L’ideologia Lgbt … e la realtà(indagini sociologiche e mediche)
Uno studio commissionato dalla stessa National Center for Transgender Equality, una delle più attive organizzazioni USA sui “diritti transgender”, ha evidenziato che tra i “trans” la percentuale di coloro che hanno contratto l’Aids è 5 volte superiore al resto della popolazione. La stessa indagine ha evidenziato inoltre che tra i transessuali la percentuale dei tentati suicidi è del 7%, mentre nel resto della popolazione è dello 0,6%. Ma per una giornalista italiana che ha riportato questi dati è scattata la minaccia, da parte di un militante Lgbt, di radiazione dall’Albo dei giornalisti.
In Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che tra i soggetti maschi omosessuali l’incremento dell’epatite A risulta 5 volte superiore alla media. Pertanto ha raccomandato ai gay praticanti, cioè a coloro che hanno rapporti sessuali omosessuali, la vaccinazione (tra l’altro a spese dello Stato, cioè con i soldi di tutti i contribuenti).
L’ideologia Lgbt … e la scienza
Il 9.03.2017 é morto a soli 70 anni lo psicologo e psicoterapeuta americano Joseph Nicolosi, fondatore in California (Encino) della Thomas Aquinas Psychological Clinic. Nel 1992 è stato il co-fondatore della National Association for Reserch & Therapy of Homosexuality (NARTH), di cui è stato presidente. Ha impiegato tutta la sua vita e la sua altissima competenza scientifica ad alleviare le sofferenze e guarire persone con pulsioni omosessuali indesiderate, secondo una terapia che in modo riduttivo è stata poi chiamata “riparativa”. Egli aveva infatti adottato criteri psicoanalitici e psicodinamici per promuovere un approccio terapeutico volto ad accompagnare e assecondare (mai indurre o forzare) quello che viene chiamato “tentativo di cambiamento dell’orientamento omosessuale” (Sexual Orientation Change Effort), richiesto dal paziente perché percepito come indesiderato; ed ha ottenuto altissime percentuali di risultati positivi (almeno 1 caso su 3).
Per questo le lobbies Lgbt lo hanno sempre avversato, ridicolizzato, persino denunciato. Ed anche coloro che con il suo aiuto medico sono finalmente usciti, come desideravano, da questo “disturbo”*, sono sati spesso attaccati e zittiti, anche in Italia, perché la loro esperienza non smentisse clamorosamente la loro ideologia imperante. Persino in cinque Stati americani sono state votate, su pressione della lobby LGBT, leggi che impediscono tale approccio medico “riparativo” sui minori.*: I militanti della galassia gay e Lgbt si oppongono con violenza ideologica che l’omosessualità (persino quella indesiderata) venga chiamata una patologia o un disturbo, affermando erroneamente che persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha derubricata come patologia. Effettivamente una parziale decisione in merito fu presa dall’OMS, peraltro sospinta da enormi pressioni ideologiche e che ha assai poco di scientifico (v. nel sito Fede e morale < Morale sessuale: n. 26.1); Nicolosi stesso scrisse in proposito che “nessuna prova scientifica è stata fornita per confutare 75 anni di ricerche cliniche sull’omosessualità come stato patologico”); però tuttora l’OMS annovera l’omosessualità (specie indesiderata) come “disturbo” (F66.01) nel suo manuale diagnostico ICD. Tra i tanti testi, anche divulgativi e in italiano, di Joseph Nicolosi citiamoOmosessualità maschile: un nuovo approccio (2002, Ed. Sugarco MI), Omosessualità: una guida per i genitori(scritto con la moglie Linda) e il più recente (2010) Identità di genere. Manuale di orientamento (sempre Ed. Sugarco).Che si possa liberamente e felicemente uscire dall’omosessualità, sia pure realtà anche psichica molto complessa e tuttora ancora “in gran parte inspiegabile” (cfr. pure il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357), è dimostrato non solo da teorie mediche e psicologiche, ma appunto da dati medici incontrovertibili. Questo dimostra che non si tratti di un determinismo da cui sia impossibile uscire. Del resto già Sigmund Freud, il celebrato padre della psicanalisi (tanto elogiato anche dalla cultura dominante ma zittito e censurato su questo punto), non credeva al carattere innato della omosessualità (disse che sarebbe “una grossolana spiegazione”) e la considerava una patologia (da lui chiamata “inversione” e gli omosessuali “invertiti”), peraltro da lui spesso guaribile mediante ipnosi. Nel suo Saggio Le aberrazioni sessuali (1905) affermava: “l’inversione può essere eliminata mediante suggestione ipnotica; perciò, se se ne ammettesse il carattere innato, la sua guarigione sarebbe un miracolo”. Così pensavano anche i suoi seguaci, gli psicanalisti Jung e Adler. Non esiste dunque una natura omosessuale (semmai un istinto omosessuale), altrimenti non sarebbe mutabile.
Se ne parla anche nel sito (v. Morale sessuale: al n. 26.1).Già negli anni ’60 lo psicanalista Irving Bieber (1908-1991) otteneva con il suo trattamento psicanalitico la guarigione del 27% dei suoi pazienti che accusavano questo disturbo non desiderato. Così lo psichiatra americano Robert Spitzer guariva il 67% dei pazienti (uomini che sentivano attrazione per uomini, poi invece per le donne). Anche la “terapia riparativa” dell’olandese Gerard van der Aardweg ha raggiunto notevoli successi (v. G. v.d.Aardweg, Omosessualità & speranza. Terapia e guarigione nell’ esperienza di uno psicologo, Edizioni Ares, Milano 1985).
In realtà non esiste infatti una natura omosessuale, così come non esiste un gene-omosessuale, né un ormone-omosessuale e neppure un cervello-omosessuale [v. il celebre studio di J.M. Bailey & R.C. Pillard, A genetic study of male sexual orientation, in Archives of General Psychiatry, n. 48 (dicembre 1991, pp. 1089-1096), sulle percentuali di omosessualità in coppie di gemelli omozigoti, eterozigoti, fratelli e fratelli adottivi di cui uno è omosessuale]. Non riescono a dimostrare questa base biologica, semmai solo una predisposizione, neppure i celebri studi di D. Hamer, A linkage between DNA markers on the X chromosome and male sexual orientation, in Science, n. 261 (luglio 1993), pp. 321-327 o di S. LeVay, A difference in hypothalamic structure between heterosexual and homosexual men, in Science, n. 253 (agosto 1991), pp. 1034-1037.
Che ci sia un legame inscindibile tra sesso biologico e identità di genere(gender) è comprovato ad esempio anche dal tragico esperimento dei gemelli Reimer [nel 1967 due gemelli omozigoti canadesi (Brian e Bruce Reimer) subirono una circoncisione, ma ad uno (Bruce) fu bruciato per errore il pene; i genitori si rivolsero al dottor John William Money – il celebre chirurgo (1921-2006), allievo di Kinsey, noto per interventi chirurgici per cambiare sesso (proprio a lui si deve il termine “identità di genere”, da cui l’attuale ideologiagender) – per renderlo femmina, con interventi chirurgici e trattamenti ormonali; ma, pur essendo all’oscuro di quanto subito nell’infanzia, Bruce (chiamato poi Brenda) non ne volle sapere di comportarsi da femmina; reso consapevole di quanto aveva subito, alla fine fece un intervento chirurgico per ricostruire i genitali maschili e si sposò; ma morì però suicida].
Solo contro la Chiesa Cattolica? Che poi quello del movimento gay sia un “attacco ideologico” è mostrato anche dal fatto che il suo principale bersaglio è proprio la Chiesa Cattolica, la quale invece, pur con un chiaro giudizio morale sugli atti omosessuali, mostra una grande comprensione per le persone omosessuali (cfr. Catechismo C.C. n. 2358) ed ha anche gruppi di sostegno (e di terapia) e di spiritualità a loro dedicate.
Sintomatico invece il pressoché totale silenzio su quelle religioni e quei Paesi in cui l’omosessualità è addirittura reato, in certi casi punibile con la morte: ad esempio in quattro Paesi islamici (Iran, Mauritania, Sudan e persino Arabia Saudita) gli omosessuali sono sottoposti alla pena di morte e in altri venti paesi musulmani gli atti omosessuali sono severamente puniti; i rapporti omosessuali sono poi reato in altri settanta paesi, tra cui la Cina. Ma non pare di sentire furori ideologici contro di essi.
L’ideologia Lgbt … fino al ridicolo
Il nuovo presidente USA Trump ha ritirato anche un ridicolo provvedimento dell’amministrazione Obama che permetteva alle persone transessuali di entrare nei bagni e negli spogliatoi sia maschili che femminili. Infatti persino alla Casa Bianca aveva fatto installare una toilette “transgender”.La giovane Gavin Grimm ne ha fatto una battaglia personale ed è arrivata sin alla Corte Suprema che deciderà sul caso nel prossimo mese. Ma il fatto più rilevante, ma non certo più sorprendente, sta nel fatto che molti colossi dell’imprenditoria e della finanza hanno deciso di supportare la causa intentata dalla Grimm. Tra le 50 aziende che stanno sostenendo la Grimm troviamo nomi come Amazon, Apple, Ibm e Microsoft !
Avevamo infatti già parlato dell’ideologia “gender” …alla toilette (v. News del 10.11.2015):L’ideologia “gender” è giunta a considerare “discriminante” che alle toilette (sì, proprio ai gabinetti pubblici) ci si limiti allo “stereotipo” maschio/femmina, pure nei classici simboli (iconine con omino-con-pantaloni o donnina-con-gonna). Ritengono dunque necessario inventare dei “bagni inclusivi”, delle “toilette sessualmente neutre”, delle “toilette transessuali”. C’è chi ha inventato per le toilette un’iconina “pantagonnata” (metà pantalone/metà gonna), oppure ha proposto di indicare WC “X”, o “toilette unisex” … ma pare che nessuna di queste proposte vada bene (specialmente l’ultima, perché non si saprebbe mai chi trovare dentro). Tra l’altro anche l’anatomia/fisiologia dell’apparato uro-genitale (cioè la “realtà”, che smentisce l’ideologia!) pare che non permetta altre variabili (maschio/femmina) anche per espletare queste necessità di ordine fisiologico.
Che non si tratti di una battuta per ridicolizzare l’ideologia “gender” e le relative possibilità di scelta del proprio “genere” sessuale – cosa peraltro che una buona “maieutica” (socratica) saprebbe fare, portando appunto l’errore alle sue estreme conseguenze, per evidenziarne così la palese falsità – si deve sapere che non solo tali toilette “transgender”, sia pur rare, esistono già (ed esistono persino delle “app” per individuarle!), ma che dal 2015 ne esiste una nientemeno che alla Casa Bianca e che anche il Presidente della Camera dei Comuni della GB ha proposto che pure il Parlamento inglese adotti tale soluzione per i propri appartamenti. E non è vero che l’Italia sarebbe “indietro” (!), perché già anni fa (2006) un onorevole, il socialista Lucio Barani, chiese di installare un “trans-wc” in Parlamento, vista anche la presenza di Wladimiro Guadagno (così all’anagrafe, ma detto Luxuria, indipendente presentato da Rifondazione Comunista, primo parlamentare trans-gender d’Europa), ma pare che “purtroppo” lo/la stessa parlamentare non abbia sentito l’esigenza di una tale toilette “dedicata”.
La legge italiana è “uguale per tutti” … o per i gay è meglio?
Il presidente russo Putin una volta si lanciò in una battuta sul dimissionato amico Berlusconi, dicendo che se fosse stato gay non lo avrebbe toccato nessuno.
Al di là della battuta, possiamo però constatare che effettivamente quella dei gay sta diventando una “casta privilegiata”, non solo intoccabile e sostenuta da potenti lobbies economiche e finanziarie, ma appunto con degli inauditi privilegi persino giuridici. Se ad esempio una persona aggredisce un’altra è ovviamente denunciabile; ma se l’aggredito è gay il reato è più grave, anche in Italia. Perché? Invece i gay possono anche permettersi di insultare le religioni, le persone religiose e persino di bestemmiare …. ed essere assolti dalla Magistratura. Se invece fosse il contrario (ad esempio un cristiano che insultasse, certo poco cristianamente, un gay) si scatenerebbe il finimondo, finirebbe sulla stampa come terribile omofobo. Dunque anche in Italia i gay sono cittadini di serie A e i cristiani (ad esempio) sono cittadini di serie B. La legge non è più uguale per tutti?!
È quanto è emerso ad esempio di recente, quando un giudice ha assolto un circolo gay (il Cassero di Bologna, lautamente finanziato dal Comune e dallo Stato) che nel 2015 aveva pesantemente insultato i cristiani e pubblicamente bestemmiato, creando immagini oscene blasfeme e gravemente offensive del sacro e dei simboli religiosi cristiani per allestire una loro trasgressiva festa “gay” chiamata significativamente “venerdì credici”, una diabolica “notte omo-erotica e scaramantica”, come veniva definita, con tanto di “sbattezzo point”.
Contro tali atti, condannati anche dal codice penale (art. 404: Vilipendio alla religione; art. 726: Atti contrari alla pubblica decenza e turpiloquio), scesero in campo anche alcuni politici e consiglieri comunali, con uno specifico esposto alla Procura. Il Procuratore (Walter Giovannini) si era attivato ed aveva avviato l’indagine, affidando il fascicolo alla pm Morena Plazzi.
La conclusione della Magistratura (5.03.2017) è stata di assoluzione, in quanto si sarebbe trattato solo di satira; quindi non perseguibile. Insomma insultare pesantemente i fondamenti stessi del cristianesimo (il Crocifisso, la Santissima Trinità) e attaccare la Chiesa rientra a pieno titolo nei diritti Lgbt. È il passaggio dalla democrazia alla gaycrazia.
L’ideologia Lgbt … nelle scuole
In Canada – dove peraltro vige una lodevole “libertà di educazione”, che garantisce non solo scuole non-statali e indipendenti (in gran parte cristiane) ma persino scuole “parentali” (cioè gestite dai genitori a domicilio) – nella provincia occidentale di Alberta, il ministro dell’Istruzione David Eggen ha comunque obbligato due scuole cristiane ad avere al loro interno dei “club Lgbt”, permettendo ad esempio alla “Gay Straight Alliance” di operare in tali scuole con le proprie attività, senza peraltro che alcuno ne avesse fatto richiesta. Persino il giudice della Corte Suprema Americana Samuel Alito ha evidenziato come tali imposizioni costituiscano dei passi verso una vera dittatura, peraltro particolarmente ostile alla Chiesa e a tutti coloro che hanno comunque dei valori morali.
Anche in Italia cresce sempre più questa folle dittatura ideologica. Ad esempio il Comune di Siracusa, secondo il progetto “Educare alle differenze”, ha di fatto imposto alle amministrazioni dei “nidi” e delle “scuole dell’infanzia”!, di dare spazio ad attività (1), finanziate dal Comune stesso, promosse da associazioni (2) come Anddos (3), Arcigay (4), Cassero (5), Mario Mieli (6).(1) Così recita l’ordinanza comunale: “Attivazione, all’interno delle scuole di competenza comunale, di corsi di aggiornamento professionali rivolti a educatrici/educatori e insegnanti di asili nido e scuole dell’infanzia, per promuovere l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa, […] in merito alla costruzione delle identità di genere e alla prevenzione delle discriminazioni culturali”; “apertura di ludoteche, spazi di gioco e attività di lettura liberi da stereotipi […]”; “proporre e sottoscrivere dei protocolli d’intesa con gli Atenei delle nostre città per […] indagini qualitative e quantitative sull’educazione alle differenze e sulla prevenzione di omofobia, transfobia, violenza contro le donne e discriminazioni razziali”.
Per combattere gli stereotipi di genere, tali interventi spingono ad utilizzare persino una nuova “grammatica” per cancellare ogni riferimento al maschile e femminile (da qui l’uso di asterischi e chiocciole in funzione neutra; es.: bambin*, ragazz@, tutt*), come nelle revisione delle fiabe (Biancaneve, Cenerentola in versione Lgbt), nell’uso invertito dei colori (azzurro per le femmine e rosa per i maschi), nei giocattoli, e nell’uso di una quantità di testi che spieghino ai piccoli come sia “antiquata l’idea tradizionale di famiglia naturale, mentre come sia bello avere quella fatta da due mamme o due papà, perché dei gentili signori hanno donato un semino e delle gentili signore hanno donato prima un ovetto e poi il pancino”.
In una manifestazione tenuta a Roma nel 2015 dai fautori di questo programma scolastico Educare alle differenze (la manifestazione si intitolava significativamenteDe-generiamo) si proponeva di far esplorare ai bambini (anche di 0-6 anni) “autoerotismo, post-pornografia, dominazione e sottomissione, bondage e burlesque” oltre naturalmente a transessualismo e intersessualismo.
Tutto ciò comunque non è la follia di qualcuno, ma nientemeno che indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fatte propria dall’Europa nei famigeratiStandard per l’educazione sessuale dei bambini e degli adolescenti.
(2) L’“Assessore alle politiche di genere”, Valeria Troia, da anni vicina alla galassia Lgbt di Siracusa, ha detto che la rete di Educare alle differenze è composta da “associazioni no profit, enti locali, organizzazioni dell’ambito sociale, équipe di formazione, associazioni di genitori, centri antiviolenza, case delle donne, gruppi informali di insegnanti, spazi sociali”. Eccone elencate alcune di seguito, con le loro idee …
(3) ANDDOS.
Si tratta dell’associazione recentemente assurta agli onori delle cronache per il doppio servizio televisivo della trasmissione Le Iene, che ha mostrato come nei circoli affiliati si pratichino orge e prostituzione gay, causando tra l’altro le dimissioni del direttore dell’Unar. Solo due mesi fa tale associazione veniva a Siracusa definita “un esempio virtuoso all’interno della rete di Educare alle differenze”. L’associazione si propone di portare nelle scuole il progetto Parlami d’amore, che insegni un’educazione alle differenze di genere e alla sessualità fondata sugli standard dell’Oms.
(4) ARCIGAY
La nota e potentissima associazione gay di sinistra ha tra l’altro di recente promosso, nonostante che alcuni membri si sono dichiarati pubblicamente contrari alla pratica, la “maternità surrogata” (cioè l’utero in affitto), pratica disumana che comporta la schiavizzazione delle donne e la mercificazione dei bambini; e peraltro ancora espressamente vietata dalla legge italiana.
(5) CASSERO LGBT CENTER
Collegato all’Arcigay di Bologna, il Cassero (v. la notizia sopra) è quel circolo che promuove corsi di bondage e che, ad esempio, durante la Quaresima di due anni fa, organizzò l’evento blasfemo Venerdì credici, in cui uomini seminudi, con una corona di spine in testa, mimavano atti sessuali imbracciando una grande croce.
(6) Circolo di cultura omosessuale “MARIO MIELI”
Il circolo è intitolato a Mario Mieli, attivista gay e teorico degli studi di genere, morto suicida nel 1983. Nel saggio Elementi di critica omosessuale, Mieli arrivò a inneggiare alla pedofilia, rappresentandola come “liberazione” del bambino, con queste parole: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro”.
Qualche Paese si ribella …
Gran parte dei Paesi dell’Europa orientale, Russia in testa, si sta ribellando a questa “colonizzazione ideologica” (come l’ha chiamata anche il Papa), a questo “pensiero unico dominante” che vuole imporsi a livello mondiale, anche su quei popoli e quelle società che in gran parte si gloriano ancora della loro identità cristiana … e proprio per questo bersagliate e condannate come retrograde o persino omofobe dall’establishment del grande potere ideologico occidentale.
Anche in Perù, dove il governo ha cercato di far passare per legge nelle scuole la teoria gender, la popolazione si è ribellata, scendendo in piazza e usando ogni strumento democratico e di protesta (sotto lo slogan “Con-mis-hijos-no-te-metas”: “Giù le mani dai nostri figli”) per impedire tale violenza ideologica sui figli. Il 4 marzo scorso un milione e mezzo di peruviani hanno manifestato contro il gender in 24 regioni della nazione. Massiccia anche la presenza dell’episcopato cattolico.
Tra l’altro anche il Perù, come poco tempo fa la Polonia (v. News del 19.11.2016), ha di recente proclamato a furor di popolo N.S. Gesù Cristo Re della Nazione! Il Presidente ha pubblicamente consacrato la Nazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, proponendosi ufficialmente di fare “ogni cosa possibile per avvicinare il popolo e la Repubblica del Perù a Dio e ai Suoi Comandamenti, chiedendo perdono per tutte le volte che fosse accaduto diversamente”.