese era questa” e prevede pure la sottrazione del figlio ai genitori anche solo per una sculacciata!