Attualmente nel mondo sono 150 milioni i cristiani perseguitati (uccisi, violentati, discriminati, costretti a fuggire); e non solo nei Paesi islamici, ma anche da parte di indù, buddisti e regimi atei.
Dall’Irak in 11 anni è fuggito il 70% dei cristiani, rimanendo 275.000 (120.000 sono fuggiti dai territori occupati dall’ISIS, pena l’essere uccisi, e si sono rifugiati nel Kurdistan). In Siria sono state distrutte 1.062 chiese e uccisi per la loro fede 4.344 cristiani, mentre in 4 anni sono stati costretti a fuggire 700.000 cristiani. In Pakistan la terribile legge sulla “blasfemia” permette di imprigionare e condannare a morte molti cristiani (basta che due persone si accordino, senza altre prove, per accusare qualcuno di non aver rispettato Maometto e finisce per essere arrestato e condannato) e ogni anno 700.000 donne sono costrette (anche con rapimenti) a convertirsi all’Islam. Attaccati dalla violenza islamica sono anche i cristiani dell’Eritrea, come quelli dell’Indonesia, quelli del Sudan come della Nigeria, mentre anche in Kenia sono avvenuti sanguinosi attacchi contro i cristiani. In Corea del nord, dove vige una spietata e idolatra dittatura comunista, i cristiani sono uccisi o imprigionati (almeno 200.000 risultano in carcere o nei campi di lavoro forzato). Anche nell’immensa Cina comunista non cessa la persecuzione antireligiosa e anticristiana (persino con Vescovi arrestati e poi spariti nel nulla; e negli ultimi due anni sono state distrutte 650 chiese), ma i neobattezzati adulti sono ogni anno 100.000.
E tutto ciò avviene nel silenzio complice della comunità internazionale.