Per una sera la più celebre fontana del mondo si è illuminata di rosso, per ricordare il sangue dei martiri cristiani dei nostri giorni. L’iniziativa, promossa dalla Sezione Italiana della Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, ha voluto puntare i riflettori sui tanti bambini, donne e uomini cristiani di ogni parte del mondo perseguitati e uccisi in odio alla fede.
La celeberrima romana Fontana di Trevi ha abbandonato per una sera il candore dei suoi marmi (appena restaurati e illuminati con led) e il chiasso dei suoi usuali visitatori, per tingersi di rosso e rimanere in un significativo e attonito silenzio. Mentre si ascoltano testimonianze della sofferenza e persecuzione dei cristiani nel mondo, sono proiettati su di essa alcuni dei volti che sono diventate icone dell’attuale martirio e violenza anticristiana, come quello di Asia Bibi (la mamma pakistana in carcere da 7 anni, condannata a morte con falsa accusa di blasfemia) o di don Andrea Santoro (il sacerdote romano ucciso in Turchia nel 2006 – ne ha parlato la sorella presente), dei 21 etiopi copti in tuta arancione decapitati nel 2015 sulle spiagge libiche dai miliziani dell’Isis, come degli universitari del Kenia uccisi nel campus di Garissa nel 2015 (ne ha portato la testimonianza un loro compagno, scampato all’esecuzione), così le Missionarie della Carità uccise nello Yemen nel marzo scorso (ha parlato una loro consorella). Era presente e ha fatto un lungo e autorevole intervento il cardinale Mauro Piacenza, Presidente internazionale di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Dal sedicente Stato islamico in Siria e in Iraq a Boko Haram in Nigeria, passando per le persecuzioni di “Stato” della ingiusta legge sulla blasfemia in Pakistan, ogni giorno a milioni di cristiani è sistematicamente violato il loro diritto alla libertà religiosa. Ogni domenica migliaia di essi rischiano la vita per riunirsi in una chiesa, senza chiedersi se torneranno vivi per il pranzo (e con tutto ciò non diminuiscono, anzi … altro che i falsi “non ho tempo” e “non ho voglia” di tanti nostri sedicenti cattolici-non-praticanti nostrani).
È doveroso che il mondo sappia. Che i media escano da quell’imperdonabile silenzio, più volte denunciato dal Papa. E che i cristiani “sonnolenti” dell’Europa occidentale (dove peraltro vige una persecuzione “più educata” – per usare le parole di Papa Francesco – ma non meno agguerrita e pericolosa, anzi per la fede lo è ancor di più) si sveglino, preghino, si rialzino e, immensamente grati per la testimonianza di questi loro fratelli nella fede, riprendano con vigore la loro vita e testimonianza cristiana nel mondo.