Sappiamo dai Vangeli (in particolare Lc 22,39-46, ma anche Mt 26,36-46; Mc 14,32-42; Gv 18,1-2) che Gesù, la vigilia della Sua Passione, dopo l’Ultima Cena, si recò con gli Apostoli al Getsemani, un orto con degli ulivi appena fuori dalla città, nella valle del Cedron, dove spesso si recava, e lì entrò in agonia, cioè in una angoscia mortale (vedendo tutti i nostri peccati e obbedendo totalmente alla volontà del Padre, di redimerci con la Sua Croce), a tal punto che dalla sua fronte, rompendosi dei capillari, il Suo Sangue colò fino a terra. Gli Apostoli, anche i più intimi, invece dormivano, incapaci di vegliare un’ora sola con Lui. Poco dopo giunse Giuda con le guardie, per arrestarlo, e cominciò così la Sua Passione (v. anche l’inizio del bel film di M. Gibson The Passion).
Chiunque ancor oggi si reca pellegrino a Gerusalemme e raggiunge quel luogo, vede anche, proprio accanto ad un’impressionante basilica che ricorda quel momento saliente della vita di Gesù, degli ulivi millenari; ed è facile immaginare quel terreno con Gesù agonizzante in quella notte santa.
Ora accurati studi scientifici (3 anni di ricerca da parte dei massimi esperti internazionali di biologia e fisiologia vegetale, coordinati dall’agronomo e specialista in storia dell’ulivo Giovanni Gianfrate e dal dott. Antonio Cimato del CNR) hanno permesso di rilevare due dati impressionanti: gli attuali ulivi risalgono al secolo XII, ma le loro radici sono molto più antiche. Potrebbero dunque essere figli degli ulivi del tempo di Gesù; ed hanno tutti lo stesso DNA. Inoltre tali ulivi sono stati e sono tuttora misteriosamente privi di qualsiasi batterio e parassita. La cosa è pressoché impossibile per degli ulivi millenari e aggrediti da quei parassiti e batteri che colpiscono frequentante gli ulivi se non trattati chimicamente; per cui gli stessi scienziati parlano di un dato prodigioso (Cimato lo ha definito “un piccolo miracolo”).
Possiamo pensare che quell’angosciante scena evangelica, proprio all’inizio della Passione da cui scaturì la nostra salvezza, e quelle gocce di sangue cadute dalla fronte di Gesù agonizzante abbiano reso quel terreno e quegli ulivi un segno di Lui, puri e inattaccabili da qualsiasi agente patogeno.