All’età di 97 anni è morto oggi in Cina mons. Giuseppe Fan Zhongliang, vescovo di Shangai, tanto amato dai fedeli e modello di cristiano, di sacerdote e di vescovo. Battezzato a 14 anni, a 20 anni entrò nella Compagnia di Gesù (Gesuiti) e a 33 anni divenne sacerdote; ma subito 4 anni dopo venne arrestato dal regime comunista cinese, insieme a molti altri sacerdoti e laici cattolici, e condannato a 20 anni di prigione e lavori forzati a Qinghai, dove rimase fino al 1978. Nel 1985 fu ordinato in segreto Vescovo ausiliare di Shanghai e nel 2000 ne divenne Vescovo ordinario.
Com’è noto, in Cina è ammessa solo una Chiesa Cattolica “patriottica”, cioè alle dirette dipendenze del Governo comunista, mentre l’autentica Chiesa Cattolica (con Vescovi nominati dal Papa e a lui legata) vive praticamente nella clandestinità. Per questo mons. Fan è stato tanto perseguitato ed ha passato oltre vent’anni in prigione e ai lavori forzati.
Attualmente l’unico vescovo di Shanghai rimane mons. Taddeo Ma Daqin, ordinato vescovo nel luglio 2012 con l’approvazione del Papa; ma dal giorno della sua ordinazione, non avendo accettato di appartenere alla “Chiesa patriottica”, è costretto a vivere in isolamento; infatti nel dicembre del 2012 il governo comunista cinese ha revocato la sua autorità episcopale, che rimane però tale per la Santa Sede (il Papa).