Abbiamo già riportato (v. News del 23.08.2016) alcuni fondamenti persino “diabolici” nel processo formativo culturale e politico della Hillary Clinton.
Dentro lo scandalo della rivelazione di sue e-mail private (caso Wikileaks), pubblicazione su cui si può avere qualche remora ma il cui contenuto non è stato smentito dall’interessata ed è inquietante, emerge pure un preciso progetto di “addomesticamento” della Chiesa.
Le e-mail rivelano infatti che il consigliere più stretto e storico collaboratore della Clinton la induceva a fomentare una “primavera cattolica” in seno alla Chiesa Cattolica, insinuando in essa idee progressiste e rivoluzionarie fino a farla implodere.
Così, in risposta ad una e-mail di Sandy Newman (ex-dipendente e amico intimo del presidente Obama, braccio destro di Hillary Clinton e Presidente e fondatore dell’organizzazione no-profit di stampo progressista Voices for Progress), in cui si riteneva una necessità promuovere questa “rivoluzione” all’interno della Chiesa Cattolica (“C’è bisogno di una Primavera Cattolica, in cui gli stessi cattolici reclamino la fine di quella che è una dittatura medievale e l’inizio di una piccola democrazia che rispetti l’equità di genere nella Chiesa cattolica”), il presidente della campagna elettorale della Clinton, John Podesta, lo tranquillizza e gli chiede di avere fiducia in lui e nei suoi amici, che hanno creato organizzazioni concepite esplicitamente per infiltrarsi nella Chiesa cattolica con le loro ideologie progressiste. Ma lo avverte che non è ancora arrivato il momento adatto ad una rivoluzione totale (“Abbiamo creato Catholics in Alliance for the Common Good per essere pronti ad un evento del genere. Ma penso che non abbia, al momento, la leadership adatta. Come altre primavere, penso che anche questa debba muoversi dal basso verso l’alto”).
L’organizzazione Catholics in Alliance for the Common Good (CACG) fu fondata da Tom Periello nel 2005. Del suo consiglio di amministrazione fa parte anche Fred Rotondaro. Entrambi sono colleghi del Center for American Progress, fondato proprio da John Podesta. Rotondaro vuole spingere tra l’altro la Chiesa Cattolica all’ordinazione delle donne e afferma pure che il “sesso gay viene da Dio”.
Sempre in risposta ad una e-mail – questa volta di John Halpin (senior fellow del “Center for American Progress”, un think-tank democratico), piena di invettive contro quei cattolici “conservatori” che “ragionano in modo schematico, hanno idee radicalmente retrograde sulle relazioni di genere e ignorano totalmente il concetto di cristianesimo democratico” – John Podesta risponde confermando questo suo giudizio e approvando queste invettive.
Al che il Presidente della Camera dei Rappresentanti Paul Ryan, repubblicano eletto nel Wisconsin, ha condannato queste affermazioni offensive con queste parole: “Disprezzare la Chiesa cattolica accusandola di essere ‘gravemente retrograda’ è un insulto a milioni di persone in tutto il paese … e queste dichiarazioni rivelano comunque l’approccio ostile della campagna di Clinton verso la gente di fede in generale. […] Tutti gli statunitensi credenti dovrebbero considerare a fondo queste dichiarazioni e decidere se questi siano i valori che vogliamo che rappresenti il nostro prossimo presidente. Se Hillary Clinton continua ad assumere persone così intolleranti e con tali pregiudizi, è chiaro quali siano le sue priorità”.
Che le grandi lobbies di potere americano cerchino in ogni modo di fagocitare e poi distruggere la vera fede cristiana lo si evince persino da un recente rapporto della “Commissione americana sui diritti civili”, in cui si afferma che «la “libertà religiosa” continuerà a essere un concetto “ipocrita” fino a quando resterà un sinonimo di discriminazione, intolleranza, razzismo, sessismo, omofobia, islamofobia, supremazia cristiana e ogni altra forma di intolleranza».
Intanto nel programma elettorale della Clinton, in cui campeggiano tutti gli slogan delle battaglie radicali anticristiane (ideologia di gender, cultura omosessualista Lgbt, diritto assoluto all’aborto…) emerge un’ulteriore drammatica deriva contro la vita! Così, nell’ultimo dibattito televisivo per le elezioni USA, quindi di fronte a decine di milioni di americani a cui chiede il voto, la candidata democratica alla Casa Bianca ha affermato che il diritto all’aborto deve essere assoluto e non deve essere limitato da nessuna legge; è arrivata addirittura a difendere persino il diritto al “partial birth abortion”, l’aborto a nascita parziale, cioè l’aborto volontario a fine gravidanza, cioè la possibilità di uccidere il bambino anche al momento del parto!