L’avvocato Simone Pillon, tra l’altro membro direttivo del Family day, è stato querelato dalla sezione Arcigay Omphalos di Perugia per aver pubblicamente dichiarato che alcuni volantini distribuiti dalla suddetta associazione a studenti minorenni durante un’assemblea di istituto del liceo Alessi di Perugia nell’aprile 2014 – volantini in cui si davano consigli dettagliati e fisici su come gestire i rapporti sessuali tra due maschi o tra due femmine, con istruzioni pornografiche su come aumentare l’eccitazione sessuale o fare giochi erotici – non avevano avuto alcun consenso dai genitori, come richiesto circa attività scolastiche e parascolastiche per i minori.
Secondo la prima udienza presso il Tribunale di Perugia (22.06.2017) la pena richiesta è di una multa (per l’avvocato, non per l’associazione gay!) di € 400.000!
C’è chi si è visto trascinato in sede “penale” solamente per aver parlato in televisione della “centralità delle figure genitoriali materna e paterna nei processi di crescita del figlio”: è il caso di un paio di insegnanti di Milano, di due medici (tra cui Silvana De Mari), di tre psicologi (tra cui Giancarlo Ricci, psicoterapeuta milanese con 40 anni di esperienza sulle spalle, già giudice presso il Tribunale dei minori di Milano).
Sarebbe importante citare anche il caso di Radio Maria, dove il suo celebre fondatore e conduttore padre Livio Fanzaga è stato portato a processo dall’Ordine dei giornalisti (di cui fa parte in quanto direttore di una radio) – processo dove incredibilmente si è discusso persino della corretta esegesi di alcuni passi dell’Apocalisse (!), su cui tale ordine è ovviamente incompetente – su denuncia della senatrice Monica Cirinnà, per aver dissentito sulla legge che porta il suo nome (e che è diventata poi legge dello Stato il 20.05.2016, sulla “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”) e aver ricordato alla senatrice l’evangelico monito che “tutti dobbiamo morire” (pur “augurandole il più lontano possibile”). Ebbene tale processo si è concluso con l’incredibile sentenza di sospensione per 6 mesi dall’Ordine dei giornalisti (!), che ha costretto padre Livio a lasciare ufficialmente per 6 mesi la conduzione di Radio Maria (la cosa era stata tenuta nascosta anche in Radio Maria, ma per quei 6 mesi il direttore ufficiale è stata al suo posto la conduttrice Roberta) e persino praticamente a cambiare il nome alla sua ascoltatissima trasmissione feriale delle ore 9 sui fatti di cronaca (da “Commento alla stampa” a “Lettura cristiana della cronaca e della storia”) .
Insomma, si va sempre più addirittura verso una restrizione della libertà di pensiero e di coscienza?