La persecuzione anticristiana, sia pur in genere ancora incruenta e ammantata di motivi apparentemente giuridici o economici, è presente in modo crescente anche in molti Paesi democratici dell’Occidente. In Europa, ad esempio, “negli ultimi tempi si registra un’inquietante crescita di forme di intolleranza, a volte anche latenti, nei confronti dei cristiani”: è quanto ha riferito nientemeno che l’Arcivescovo P. R. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, intervenendo a Roma alla conferenza annuale dell’<Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale>, dal titolo “Libertà religiosa, sicurezza e sviluppo in Europa”.
Una sempre più palese forma di intolleranza antireligiosa e di cristianofobia è data, da parte di alcuni settori della società civile e dei grandi organi di stampa (v. ad es. qui sotto la notizia del 10.03.2015 sull’incontro organizzato da La Repubblica per “estromettere Dio dalle democrazie”!), dal considerare i Cattolici, anche se ricoprissero ruoli sociali importanti, di fatto come “cittadini di serie B” e come tali da silenziare o emarginare. Lo si è visto in questi giorni anche a proposito della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha finalmente chiarito che, secondo la Costituzione italiana, il matrimonio è tra un uomo e una donna, e che non sono trascrivibili in Italia matrimoni tra persone dello stesso sesso eventualmente registrati in alcuni Paesi esteri dove ciò è permesso, annullando tali trascrizioni che molti sindaci, anche di città importanti, pensando di farsi grandi e porsi in linea con la nuova ideologia-dittatura “gender”, avevano posto irregolarmente in atto, in genere anche con notevole lancio mediatico. Ebbene, non solo alcuni grandi giornali (tra cui appunto La Repubblica) hanno gridato allo scandalo e arretratezza socio-culturale dell’Italia (e stiamo parlando della sentenza di un autorevolissimo organo dello Stato e per motivi di “incostituzionalità”!), ma hanno creato una sorta di linciaggio mediatico nei confronti del giudice Carlo Deodato, estensore della sentenza del Consiglio di Stato (composto peraltro da 5 giudici), che avrebbe provocato tale sentenza in quanto “cattolico”! A parte che si tratta di una sentenza che evidenzia semplicemente che i Sindaci non avevano e non hanno alcun potere, secondo le norme vigenti, di trascrivere tali matrimoni; ma l’aspetto più grave di tale attacco mediatico contro il giudice Deodato (tra l’altro la sentenza non è comunque solo sua ma di tutto il Consiglio di Stato) è dato dal fatto che s’è dichiarato in modo furioso e antidemocratico che non sarebbe stato sufficientemente neutrale e quindi in pratica non potrebbe ricoprire tale ruolo proprio in quanto “cattolico dichiarato”!
Davvero un ulteriore brutto segnale di intolleranza anticattolica; e da parte anche di organi di stampa che sembravano essere più aperti alla Chiesa, lodando ad esempio sempre papa Francesco.
Si pensi che persino in campo “scientifico” – dove dovrebbe regnare la neutralità ed essere esclusa ogni pressione ideologica (ma sappiamo come spesso nella storia e nel presente non sia purtroppo così) – si riscontrano gravi censure nei confronti della religione, del Cattolicesimo in particolare, o comunque pure nei confronti di chi non si allinea a certi “dogmi” laicisti. È successo ad esempio quest’estate in Italia che un programmato Congresso internazionale di autorevoli scienziati sia di fatto stato costretto ad essere annullato, solo perché avrebbe “scientificamente” posto alcuni dubbi sulla teoria (o ipotesi) evoluzionistica di Darwin.