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Da quando, nel 1973, la Corte Suprema federale legalizzò con un colpo di mano l’aborto negli USA (permettendo così in 44 anni l’uccisione legale di oltre 60 milioni di bambini) ogni anno in questi giorni si tiene a Washington un’imponente Marcia nazionale per la Vita, che negli ultimi anni ha visto la partecipazione di oltre 500.000 persone, tra cui moltissimi giovani, rappresentando in questo modo la più grande marcia per i diritti civili tenuta negli USA.
Mentre sotto la presidenza Obama tale annuale manifestazione, contraria alle sue politiche abortiste, veniva ovviamente snobbata dal Presidente e dalle istituzioni democratiche (come del resto avviene in molti Paesi dell’Europa occidentale, vedi ad esempio in Francia, dove il presidente Hollande ha totalmente misconosciuto molte manifestazioni a favore della vera famiglia, partecipate da milioni di persone, e di recente ha addirittura elevato a livello di “reato” anche solo il tentativo di dissuadere dall’aborto, v. News del 5.12.2016) e tali manifestazioni pro-life sono il più possibile silenziate dalla grande stampa, anche nostrana; e mentre nella spudorata propaganda elettorale della Hillary Clinton l’aborto veniva promesso come garantito dallo Stato addirittura fino alla nascita del bambino (v. News del 31.10.2016), ebbene quest’anno, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, alla 44ma Marcia nazionale per la Vita ha presenziato addirittura il vicepresidente USA Mike Pence.
Nella stessa linea, tra i primi provvedimenti varati dal nuovo Presidente USA, c’è stato anche quello di tagliare i fondi pubblici all’International Planned Parenthood Federation, che promuove l’aborto a livello internazionale, dirigendo invece tali risorse pubbliche a favore dell’assistenza mondiale alla maternità e all’infanzia.