L’Islam divide il mondo in due: i Paesi che sono musulmani e quelli che lo devono diventare!
Questo pensiero potrebbe essere ancora lecito, perché in fondo chiunque ritiene di essere nella Verità (dovrebbe però essere anche in grado di mostrarla o dimostrarla) sa che questa Verità è per tutti, altrimenti sarebbe solo un’opinione, e quindi tutti dovrebbero riconoscerla e viverla.
Per questo proprio Gesù, che è la Verità stessa (il Logos) fatto carne, invia gli Apostoli e la Chiesa in tutto il mondo e in tutti i tempi per convertire alla fede cristiana, cioè a Lui, e quindi alla salvezza eterna, tutti i popoli della terra (cfr. Mt 28,18-20; Mc 16,15-16).
Il problema che nell’Islam si ritiene che tale compito debba essere esercitato anche con la forza, con la violenza; e senza nessuna possibilità di dare o ricevere spiegazioni (secondo loro se una affermazione è nel Corano è vera, senza possibilità di capire, di ragionare, di discutere, e quindi anche di dialogare e di far capire), cioè senza l’uso della ragione.
Questa è già una debolezza, proprio in quanto si impone con la forza.
Il cristiano, se è veramente consapevole della propria fede in Cristo, sa anche portarne le ragioni (cfr. ad es. 1Pt 3,13-16); e quindi è in grado di convincere, oltre che con la sua testimonianza anche con la sua parola e la sua ragione (che ha in comune con tutti gli esseri umani, che possono quindi capire). La Verità infatti, pur rimanendo la libertà umana che in certi casi può perfino giungere a negare l’evidenza pur di rimanere nella menzogna e nel peccato (cfr. Gv 1,9-13e Gv 3,16-21), vince perché convince, oltre ovviamente e soprattutto per opera della grazia di Dio.
Proprio per questo è assai difficile, se non impossibile, un vero “dialogo” coi musulmani. Così, di conseguenza, anche una reale loro “integrazione” in culture totalmente diverse dall’Islam.
Ad esempio, là dove si attuano matrimoni tra un musulmano e una cristiana, caso sempre più frequente anche in Europa, è sempre questa che deve abiurare alla propria fede ed abbracciare l’Islam. [Tra l’altro per l’Islam l’uomo potrebbe avere anche più mogli (poligamia); mentre la donna sarebbe condannata a morte se tradisse il proprio consorte; e in un’Europa occidentale che vuole affermare il matrimonio per tutti, come e per quanto si vuole, coerentemente si dovrebbe permettere per legge anche la poligamia].
Convertirsi dall’Islam al cristianesimo sembrerebbe dunque impossibile. Si rischia l’ostracismo, la violenza, anche da parte dei propri familiari. Se si vive in Paesi in cui vige la Sharia si è addirittura condannati a morte; altrimenti, anche in altri Paesi, si rischia di essere assassinati.
Ebbene, nonostante, ciò, esiste un dato impressionante, in controtendenza: ogni anno ci sono 10 milioni di musulmani che diventano cristiani. Questo avviene specialmente nelle regioni dell’Africa sub-sahariana. Già nel 2005 la famosa emittente islamica del Qatar “Al Jazeera” parlò chiaramente, in termini per loro allarmistici, di circa 6-8 milioni di conversioni annue di musulmani al cristianesimo, specie nell’Africa sub-sahariana, in particolare in Uganda, nel Mali e soprattutto in Nigeria (anche per questo lì il gruppo islamico di Boko Haram è diventato così attivo, rispondendo col terrore a queste numerosissime perdite di fedeli per conversioni al cristianesimo). Qualcuno afferma (ad esempio il gesuita Mitch Pacwa) che in questi Paesi sub-sahariani l’Islam sarebbe addirittura, nonostante le apparenze, in una fase di inizio del collasso. Anche secondo uno studio del Interdisciplinary Journal of Research on Religion, le conversioni dall’islam sarebbero in crescita, almeno da 30 anni, al ritmo di 10 milioni all’anno.
Si conferma pure che l’Africa sia il continente in cui il cristianesimo è più rapidamente in crescita. Secondo ad esempio il Pew Research Center, entro il 2060 il 42% dei cristiani di tutto il mondo vivrà in Africa.