Che la scienza si opponga alla fede e che gli scienziati siano atei è un’incredibile mistificazione e falsità, costruita dal positivismo-scientismo del XIX secolo e che fa sentire ancora la sua forza nei centri di potere culturale e sociale , ma contraddetta sia dalla storia che dall’attualità.
Anche un recente (3.12.2015) studio internazionale, realizzato dal RPLP (Religion and Public Life Program), gruppo di studio su tematiche circa il rapporto tra religione e vita sociale, della Rice University (Organizzato al BioScience Research Collaborative di Houston, Texas) e guidato dalla sociologa Elaine Howard Ecklund, riconosce che la maggior parte degli scienziati sia credente. Anche in Italia l’indagine sui più autorevoli ricercatori scientifici ha prodotto questi risultati: solo il 20% si definisce ateo e un altro 20% si definisce agnostico, mentre il 60% si è definito “religioso”.
Tra l’altro, oltre all’onore portato all’Italia l’anno scorso dall’astronauta Samantha Cristoforetti (per 199 giorni operatrice nella Stazione Spaziale Internazionale, quella stazione dove senza falsi pudori brillavano le icone russe davanti alle quali gli astronauti russi volevano pregare), ora un’altra donna italiana è salita sul podio delle massime autorità scientifiche. Si tratta del fisico Fabiola Gianotti, nominata (1.01.2016) per un quinquennio Direttore generale del CERN (Conseil européen pour la recherche nucléaire) di Ginevra, prima donna ad assumere questo prestigioso ruolo in quello che è il più importante centro internazionale di ricerca sulla fisica nucleare. La sua attività di ricerca al CERN è iniziata nel 1987 ed ha lavorato a vari importanti progetti, quali LEP, Aleph e SPS (Super Proton Synchrotron), fino ad approdare all’LHC (Large Hadron Collider), di cui è stata anche spokesperson per il progetto ATLAS. Ebbene, anche tale scienziata si è dichiarata più volte (persino su La Repubblica e alla trasmissione Otto e mezzo de La7) come donna e scienziata “credente”, dando testimonianza del “reciproco equilibrio tra religione e scienza” ed affermando che “non c’è alcuna incompatibilità tra lo studiare le leggi della fisica e credere in un Dio creatore”.
A proposito del CERN di Ginevra, il fisico Lucio Rossi che ha presidiato fin dal 2001 la costruzione e la messa in produzione del Large Hadron Collider (LHC) si professa assai favorevole alla fede cristiana (v. News 29.01.2013), come pure altri importanti scienziati che hanno lavorato o lavorano nello stesso Centro, di chiara fede cristiana, come i fisici italiani Luciano Maiani (fu il direttore generale e anche a lui si deve la costruzione del grandioso acceleratore di particelle LHC), Ugo Amaldi e Antonino Zichichi (lo scopritore dell’Antimateria – v. ad es. il suo testo “Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo”, Il Saggiatore 2006); interessante che allo stesso Centro lavori come ricercatrice (proprio al LHC) anche la giovane suora domenicana norvegese Katarina Pajchel, già fisico affermato dell’Università di Oslo (v. News 16.11.2012)
Ancora sul fecondo rapporto tra scienza e fede si veda la testimonianza di Charles Townes, premio Nobel per la Fisica e convinto cristiano (News 10.02.2015), un nutrito elenco di scienziati consacrati (News 20.12.2013), addirittura appunto suore ai vertici della fisica (News 28.10.2013), come pure le notizie sullo scienziato gesuita Roberto Busa, cui dobbiamo l’utilizzo attuale dei computer (News 20.08.2011). Circa poi un elenco storico e attuale di scienziati dichiaratamente cristiani, v. nel sito il punto 3 de Il caso Galileo.