Non è esagerato usare questo termine – cristianofobia – anche in un Paese come il nostro, che pure è al centro della Cattolicità e anagraficamente conta come cattolico il 96% della sua popolazione.

Di fatto ormai anche un ragazzino si accorge ben presto che è preso in giro e perfino discriminato se prega, va alla Messa e si Confessa, o se cerca di vivere la morale cristiana, ad esempio anche nella vita sessuale e affettiva.

Sono poi decenni che pubblicazioni, film, canzoni, barzellette, pubblicità e quant’altro pongono senza problemi in “ridicolo” la fede cristiana, così che spesso anche i giovani che sono cresciuti nella fede – e persino quei pochi che continuano ad essere pure praticanti dopo la Cresima – si vergognano di esserlo e lo nascondono in pubblico (più fieri della propria fede cristiana sono invece quei giovani che si sono convertiti a Cristo e fanno una forte esperienza di Lui).

Anche la maggior parte degli insegnanti (e persino dei testi scolastici, per non parlare delle nuove ideologie, come ad esempio quella del gender, che si stanno imponendo violentemente nelle scuole) usa della propria professione per esercitare una violenza culturale nei confronti dei propri studenti (e persino contro il volere delle loro famiglie), con continui attacchi contro la Chiesa, la sua storia, la fede e la morale cattolica  [mentre l’<ora di religione> è da sempre emarginata, bistrattata e infine resa facoltativa].

Anche nelle librerie pubbliche, al di là cioè di quelle “dedicate” (cioè ghettizzate) cattoliche, è difficile trovare volumi di autentica formazione cristiana; semmai hanno forte pubblicità le continue pubblicazioni contro la Chiesa, la sua storia, i suoi presunti o reali scandali, e persino l’autenticità dei Vangeli, ecc. (pubblicazioni che assai spesso manifestano pure una notevole ignoranza pari ai propri pregiudizi). Se il settore “religione” va talora crescendo nelle grandi librerie, esso riguarda di fatto psicologie, religioni orientali, pubblicazioni new-age, next-age e poi appunto libri anticattolici.

Ora c’è di più: in grandi librerie (ad esempio, a Milano, la più grande libreria Feltrinelli o quella della Stazione Centrale, ma il fenomeno si va estendendo) si vanno allestendo interi settori intitolati Anticlericalismo, dove sotto questo nome si mettono appunto in risalto quei testi anticristiani e anticattolici.

Possiamo chiederci cosa succederebbe se in tali librerie ci fosse un settore “anti-islamico”, “anti-semita”, “anti-omosessuali”?! Chi sono allora oggi i discriminati? Quali sono le vere “fobie”?