Intervenendo alle Nazioni Unite di Ginevra, dove è osservatore permanente della Santa Sede, mons. Silvano Maria Tomasi ha denunciato “la sconvolgente cifra, secondo indagini credibili, di oltre 100.000 cristiani uccisi ogni anno, per motivi che hanno una qualche relazione con la loro fede”, oltre a tutti quei cristiani che nel mondo “sono soggetti a uno sradicamento forzato, subiscono la distruzione dei loro luoghi di culto, lo stupro delle loro donne o il rapimento dei propri vescovi”.
La Santa Sede esprime “profonda preoccupazione” per le violazioni della libertà religiosa e per i sistematici attacchi inferti alle comunità cristiane in alcune aree del pianeta come Africa, Asia e Medio Oriente. Molti di questi atti, ha aggiunto mons. Tomasi, “sono il frutto del fanatismo, della intolleranza, del terrorismo e di leggi discriminatorie”.
Anche nella terrificante e ambigua guerra in Siria, si registrano persecuzioni contro i cristiani. Lo confermano le parole dell’arcivescovo Elias Chacour, capo della Chiesa cattolica greco-melchita israeliana: «Non abbiamo stime precise sul numero di quanti sono dovuti fuggire dalla Siria in Libano, in Giordania e in Turchia, ma una volta in Siria c’erano 2 milioni di cristiani e 160 piccoli villaggi cristiani che ora sono completamente vuoti”.